Epilogo: Scagionato Marcus Belby!!!

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Il nipote del famoso pozionista Damocles Belby è stato rilasciato dopo sette mesi di prigionia ad Azkaban! L'accusa di omicidio nei confronti del nonno, è caduta dopo lunghe ed accurate indagini effettuate personalmente dal Capo Auror: Harry Potter. Il pozionista sarebbe stato ucciso, secondo le indiscrezioni del Ministero, dallo spirito di Fenrir Greyback, il lupo mannaro che fu seguace di colui-che-non-doveva-esser-nominato, e morto otto anni fa in una notte di luna piena! I dettagli non sono ancora pervenuti, ma pare che durante una seduta spiritica, Greyback si sia insinuato all'interno di un bracciale, ed abbia posseduto la mente del giovane Marcus, spingendolo ad uccidere suo nonno.
Il ragazzo è uscito di prigione ieri mattina, ed è apparso subito pallido, emanciato, smarrito e provato psicologicamente. Il Ministero però, fa sapere che Marcus Belby non verrà risarcito economicamente per l'errore giudiziario, in quanto i sette mesi di carcere gli sono stati conteggiati per un altro reato:
Pare infatti che la seduta spiritica capace di aprire il passaggio al lupo mannaro, sia stata operata proprio dall'inconsapevole Marcus Belby che, probabilmente, ignorava i pericoli del gesto. Il ragazzo, insieme a due vecchi compagni di scuola (Harper e Warrington, anch'essi appena scagionati) aveva messo in piedi una piccola organizzazione truffaldina a danno di poveri babbani creduloni che pagavano fior di sterline, nella convinzione di parlare con i propri cari defunti. Forse i tre cialtroni avevano dimenticato che il codice giudiziario magico punisce severamente l'esposizione della magia di fronte ai babbani, l'evocazione di spiriti per scopi non nobili e la truffa in generale!!! Marcus Belby ovviamente, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, mostrandosi però alquanto sollevato per esser finalmente uscito di cella...

Draco Malfoy fece una smorfia annoiata, e richiuse la Gazzetta del Profeta gettandola incurante sul divano. Nel suo studio regnava un silenzio assoluto, rotto soltanto dal ticchettio di orologio a pendolo e dal cinguettio di un paio di fringuelli proveniente dal giardino.

Era stata una settimana pesante quella appena conclusa, Draco aveva girato tutta l'Inghilterra per recuperare gli affari che aveva lasciato indietro a causa di quella storia assurda che, per fortuna, era finita senza grandi tragedie. La sua routine quotidiana aveva ripreso il ritmo di sempre, alleggerita pure di un ulteriore pensiero: qualche giorno prima infatti, Harry Potter, accompagnato da alcuni Auror, era venuto a liberarlo dal quadro maledetto di Augustus Jenkins, per portarlo in tutta segretezza al Ministero e collocarlo definitivamente nell'ufficio misteri, sotto il controllo degli Indicibili. Quella era stata la prima volta, forse, che lui non si era opposto ad un'idea di Potter, ma anzi... si era sentito così sollevato all'idea di separarsi da quel manufatto oscuro, che era riuscito addirittura a pronunciare un ringraziamento a denti stretti.

Si avvicinò ad uno specchio dalla cornice dorata, appeso sul muro accanto alla finestra, e si lisciò il colletto della camicia bianca perfettamente stirata dagli elfi; aggrottò le sopracciglia, maledicendo mentalmente i suoi capelli un po' troppo radi sulle tempie, poi si massaggiò le gote, la mascella ed il mento, soddisfatto della rasatura.

Era un po' nervoso Draco, perchè doveva andare a Diagon Alley, e la cosa non gli piaceva per niente... Stare in mezzo ad una marmaglia di maghi che lo guardavano male, non rientrava nei suoi piani. Ma dopo anni di isolamento volontario, la vita lo aveva costretto ad esporsi di nuovo alla società, ed anche se avrebbe preferito di gran lunga restarsene per affari propri, sapeva che tutto ciò prima o poi sarebbe successo. Doveva farsene una ragione. Tempo fa, una donna gli aveva detto che doveva fottersene del giudizio degli altri, che per andare avanti avrebbe dovuto perdonare soltanto se stesso, ed accettare con rassegnazione gli errori che aveva commesso in passato, imparando da essi.

Sorrise impercettibilmente, ed una pace mai provata prima avvolse il suo animo tormentato da troppi anni; era una sensazione nuova ed incredibilmente piacevole, che lo scaldava da capo a piedi e gli faceva credere che potesse esserci del buono anche in un uomo marcio come lui. Quell'emozione avvolgente però, derivava da un sentimento nuovo, un sentimento che con l'odio, l'arroganza, e l'orgoglio che lo avevano sempre caratterizzato, non c'entrava più niente...

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