Capitolo XV

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*8 giorni dopo la morte di Lisa Collins*

Garcia si svegliò su un letto che non era il suo: era a casa di Cook.

Non ricordava come era finita la serata.

Non voleva andare in balcone per non fare brutte figure e quindi alzò lo sguardo al lampadario di vetro e iniziò a pensare allo spacciatore della sera prima.

« Sicuramente va incontro ad una reclusione da 6 mesi a 4 anni più una multa di quattromila euro » .

Guardò la collega che dormiva: aveva una faccia pulita, era bella anche senza trucco. Garcia non pensava ad una storia seria tra loro due e neanche ad un futuro insieme.

"Il futuro è come il paradiso...tutti lo esaltano ma nessuno ci vuole andare adesso".

L'orologio segnava le sei e trenta, a breve incominciava il suo turno mattutino e non sapeva se svegliare la donna, così andò in bagno cercando di fare più rumore possibile. Non voleva andare via senza salutarla. Il suo piano funzionò: appena uscì dal bagno si trovò davanti la collega. Lei gli diede un bacio e lui ricambiò dopo pochi secondi.

« Che faccio? Ti aspetto? »

« Come vuoi, in caso avviati e io ti raggiungo dopo » mentre diceva questa frase, lei abbassò lo sguardo un po' dispiaciuta per la scelta che sicuramente lui avrebbe preso.

« Allora sbrigati, che ti aspetto » e le accennò un sorriso.

Mentre Cook si preparava, Garcia si massaggiava le tempie, aveva mal di testa. Pensò che il mal di testa poteva terminare grazie a un po' di ghiaccio sul cranio. Non sapendo dove fosse il ghiaccio, aprì l'acqua fredda e si rinfrescò dove sentiva dolore.

I due agenti avevano qualcosa in comune, tra le tante vi era che entrambi odiavano far colazione la mattina. Salirono quindi sulla macchina diretti alla centrale, facendo una piccola pausa per il Burger King per prendere dei panini per il pranzo. Garcia ne mangiava uno, Cook almeno due, ma aveva il metabolismo alto e così rimaneva magra. All'ingresso della centrale c'erano solamente facce stanche: stanche di lavorare perchè l'estate era ormai vicina.

Il programma di oggi era di sentire i due amici della ragazza, la Cook sarebbe andata da Elisabeth, mentre Garcia da Morales.

Entrambi erano nello studio di lui: Garcia si grattava ancora le tempie, continuava ad avere un mal di testa martellante.

« Alzatevi » disse con voce incazzata il capo della centrale - « Essere poliziotto viene classificato in due passi: azione e reazione. Fare una scelta verso un sospetto, vuol dire badare a lui. Ieri sera, dopo l'arresto, anche se erano le due di notte, dovevate andare a casa del preside Alvarez e informarlo che non sussisteva nessun divieto di uscita da casa sua. Ma non lo avete fatto. E stamattina Alvarez si è tolto la vita. Degli agenti stamane stavano andando a fare un controllo e lo hanno trovato impiccato in bagno. Il figlio non si era neanche accorto di nulla. Adesso andate a casa dell'uomo e sentite cosa ha da dire il figlio. Un agente, mentre stava esaminando le altre stanze, ha trovato un bigliettino indirizzato a voi due » .

I due agenti erano increduli, entrambi si erano pentiti di non essere andati da lui la sera prima

« Se fossimo andati ieri sera, si sarebbe suicidato comunque? Perchè lo ha fatto? Che cosa ci sarà scritto sopra quel bigliettino? »

Erano queste le domande che i due poliziotti si facevano, ma per le quali non trovavano ancora una risposta.

Arrivati davanti casa dell'uomo videro il figlio: aveva ancora delle cuffione nere e rosse sulle orecchie, non collegate a niente. Il ragazzo stava parlando con un amico di Garcia che lavorava in polizia da circa otto anni, si erano conosciuti da giovani grazie ad un caso: RAPINA IN UN CENTRO COMMERCIALE: I RAPINATORI SPARANO TRA LA FOLLA, SCATENANDO IL PANICO.

Credo che si chiami LisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora