Cap. 2 - L'amico di mio cugino

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<<Al terzo>> rispose guardandolo cliccare il tasto che poco fa lei aveva premuto.

<<ANCHE IO!>> sorrise il giovane.

[nome] ridacchiò sotto ai baffi e lo osservò: aveva dei strani capelli grigi a punta più scuri verso la cute, delle sopracciglia folte e piuttosto arcuate, e degli occhi inquietanti. Erano davvero grandi, rotondi e di un insolito colore dorato. Per non parlare della corporatura, era un colosso muscoloso di un metro e novanta che sovrastava la piccola [nome] che, in confronto, sembrava un hobbit.

Quel ragazzo emanava energia da tutti i pori, sembrava quasi uno di quei bambini delle elementari iperattivi che parlano freneticamente e fanno sempre casini.

[nome] si sentì un po' a disagio nell'esser fissata da quegli occhioni gialli così intensi ma, per sua fortuna, la porta dell'ascensore si aprì.

I due scesero e si trovarono in un lungo corridoio che portava a vari appartamenti.

<<GRAZIE ANCORA E SCUSA PER IL DISTURBO!>> urlò lui per poi correre nella direzione opposta a quella in cui si stava dirigendo [nome].

<<Che tipo!>> mormorò la giovane fra sé e sé ma, come un fulmine, il giovane tornò davanti a lei bloccandole la strada. Si chinò in avanti com'era solito fare in Giappone e strepitò nuovamente rompendo il silenzio pacifico del condominio: <<PER CASO SAI DOVE ABITA AKAASHI KEIJI?>>

[nome] rimase sorpresa nel sentire quelle parole ma cercò di non dar troppo a vedere il suo stupore.

"Non immaginavo fosse un tipo del genere l'amico di Keiji" pensò perplessa sorpassando il ragazzo che la seguì con lo sguardo.

<<Seguimi e non fare casino per favore>> disse [nome] continuando a camminare.

<<GRAZ->> fece per rispondere il giovane ma si corresse subito parlando con un tono di voce più moderato <<Grazie>>

Saltellò entusiasta seguendo la ragazza fino ad una porta con su scritto "Akaashi".

[nome] prese dalla borsa delle chiavi ed entrò togliendosi le scarpe e lasciandole all'entrata.

<<Siete arrivati finalmente>> affermò Keiji avvicinandosi ai due.

<<AKAASHI! MI SEI MANCATO TANTISSIMO!>> esclamò il grigio buttandosi addosso al ragazzo e stringendolo a sé

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<<AKAASHI! MI SEI MANCATO TANTISSIMO!>> esclamò il grigio buttandosi addosso al ragazzo e stringendolo a sé.

[nome] sorrise divertita posando la giacca sull'appendiabiti per poi dirigersi in camera e sistemare la borsa che usava per l'università. Dopodiché andò in bagno e si lavò le mani andando poi in cucina ad aiutare il cugino.

<<Certo che potevi dirmelo che ti eri trovato la ragazza!>> disse l'amico con un'espressione imbronciata appollaiato su un cuscino mentre fissava il corvino preparare la cena <<Vi assomigliate parecchio!>>

[nome] scoppiò a ridere imbarazzata mentre stendeva la tovaglia sulla tavola.

<<Non siamo fidanzati, siamo cugini>> sottolineò lei <<E comunque non ci siamo ancora presentati, io sono [nome]!>> esclamò avvicinandosi al grigio che la guardò scioccato.

<<AH! Mi sembrava strano che quel noioso di Akaashi avesse una fidanzata>>

[nome] continuò a ridere mentre il ragazzo in questione li fulminava con lo sguardo.

<<Io sono Bokuto Kōtarō, tanto piacere!>> si presentò stringendole forte la mano.

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La cena fu finalmente pronta e, anche se Keiji non era un cuoco eccellente, tutti mangiarono con appetito.

<<Quindi non sei di Tokyo?>> domandò Bokuto con la bocca piena mentre continuava ad ingozzarsi a più non posso.

<<No, sono italiana>> spiegò lei.

Il grigio rizzò i capelli.

<<Ah, ecco... Mamma mia! Come tu stai? Buongiorno!>> esclamò lui impacciato facendo ridere e cringiare allo stesso tempo [nome].

<<Parliamo giapponese che è meglio>>

Keiji guardò la cugina e si sorprese nel vederla così tranquilla ed a suo agio, solitamente, ogni sera, quando tornava dall'università, era stremata e cupa e parlava pochissimo, ma con Bokuto era completamente diversa.

"Forse non è stata una cattiva idea invitarlo a cena" pensò.

All'inizio, quando [nome] era arrivata in Giappone, era un'esplosione di emozioni: sorrideva sempre, era al settimo cielo per aver preso in mano la sua vita ed aver tagliato il cordone ombelicale con la sua famiglia che la teneva troppo legata a sé ma, al contempo, era anche triste perché si sentiva sola e spaesata. Iniziando l'università si era completamente immersa nello studio e Keiji non la vide più spensierata com'era al suo arrivo.

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Finito di cenare, i tre chiacchierarono allegramente giocando a carte e guardando un po' di televisione ma Bokuto non si accorse che ormai si era fatto tardi.

<<I PULLMAN NON PASSANO PIÙ, COME TORNO A CASA ORA!?>> piagnucolò il grigio mettendosi le mani fra i capelli.

Keiji andò in camera sua e, dopo poco, tornò buttandogli addosso un futon di riserva che teneva nel suo armadio.

<<Se non fai casino, puoi dormire qui>> disse il corvino.

Gli occhi di Bokuto diventarono lucidi e saltò addosso al povero amico che dovette subirsi le sue moine di ringraziamento

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Gli occhi di Bokuto diventarono lucidi e saltò addosso al povero amico che dovette subirsi le sue moine di ringraziamento.

[nome] sorrise alzandosi dal tavolo, salutò i due ragazzi e si chiuse in camera a rivedere alcuni appunti che aveva scritto.

Sulle sue spalle c'erano le aspettative della sua famiglia e tutti i soldi che avevano speso per mandarla a studiare in Giappone. Fortunatamente c'era Keiji che poteva ospitarla spendendo molto meno di quanto avrebbe pagato un appartamento per conto proprio. Non voleva e non poteva deludere la sua famiglia che aveva faticato tanto per farla studiare. Ma, quelle aspettative, la stavano lentamente logorando nonostante non volesse darlo a vedere.

Intanto, Akaashi e Bokuto avevano sistemato il soggiorno in modo che quest'ultimo avesse potuto dormire tranquillamente visto che la camera di Keiji era piuttosto piccola per ospitare un'altra persona.

Bokuto si addormentò subito e russò talmente forte da sentirsi in tutto all'appartamento, Keiji riguardò alcune bozze di lavoro prima di dormire e [nome] sistemò i suoi appunti finché non collassò sulla scrivania per la stanchezza.

[ Bokuto Kōtarō x Female Reader ] ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora