Quella mattina di febbraio il sole era coperto da nuvole; i cani, sciolti, cercavano il legno lanciato dal padrone. Il caso Clark era sul punto di terminare: oggi era il giorno dello scambio.
Secondo quanto riportato dalla madre, una certa Luisa Williams; il bambino era stato sottratto dalle sue stesse braccia e spinto in un grande furgone senza targa che scomparve lungo le strade periferiche della città.
Poco dopo, accanto il luogo del rapimento, passò casualmente una pattuglia della polizia, che purtroppo, data la velocià troppo elevata della macchina e le urla soffocate della madre, continuò il suo percorso.
« Lavorare in parlamento non significa essere ricchi » disse il padre.
« Non è possibile per noi avere duecentomila euro in contanti» aggiunse la donna.
Il bambino, ogni giorno, doveva sedersi su una sedia nera con uno sfondo bianco per essere ripreso in una foto destinata alla famiglia.
A volte i rapitori usavano il giornale, come punto di riferimento, altre volte restavi con l'ansia.
La signora Williams viveva in uno stato continuo di stress, telefonava ripetutamente alla stazione di polizia più vicina per chiedere aggiornamenti, ma ogni giorno le davano la stessa risposta:
« Mi dispiace signora, ancora niente ».
Lo scambio sarebbe avvenuto alle sette di mattina al molo: secondo i watt, il rapitore aveva scelto quell'orario perchè conosceva bene gli orari del luogo, il quale apriva al pubblico dalle otto di mattina alle tre di notte, forse un caso, forse no.
Il poliziotto uscì dalla sua stanza e si diresse nel porticato per ricapitolare il piano con i colleghi.
« In ordine, su! Fra trenta minuti saranno le sei e quarantacinque e noi dovremo essere già sul posto »
« Ma il rapitore ha detto che voleva solo i genitori... »
« Va bene, allora facciamo andare da sola la madre, così si fottono sia i soldi finti, che la madre e il bambino ».
Nella busta consegnata a casa oltre al luogo ed all'orario dello scambio, il rapitore aveva chiesto che ci fosse solo un genitore e di non chiamare la polizia, ovviamente.
« Come si chiama lei, brillante agente? »
« Cook, Sandra Cook. Mi ha spostato qui in sede il tenete Tomplos. Le porgo le mie scuse agente Barcia »
« Allora: prima cosa mi chiami solamente agente, o al massimo collega. Seconda cosa, mi chiamo Garcia, non Barcia, sono curioso di scoprire chi le ha detto il mio nome »
Poi Garcia si rivolse al gruppo:
« Siamo otto agenti: cinque rimarranno in macchina, mentre io, Cook ed Erutz lo prendiamo da dietro con le armi. Non sarà da solo: agente Benjamin, cerca di trovarmi il complice: Cook ed io staremo sempre sull'uomo. Lei signora Williams si siederà su una panchina, le prometto che non succederà nulla ».
La donna si sforzò di sorridere, salì sulla vettura e si mise in fondo alla vettura a pregare. ...santa maria madre di Dio prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte amen.
La macchina aveva tre file di posti.
« Saliamo in vettura, muoviamoci; voi due: ci sentiamo in collegamento tramite cuffia fra otto minuti » disse Garcia ai due colleghi, che risposero con un'espressione professionale.
Il veicolo partì, Garcia stava ribadendo la situazione « Mi raccomando, se io non dico niente, non fate niente, chiaro? ».
Cook stava aggiustando il suo corpetto e controllò le munizioni nel caricatore, guardò il collega, che ricambiò lo sguardo.
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Credo che si chiami Lisa
Mystery / ThrillerCOMPLETATA! Una ragazza è stata uccisa: Lisa Collins classe 2004 viene trovata morta nel soggiorno del suo appartamento. La situazione si complica quando si scopre che la ragazza non aveva amici, ad eccezione di Antony ed Elisabeth, e viveva sola c...