Cap. 1

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|Cattive notizie|

Bip...

Bip...

Bip...

I miei occhi si aprirono e mi ritrovai catapultata nella realtà, realtà nella quale non sarei voluta tornare. Mia madre dormiva ancora, aveva un viso rilassato e tranquillo, come se la sofferenza di quegli ultimi mesi fosse sparita.
Mamma era ammalata da ormai tre anni di una grave infezione ai polmoni, che le causava oltre a vari dolori, difficoltà a respirare normalmente. Con il passare delle ultime settimane però, era peggiorata sempre di più, fino all'aver bisogno di un intervento e di una serie di cure che noi purtroppo non potevamo permetterci.

Facevo tre lavori diversi per riuscire a pagare almeno le cure di base: la mattina lavoravo in un Caffè gestito da una coppia di anziani molto gentili e nel pomeriggio lavavo i piatti in un ristorante situato nel centro città. La sera invece, pulivo e sistemavo un centro per capelli diretto da una signora di origini cinesi molto snob, ma che pagava abbastanza bene.

Nonostante ciò, il ricavato dei lavori veniva quasi del tutto prosciugato da quelle cure e rimaneva quel poco essenziale per pagare le altre spese. Mamma odiava il fatto che quei soldi non li usassi per me, ma io avrei fatto di tutto per aiutarla, d'altronde era l'unico membro della famiglia che avevo e lasciarla sola era una cosa fuori questione.

Come ogni martedì sera, finito di pulire il negozio, venivo a farle compagnia e rimanevo a dormire in ospedale, anche se lei mi ordinava tutte le volte di tornare a casa perchè voleva che stessi più comoda.
Abitavo in un piccolo appartamento al limite del centro su una delle innumerevoli colline della città, ma l'unico momento in cui realmente ci tornavo era per dormire alla fine dei vari turni di lavoro.

Era un appartamento abbastanza piccolo e spoglio, anche se io mi divertivo a definirlo minimalista: avevo deciso di comprare solo lo stretto necessario e ciò significava un letto, un armadio, una piccola tv e un divanetto che per quanto piccolo fosse, occupava quasi più della metà del mio soggiorno.
Una cosa positiva di quell'appartamento però, era il bellissimo panorama che si vedeva dalla finestra a parete posta in camera mia proprio sopra il letto che mostrava dall'alto tutto il centro della città.

Tornai in me. L'orologio appeso sul muro della camera d'ospedale segnava le otto del mattino; ero in leggero ritardo per il mio primo turno di lavoro, per questo le diedi un veloce bacio sulla guancia stando attenta a non svegliarla e dopo aver preso le mie cose, mi incamminai verso il Caffè.

Il bar in cui lavoravo era molto accogliente e ad essere sincera era l'unico lavoro tra i tre a cui andavo con un leggero sorriso stampato sul volto.
I proprietari erano una coppia di anziani molto arzilli che arrivavano si e no ai settant'anni - anche se non li dimostravano affatto. Mi hanno fatto sentire parte della loro famiglia fin da subito e non erano poche le volte in cui mi avevano dato uno stipendio maggiore di quello che effettivamente meritassi, solo per darmi una mano.

Jj: <Buongiorno Dede.> mi salutò con un abbraccio il mio "collega".

Joojin era il ragazzo con cui lavoravo al bar, ma era anche l'unico amico che avevo.
Ci eravamo incontrati per la prima volta circa otto mesi prima, io lavoravo al bar da più di tre mesi quando venne a fare il colloquio per il posto che si era liberato e il signor Seng mi affidò il compito di tenerlo d'occhio per evitare che combinasse qualche guaio, essendo lui un totale imbranato. Inutile dire che Joojin fece qualsiasi tipo di errore possibile, dallo sbagliare a scrivere gli ordini, al versare il caffè addosso ai clienti, ma pian piano, con un po' di aiuto era riuscito a migliorare e a commettere sempre meno errori, per fortuna aggiungerei.

Set Me Free || M.YgDove le storie prendono vita. Scoprilo ora