Capitolo 19: Ministero della Magia

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Nell'ora di punta, il pavimento nero e lucido dell'atrio del Ministero veniva calpestato da centinaia e centinaia di piedi; gli aereoplanini di carta incantati sfrecciavano alla velocità della luce per infilarsi in ogni corridoio, ogni porta, ogni ascensore; i camini lavoravano incessantemente sputando o risucchiando maghi; voci metalliche e monotone davano informazioni generiche ai visitatori o ai dipendenti... insomma: il caos regnava incontrastato. Draco Malfoy registrò la sua bacchetta al banco dell'accettazione, guardandosi intorno con crescente nervosismo: non amava stare a contatto con tutta quella gente, ed ultimamente gli stava capitando spesso! Troppo spesso! Aveva messo piede al Ministero più volte negli ultimi mesi che in tutta la sua vita!
 

"Ho un appuntamento con il Capo degli Auror."

Pronunciò con voce svogliata, in direzione dell'uomo di mezza età seduto dietro la scrivania, che annuì riconsegnandogli la bacchetta. Draco se la rinfilò nella tasca interna della giacca e gli diede le spalle, senza neanche darsi la pena di ringraziarlo. Non era mai stato particolarmente garbato con nessuno Draco, ma la confusione di maghi che correvano, si urtavano, cianciavano con voce alta, o ridevano, lo stava innervosendo ancora di più, lui che era abituato da anni al silenzio della sua solitudine volontaria... E poi lo guardavano, e questo lo mandava in bestia più di ogni altra cosa: lo osservavano di sottecchi, come fosse una bestia curiosa, gli lanciavano fugaci occhiate malevole, come per fargli capire che non era gradito, alcuni addirittura si erano dati delle gomitate sussurrando tra loro.
 

Aveva l'aria truce mentre schivava la gente per dirigersi spedito al secondo piano, dove lo aspettava Potter con i risultati delle analisi effettuate sul sangue del bracciale della signora Belby. Si trattava di informazioni fondamentali, che con altissime probabilità gli avrebbero permesso di avvicinarsi alla soluzione, e Draco pregò con tutte le forze che fosse vero, per poter mettere finalmente un punto ad una situazione che stava diventando, per lui, imbarazzante, deprimente, sgradevole, dolorosa perfino...

Quando alzò lo sguardo, vide Hermione immobile di fronte a lui, che lo guardava anch'essa con gli occhi sgranati di sbigottimento. Stringeva la sua ventiquattrore in una mano, aveva i capelli sciolti portati su una spalla, ed era meravigliosa. Non era obiettivamente la donna più bella del mondo, Draco ne aveva viste parecchie di bellezze statuarie, anzi, a dire il vero qualcuna se l'era perfino portata a letto, per attrazione! Come tutti gli uomini possono essere attratti dalla sensualità prorompente di una femmina formosa e scaltra. Ma era quell'attrazione che ti tiene con i piedi ben piantati per terra, che non ti fa perdere la testa come un cretino, che non ti fa innamorare. Ecco. Perchè per l'amore serviva ben altro...

L'amore non guarda la taglia di un seno, o la sensualità sfacciata che viene usata per piacere a tutti i costi! Per amare basta perdere lo sguardo nei suoi occhi, imbambolarsi ad ascoltare il cuore fare le capriole, guardare i lineamenti puliti e perfetti di un viso, sorridere ai gesti timidi e impacciati di lei che si imbarazza per tua presenza. Esattamente quello che Hermione gli stava procurando in quel momento.

Purtroppo però, perse all'istante ogni slancio, ricordando come l'avesse allontanato dopo che lui, come une un idiota, l'aveva amata senza freni, senza nascondersi, buttando alle ortiche tutte le difese che aveva eretto negli anni attorno alla sua persona. Trattato come una scarpa vecchia, dopo essere stato manipolato. E pensare che di norma erano gli uomini ad approfittarsi delle donne!

Fu tentato di darle le spalle e cambiare direzione: a Draco, ormai deluso, faceva male pure solo averla davanti. Un'ondata di gelo intenso lo pervase da capo a piedi, come se il sangue avesse smesso di circolargli nel corpo, i polmoni congelati non volessero riempirsi d'aria, come se uno schianto all'altezza del cuore avesse frantumato ogni suo equilibrio.
 

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