Capitolo 11: Zuccotti di zucca

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Prigione di Azkaban

"Ti prego, Harry! Fa qualcosa... io non volevo uccidere mio nonno! Non ero nemmeno cosciente mentre lo facevo.... dannazione! Ho ripreso il controllo della mia mente quando lui era già morto. Io non so chi o cosa sia stato, ma si è come impossessato di me... lo giuroooo, Harry!"

Malcus Belby piangeva a dirotto mentre pregava Harry Potter, che era giunto a fargli visita insieme ad un altro uomo, un uomo che a Marcus sembrava familiare, anche se non riusciva a riconoscerne con precisione l'identità. Si trovavano nella grande stanza adibita agli interrogatori: Marcus seduto da un lato del tavolo, gli altri due dall'altra parte. Gli metteva sempre parecchia soggezione essere interrogato, soprattutto perchè nessuno mai gli credeva! Quando gli Auror lo incalzavano con le loro domande, non facevano altro che guardarlo con quelle facce sardoniche, che sembravano dirgli: Si si certo... non sei stato tu!
 

E così... in quei tre mesi di carcere Marcus Belby era dimagrito visibilmente, il suo viso era pallido, le speranze lo avevano abbandonato, e la sua salute psicologica era peggiorata al punto di essere caduto irrimediabilmente nella depressione. Non faceva che sbraitare le stesse cose dalla mattina alla sera: NON SONO STATO IO! Fino a crollare distrutto sul lettino della sua cella.

Quando aveva visto entrare il Capo degli Auror con l'intenzione di metterlo sotto torchio per la prima volta da che lo avevano arrestato, credette sinceramente che ci fosse una speranza, o almeno che fosse subentrato qualche nuovo elemento nel suo caso! Altrimenti, pensò, non si sarebbe di certo scomodato Harry Potter in persona, a fargli visita!

"Non me ne frega un cazzo dei tuoi piagnistei, Belby! Ci interessa quello che hai da dire sul bracciale che indossavi quando hai ammazzato tuo nonno!"

Non era stato Harry a parlare, ovviamente. Draco Malfoy aveva sputato queste parole senza un briciolo di rispetto, perchè non sopportava più tutte quelle perdite di tempo! Aveva fretta di scoprire cosa stava succedendo ad Hermione Granger, e soprattutto di scoprire di chi fosse la colpa... per fargliela pagare amaramente. Il suo corpo era tutto un fremito, mentre aspettava che Belby parlasse. E preferì non pensare al reale motivo per cui in cuor suo già odiava quel cretino con la divisa da prigioniero...

Gli dava così fastidio ripensare al terrore di Hermione, alla sua stanchezza, ai malesseri, o a come lo spirito oscuro la opprimesse, tanto da ferirla pure nel corpo, oltre che nella mente. Erano pensieri che Draco manteneva per sé, troppo assurdi perfino per lui. Si odiava per avere la sfacciataggine di formularli, e di conseguenza odiava anche gli altri: odiava Harry Potter per averlo costretto in quella situazione, odiava sua madre per avergli messo un mazzo di fiori in mano quel maledetto giorno, odiava Augustus Jenkins perchè era stato lui a denunciarlo agli Auror provocando una catena d'eventi inimmaginabile, odiava la sua collezione di manufatti oscuri perchè era stata colpa di quella se la sua vita era andata ad incrociare quella di Hermione Granger, ed odiava Hermione Granger perchè... gli piaceva, da morire. Ecco. Quest'ultima poi, era una cosa che andava ad aggiungersi alla lista dei motivi per cui Draco Malfoy si sentiva un verme, e anche alla lista dei motivi per cui doveva tornare al più presto a rinchiudersi nella sua isolata quotidianità. Lo doveva fare per proteggersi, per non cadere nel ridicolo, per evitare il disprezzo che lei gli avrebbe rivolto, se solo si fosse accorta di una simile debolezza da parte sua.

"Malfoy, datti una regolata per Merlino!" Si incazzò Harry, che senza attendere risposta, si rivolse a Belby in tono più incoraggiante: "Marcus, c'è un piccolo dettaglio nella tua storia che potrebbe avvalorare l'ipotesi della tua innocenza, ma tu devi dirmi tutto quello che sai sul bracciale che indossavi quando tuo nonno è stato ucciso!"

A Marcus Belby brillarono gli occhi di una fantastica speranza nel sentire la parola innocenza, ma ci mise poco ad intristirsi di nuovo, dato che poco o nulla sapeva del gioiello, e soprattutto cosa diavolo potesse avere a che fare con l'omicidio: "Non so... non so cosa dire, Harry! Non so cosa c'entra il bracciale con tutto questo! Cavolo... non era neanche mio!" Marcus era confuso, si vedeva dalla sua espressione. "Faceva parte dell'eredità di mio nonno. Lui era malato di Alzheimer, sapete cos'è? Beh... è una malattia che colpisce in particolare i babbani, fa dimenticare le cose, ecco! Ultimamente era peggiorato, così l'avevamo trasferito a casa nostra, ed essendo il suo unico nipote, ho ereditato lo scrigno dei suoi ori. Il bracciale era lì, sopra a tutti gli altri gioielli! Mi piaceva. Io odoro collezionare oggetti vecchi, e quel bracciale era così... così..."

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