Cap.3

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|Run girl, run|

L'aria autunnale di quella sera mi fece venire la pelle d'oca e l'idea di tornare a casa mi balenò per la testa più di una volta, ma ormai ero arrivata fin lì, che senso aveva fermarsi proprio adesso?

Mi posizionai vicino ad un lampione che dava su una strada poco raccomandabile e aspettai che succedesse qualcosa, anche se ad essere sincera nemmeno io sapevo cosa aspettarmi.

Dopo una mezz'ora di attesa, nessuno mi aveva ancora notata e non sapevo se esserne sollevata o dispiaciuta. Mi diedi però della stupida, ero troppo inesperta in quel campo e non sapevo che cosa dovessi fare.

Stavo cominciando a tremare e non solo per il freddo, ma anche per l'agitazione. Cosa avrei fatto una volta salita sulla macchina di qualcuno? Sarei davvero riuscita ad andare fino in fondo?

Per mamma... Per mamma... Per mamma...

Ripetevo quelle frasi come un mantra, ancora e ancora, perché quelle parole erano l'unica cosa che mi tenevano ferma su quel maledetto marciapiede freddo.

Un improvviso rumore di motore mi fece ritornare alla realtà, un'Audi argentea si era appena fermata davanti a me e il finestrino del passeggero stava scendendo lentamente rivelando la faccia del mio possibile "cliente".

Un uomo sulla quarantina passata mi squadrò dall'alto al basso e subito dopo mi sorrise malizioso facendomi venire il voltastomaco.

I capelli biondi erano portati un po' lunghi e completamente spettinati, mentre la camicia grigia che portava era stropicciata, dandomi l'idea di un uomo che aveva appena lasciato l'ufficio dopo una pesante giornata di lavoro.

Mi feci coraggio e mi appoggiai con le braccia alla portiera, un forte odore di sigaretta mi invase di colpo le narici facendomi quasi tossire dal fastidio, ma l'uomo non lo notò o semplicemente non se ne interessò e dopo essersi slacciato la cintura di sicurezza si girò del tutto nella mia direzione.

X: <Ehi... Vuoi divertiti un po'?>

<D-dipende da quanto mi dai.> Cercai di fare un sorrisetto sessuale, ma sono certa che ne uscì più una smorfia, ero troppo agitata e l'idea di quello che sarebbe successo in pochi minuti non mi aiutava a calmarmi.

X: <Tutto quello che vuoi tesoro, ho solo bisogno di sfogarmi prima di dover tornare a casa da mia moglie.> sospirò stanco, passandosi una mano sul viso.

È perfino sposato... Pensai tenendo lo sguardo fisso nel vuoto fino a quando l'uomo non si schiarì la voce stranito dal mio stare ferma.

X: <Allora? Sali o no?> le sue folte sopracciglia si corrucciarono.

Pensa a mamma, lo stai facendo per lei...

Aprii la portiera e mi sedetti sul sedile del passeggero, incredula di averlo davvero fatto, ma subito venni fermata dall'uomo.

X: <Mi spiace piccola, devo fare in fretta quindi ci dobbiamo spostare sui sedili posteriori, voglio potermi muovere liberamente, sai com'è...> Si leccò le labbra, gli occhi affamati di carne non si spostavano dal mio corpo facendomi tremare dall'ansia.

Set Me Free || M.YgDove le storie prendono vita. Scoprilo ora