Cap.7

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|L'inizio della fine|

Ero seduta sulla penisola della cucina a guardare annoiata i miei piedi doloranti che dondolavo da più di mezz'ora. I ragazzi si erano rifugiati nel garage per parlare, lasciandomi da sola e per tutto il tempo mi chiesi perché Yoongi mi avesse voluta con così tanta fretta se poi nemmeno mi calcolava.

Jk: <Scendi da lì ragazzina, non sei mica a casa tua.> disse con tono stizzito entrando in cucina.

Nj: <Dai Kook non essere così cattivo.> ci scherzò su il viola, mentre mi guardava scendere.

Namjoon, Jungkook e Yoongi furono i primi ad entrare, Jimin li seguì subito dopo andando a sedersi sul divano a guardando qualcosa sul cellulare, mentre Seokjin e Hoseok mancavano all'appello e con loro anche Taehyung.

<Allora, volete dirmi perché mi avete fatto saltare il mio turno al ristorante?> chiesi curiosa.

Yg: <Dimenticati di quel lavoro. Puoi lavorare la mattina se proprio devi, ma poi devi essere sempre libera.> disse mentre con un cenno fece avvicinare Namjoon.

Il viola lanciò sulla penisola un fascicolo che non avevo nemmeno notato e con un cenno della testa mi fece capire che dovevo leggero. La prima cosa che saltò all'occhio aprendolo fu una foto di un uomo sulla quarantina passata con barba e capelli neri, molto probabilmente di origini occidentali. Su uno dei due zigomi si trovava un grosso tatuaggio nero rappresentante un tridente che rendeva lo sguardo dell'uomo ancora piú intimidatorio.
Sotto la foto invece si trovava un foglietto azzurro con tutte le sue generalità e sotto ancora, vari fogli che descrivevano nei minimi dettagli tutti i sui suoi spostamenti nell'ultimo mese.

Yg: <Dawid Nowak, fornisce armi ad un'organizzazione losca qui in Corea. Dobbiamo estorcergli informazioni su un suo acquirente.> Spiegò, vedendo la mia faccia confusa.

<Io a che devo fare?> chiesi passando lo sguardo su tutti i presenti.

Yg: <Per stasera farai solo presenza. Con un bel vestitino potresti esserci d'aiuto.> lo guardai male, incrociando le braccia sotto al seno.

<Aspetta, il mio ruolo nel gruppo sarebbe la troietta di turno?> chiesi stupita.

Jk: <Sarà un lavoretto facile per te, sei abituata a spogliarti per gli uomini no?!> mi schernì Jungkook.

Non riuscii a ignorare le sue parole e per la rabbia scattai dandogli uno spintone. Per la sorpresa il ragazzo andò a sbattere contro il muro, ma dopo nemmeno un attimo di confusione si riprese avvicinandosi con uno sguardo di fuoco fino a far sfiorare i nostri petti.

Tremavo, ma non mi pentivo affatto della mia azione: avevo anche io un orgoglio. Mi costrinsi infatti a non spostarmi e a guardare Jungkook fisso negli occhi, cosa che però mi venne difficile vista la nostra differenza di altezza.

Jk: <Non. Toccarmi. Mai. Più.> scandì il ragazzo alzando una mano che poi riabbassò, come se si stesse costringendo a stare buono. <Sei fortunata che servi a Yoongi, ma sta certa che non sarà così ancora per molto. Quando non gli servirai più sarò pronto ad ucciderti con le mie stesse mani.> finalmente si spostò, ma appena fece un passo gli risposi a tono, sorprendendo pure me stessa.

<Vai a farti fottere!> mi scappò dalla bocca.

Chiusi gli occhi e cominciai ad insultarmi in tutte le lingue che conoscevo. Da dove arrivava tutto questo coraggio?
Forse Jungkook aveva ragione: sapevo che il corvino aveva bisogno di me, almeno per ora, e per questo la mia parte sfacciata usciva allo scoperto.

Set Me Free || M.YgDove le storie prendono vita. Scoprilo ora