Capitolo 9: Niente più differenze

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Capitolo 9
Niente più differenze...
 

"E tu che ci fai qui?"

Hermione era sbalordita, e per un momento non pensò... o forse pensò talmente tante cose tutte insieme, che il cervello le andò in cortocircuito, lasciandole un brutto vuoto in testa. Si portò freneticamente i capelli dietro le orecchie in un gesto automatico, tipico di quando era nervosa o imbarazzata... ed in quel momento era tutt'e due le cose. Aveva lo sguardo che trasmetteva chiaramente la sorpresa e l'irritazione, e non riusciva a decidere quale tra i due sentimenti l'avesse travolta maggiormente dopo aver messo a fuoco la figura piazzata fuori dalla porta di casa. Aveva sbattuto le palpebre, sperando in un errore, poi aveva stabilito definitivamente che quello sì, era proprio Draco Malfoy: biondo, lineamenti aristocratici, abbigliato in modo costoso, bello... gli occhi che mandavano scintille, ed un mazzo di fiori in mano. Un mazzo di fiori in mano? No. Qualcosa non quadrava, era ovvio. E così, senza farsi notare, Hermione strinse forte la bacchetta nella mano, allarmata, pronta ad ogni evenienza. Merlino santissimo, o quell'uomo era decisamente impazzito, o qualcuno sotto polisucco si stava apprestando a farle uno scherzo davvero molto poco divertente.

Se una vecchietta con un cagnolino a guinzaglio fosse passata di lì per la sua passeggiata, avrebbe creduto in una scenetta romantica e forse avrebbe anche sorriso, ripensando alla sua gioventù; un ragazzetto sfacciato invece, non si sarebbe fatto sfuggire l'occasione di fischiare nella loro direzione, lanciando una battutina neanche tanto velata sul finale della serata. La mente umana poteva essere ingannata davvero con poco, perchè la realtà era ben diversa dall'apparenza, e l'uomo in attesa sul suo uscio, non era il corteggiatore infatuato che spera in un sì; al contrario... i suoi modi di fare e sopratutto il tono di voce che utilizzò, lasciarono invece trapelare il malumore, il risentimento quasi:

"Dovevo ringraziarti per aver archiviato il procedimento contro di me e la mia collezione di oggetti oscuri... Tutto qui."

Draco parlò evitando gli occhi di Hermione, dopodichè strinse i denti e, disperato, soffermò lo sguardo su altri punti del suo viso, come il naso fine, le labbra disegnate, i capelli morbidi... e non si rese neanche conto che, preso dal nervosismo, ancora impugnava i fiori nella mano destra, senza averglieli offerti.

Hermione lo guardò, sollevando un sopracciglio scettica, smettendola una buona volta di toccarsi i capelli. Ogni secondo che passava era sempre più turbata, anche se, grazie a quella squallida spiegazione, seppe per certo che si trattava di Draco Malfoy in carne ed ossa. Solo lui poteva parlarle con quel tono contrito, nervoso, riluttante, in una parola: odioso. Si domandò disorientata cosa lo avesse spinto a fare quel gesto se il malumore che trapelava dalla sua voce, dal suo sguardo e da tutto il suo essere era così palese, e allora gli rispose: "N-non dovevi disturbarti a venire fin qui... cioè... non ce n'era bisogno. Sopratutto se farlo ti è costato così tanto, Malfoy! Non è che me ne faccia granchè di un ringraziamento a denti stretti."

Draco incassò il colpo in silenzio, senza sbraitare, senza incazzarsi, senza attaccarla... consapevole di essere un idiota. Senza nemmeno volerlo, riuscì finalmente a posare i suoi occhi in quelli di lei, e ci vide la sorpresa, la confusione, forse l'imbarazzo (possibile che Hermione Granger fosse imbarazzata da lui?) e un pizzico di umorismo. Merda... ma perchè la vita doveva averlo messo di fronte ad una prova simile? Era da poco passata l'ora di cena, la sua serata tipo sarebbe stata di fronte ad una generosa dose di ogden stravecchio, magari a rimbeccarsi con suo padre su questioni finanziarie, oppure a togliersi certi pruriti... Invece si trovava sperduto in un paesino babbano dell'Oxfordshire, col desiderio di sprofondare sotto terra per la mossa a dir poco avventata (ora se ne rendeva davvero conto) di presentarsi all'indirizzo di Hermione Granger ed avere la maledetta pretesa di scoprire, con la stessa facilità di un colpo di bacchetta, che tipo di maleficio avesse colpito il suo bracciale, risolvere la questione, scappare a gambe levate, e rifugiarsi di nuovo sano e salvo nella sua campana di vetro, isolata, protetta... intoccabile.

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