Cap. 18

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|Sorprese (in)desiderate|

Jj: <Allora... sai già che vuoi fare per il tuo compleanno?> disse appoggiandosi al bancone su cui stavo sistemando una sopra l'altra le tazzine da caffè che avevo appena finito di lavare.

Mancavano meno di due settimane al mio compleanno e il mio caro amico Jj mi aveva costantemente tartassato di domande per scoprire che cosa desiderassi quest'anno, ma per quanto gli volessi bene e per quanto apprezzarsi il suo entusiasmo nel voler farmi felice, la sua voce esuberante aveva cominciato a farmi venire mal di testa.

<Non penso farò qualcosa.> dissi cercando di chiudere lì l'argomento, avendo molte altre faccende da finire.

Jj: <Ma Dede, sono i tuoi venticinque anni!> disse non mollandomi un secondo.

<È soltanto un numero.> sospirai esausta, ma con un leggero sorriso quando notai la sua faccia da bimbo oltraggiato.

Aprì la bocca per rispondermi, probabilmente per farmi un discorso su come ogni anno fosse importante e irripetibile, ma si bloccò appena sentì una ragazzina chiamarlo dalla cassa per poter ordinare.

<Pensa a lavorare che è meglio.> lo spinsi piano, andando poi a pulire il tavolo che dei clienti avevano appena lasciato.

Presi le cose da lavare sistemandole con un equilibrio precario sul vassoio e tornando indietro pregai non cadesse nulla, ma quella non doveva essere la mia giornata perchè girandomi andai a scontrarmi con qualcuno. I mesi di esperienza come cameriera mi furono utili per tenere il vassoio dritto, ma sfortunatamente non per salvare una tazzina che scivolò sul pavimento di mattonelle rompendosi in mille pezzi.

Merda...

Per prima cosa mi inchinai scusandomi con il cliente, poi corsi a prendere una scopa per pulire il disastro. Una voce però, mi fece bloccare e allo stesso tempo gelare il sangue.

Mh: <Hyerim? Che piacere rivederti.> sorrise contento.

E lui che ci fa qui?

<Oh, il ragazzo della festa!> dissi con finta sorpresa, ricambiando il sorriso.

Mh: <Sembra che l'unico modo per incontrarci sia venirci addosso.> disse divertito, facendo scivolare i suoi occhi sul mio corpo per poi fermarsi sul vassoio che tenevo in mano.

<Quel bra-> Cercò di dire qualcos'altro, ma Joojin urlò da dietro il bancone chiedendomi di pulire uno dei tavoli all'ingresso e mentalmente lo ringrazia per avermi dato una scusa per allontanarmi da quel ragazzo. <Scusatemi.>

Passai i minuti successivi con i nervi a fior di pelle mentre tenevo d'occhio il tavolo a cui sedeva Minho assieme a due dei suoi uomini, arrivati più tardi. Uno di loro si tolse la mascherina e il berretto e potei riconoscere il cliente dai capelli ramati dell'altra volta, che con un sorriso di cortesia mi salutò.
Mentalmente mi obbligai a osservare ogni dettaglio così da poterli poi riferire ai ragazzi, ma visti semplicemente dall'esterno sembravano dei normali amici che si erano incontrati per fare colazione in compagnia, anche se io sapevo bene che non era affatto così.

Continuai a lavorare e solo quando quegli uomini se ne andarono, potei tornare a respirare normalmente. Andai a ripulire il tavolo, ma spostando uno dei bicchiere un biglietto colorato attirò la mia attenzione.

Aprendolo trovai un numero di telefono. Mi misi a ridere incredula appena realizzai che fosse il numero di Kang Minho.

Jj: <Che cos'è?> mi chiese curioso il mio amico, strappandomi di mano il biglietto. <Non ci credo! La mia dongsaeng ha fatto breccia nel cuore di qualcuno.> mi prese in giro.

Set Me Free || M.YgDove le storie prendono vita. Scoprilo ora