Capitolo VIII

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 *1 Giorno dopo la morte di Lisa Collins*

Il parcheggio era vuoto, gli studenti erano già dentro a fare lezione. La classe di Lisa era la 2F, indirizzo classico. Fin da quando era bambina, amava cercare parole nuove da mettere nel suo vocabolario. L'agente Garcia scese dalla porta del conducente, non parlava, esprimeva il suo stato d'animo con gli occhi. Entrarono dalla porta principale e si fermarono per identificarsi.

« Buongiorno signora, siamo..» non riuscirono a concludere la frase

« Sì, sì, vi ho riconosciuti. La notizia del suicidio si è sparsa molto in fretta » disse la bidella.

« Chi ha parlato di suicidio, scusi? E' stata uccisa e probabilmente violentata » rispose con tono arrabbiato Garcia.

«Le devo chiedere scusa, ci sarà stato un malinteso. Devo aver capito male io, a casa del preside Alvarez la linea telefonica è pessima e a volte l'audio si sente male »

« Che le ha detto il preside oltre questa cosa? »

« Assolutamente nulla, mi ha solo detto di quella povera ragazza. Comunque ribadisco, ho sentito male io. Alvarez, anche se a volte è volgare e ha un pessimo carattere, non è un  bugiardo ».

La collaboratrice scortò i due agenti nella classe della ragazza.

L'insegnante rimase in disparte, anche lei ancora sotto shock, come tutti i ragazzi.

« Buongiorno ragazzi, io sono l'agente Garcia e lei è l'agente Cook », si fermarono per un paio di secondi, «Eliminiamo intanto tutte le inesattezze che potrebbero avervi riferito: la vostra compagna, la signorina Collins, è stata uccisa ieri verso le undici, nel suo appartamento »

« Alle undici di mattina» aggiunse la collega.

« Sì, grazie mille » aggiunse Garcia per cercare di far vedere agli studenti che fra i due c'era un rapporto di pace e armonia.

« Adesso interrogheremo a turno nella biblioteca tutti voi ragazzi. Manca qualcuno oggi? »

« Mancano quattro persone » disse una ragazza al primo banco.

« Fra queste quattro persone c'era qualcuno che era amico di Lisa? Magari qualcuno che la frequentava anche fuori da scuola? »

« Sì agente: la signorina Evans ed il signorino Morales » rispose sempre la ragazza.

La professoressa indicò i ragazzi nella foto di gruppo e gli agenti scattarono una foto.

« I ragazzi saranno sotto shock. Era un gruppo di amici molto unito».

« Va bene » rispose Cook.

« Partiremo dalla prima fila, seguirà la seconda ed infine la terza. Qualora non finissimo oggi, continueremo domani, e se qualcuno non si dovesse presentare domani, andremo noi a casa loro» disse con tono autoritario Garcia.

« Maglietta Rossa, sei il primo. Vieni ».

Il gruppo si diresse in biblioteca. Lì si sedettero tutti: i poliziotti da una parte, il ragazzo dall'altra.

« Ovviamente stai tranquillo. Ti farò solo una domanda e tu mi dovrai rispondere con sincerità: dimmi tutto quello che sai sulla signorina Collins » disse Garcia.

« Agente, mi spiace, ma avete sbagliato persona: in due anni di scuola io e lei non ci siamo mai parlati. Proprio zero. Comunque la Collins non aveva rapporti con nessuno. Non so dove abiti, non conosco la sua famiglia e, visto che tutti la chiamano sempre per cognome, conosco a malapena il suo nome »

« Non dirmi stronzate dai, non ci credo che non conosci il suo nome».

« Guardi, non ci giurerei, ma credo che si chiami Lisa. Veramente, più di questo non so nulla. Certo, ci sono rimasto male per la sua morte. La sua presenza in classe si notava molto, faceva tanti interventi a lezione, ma d'altra parte sono normale: non la conoscevo proprio. Mi fa paura pensare perchè abbiano scelto proprio quella ragazza».

« Lisa, accidenti! Chiamala Lisa» disse Garcia.

« Ehm, sì, sì, Lisa».

L'interrogatorio proseguì con altri ragazzi della classe

Non c'era stato nessun preavviso, eppure quei ragazzi dicevano tutti la stessa cosa, come se si fossero accordati in precedenza. Un ragazzo fece vedere che non l'aveva neanche salvata sul telefono, un altro fece vedere che era l'unica che non era stata invitata alla sua festa; tutti volevano far vedere che non la conoscevano e quindi che non avrebbero avuto un motivo di ucciderla.

« Cook, io mi sto letteralmente pisciando sotto, ci rimangono solo due persone, escluse gli assenti. Se permetti, vado e torno ».

L'agente Garcia si avviò di fretta e furia al bagno. Era circa l'ora di pranzo e, la campanella, sarebbe suonata ancora dopo due ore.

« Scusi, a quale bagno potrei andare? » chiese ad una bidella.

« Vada pure al bagno degli studenti, sono pulitissimi. Mica come in altre scuole, dove i ragazzi fanno a gara a chi sporca di più il bagno» rispose lei con modestia.

Garcia seguì la strada indicatagli senza nemmeno ringraziare. Entrò nel bagno. C'era puzza di erba, ma a lui non importava più di tanto. Gli tornarono in mente i ricordi adolescenziali, la prima nota, la prima ragazza, la prima bocciatura e la prima sigaretta. Ripensò al nonno, era la persona più importante della sua vita, da ragazzo: se ne andò all'età di ottant'anni a causa di un incidente stradale. Di solito una persona, a ottant'anni, rischia di morire per malattie, per vecchiaia; invece il suo era morto a causa di un maledettissimo ragazzo ubriaco che era passato in auto col semaforo rosso. Garcia si stava lavando le mani quando entrò un ragazzo: era Berrins, il figlio del sindaco.

« Salve » disse Simon Berrins.

« Buongiorno » rispose Garcia.

« Lei è della polizia?» chiese il ragazzo,

« No, questo distintivo è falso: entro nelle scuole spacciandomi per poliziotto e poi uccido tutti »

« Sta scherzando, spero? » chiese il ragazzo pietrificato, ma ridendo allo stesso tempo dell'affermazione di Garcia.

« Sì, ragazzo. Senti, già che ci siamo: conoscevi una certa Collins? »

« Ma chi? Lisa? Se è la tipa che fa il podcast sì, ho partecipato al contest proprio ieri, speriamo bene »

« ...ma perchè mi fa questa domanda? » aggiunse dopo un attimo di silenzio.

« La signorina Collins è stata trovata morta in casa »

« Ch-ch-e? In che senso? » iniziò a sudare.

« Qualcuno è entrato in casa e l'ha uccisa ».

« Oddio! Lui era furioso con lei! Aspetti aspetti, mi sono sbagliato a parlarne, non posso, non voglio dover abbandonare la scuola».

« Di chi diavolo stai parlando? ».

« Provini chiusi, trenta presenti. Gustavo e Pool siete gli ultimi ».

« Dove sta quella ragazza? Cazzo! »

« Preside Alvarez, tutto bene? »

«Oddio santo, che sia maledetta ».

« Non posso, mi dispiace »

« Va bene, stai tranquillo» cacciò fuori un paio di manette che portava sempre nella sua tasca.

« Oddio, no, la prego. Parlavo del preside Alvarez. Era incazzato, la stava cercando perchè non si era presentata al provino. E' salito in macchina ed è partito a tutto gas. La prego, non fate il mio nome. E poi, può darsi che io mi stia sbagliando, anzi: sicuramente sto sbagliando! » aggiunse con molta enfasi.

« Grazie, grazie mille », Garcia iniziò a correre per l'edificio e fu anche sgridato da un professore, che lo aveva scambiato per uno studente, data la sua altezza non elevata.

« Agente Cook, agente Cook, seguimi. Forse ho il nome ».

Credo che si chiami LisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora