Capitolo 22: Un milione di donne sulla faccia della terra

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Nel momento esatto in cui Draco vide Hermione seduta a gambe incrociate sul letto della sua camera con l'orsacchiotto fra le mani, meditò seriamente di richiudere la porta ed andare nella stanza più lontana a battere la testa contro il muro per autopunirsi come un elfo domestico quando sa di aver combinato qualcosa di stupido.

Deglutì... un po' per la vergogna, e un po' per stizza verso se stesso. Aveva comprato quell'orsacchiotto per uno slancio indefinibile, sentendosi per un attimo un uomo comune, che vede qualcosa di carino e pensa alla propria donna. Gli era pure piaciuta quella sensazione, lo aveva terribilmente esaltato, peccato che pochi minuti dopo la realtà lo aveva rimesso con i piedi a terra, ammonendolo rigidamente per la cazzata che aveva commesso: Hermione non era la sua donna innanzi tutto, e poi Draco non poteva sapere i suoi gusti e... e non poteva permettersi di fare una figura di merda simile! Ne andava del suo orgoglio, della sua vanità, del suo autocontrollo e della reputazione di freddezza che si era costruito in tutto quel tempo. Così si era infuriato, per aver ceduto alla debolezza di quel gesto tanto normale... normale per qualsiasi uomo, ma non per lui! E allora aveva sbattuto l'orsacchiotto sul comodino della sua camera da letto, lì dove sua madre o suo padre non mettevano mai i piedi, e ce l'aveva lasciato convinto che prima o poi l'avrebbe fatto buttare nella spazzatura.

"Cosa ci fai qui dentro?"

Era stato più forte di lui, perchè quando l'imbarazzo si impadroniva del suo corpo, non riusciva a fare a meno di diventare scontroso. Lei si voltò a guardarlo sorpresa, rimettendosi seduta in maniera più composta.

"Non sapevo che fare, Draco!" E fece spallucce.

"E quando non sai che fare, entri in una camera da letto? Potevi andare in biblioteca!"

La donna fece una piccola smorfia: "In mezzo ai libri ci passo la maggior parte del mio tempo. Ti può sembrare troppo strano se per una volta non ho voglia di leggere? E poi... La biblioteca è un territorio troppo neutro per scoprire qualcosa di più sul suo strambo proprietario!"

Draco sussultò: "Che vuoi dire?"

Hermione sospirò pesantemente: "Mentre eri fuori ho osservato le tue foto magiche, quelle appese alle pareti..."

Non sapeva se irritarsi per quell'invasione di privacy, o mettersi a ridere come un cretino; preferì lasciarla parlare. Ed Hermione indicò un quadretto in particolare, dove Draco se ne stava in piedi, tutto impettito, con la spilla della squadra d'inquisizione di Dolores Umbrige, affiancato da Crabble, Goyle, Parkinson, Bulstrode e Montague. "Bei tempi eh, Draco?!" Gli fece lei, con una punta di sarcasmo.

Draco pensò seriamente di buttarla fuori, ma Hermione ignorò la sua evidente collera per riprendere, sorridendo: "Eri odioso oltre ogni ragionevole limite!" E prese a ridere da sola, mettendosi una mano sulla bocca. "E poi... e poi fattelo dire: eri orribile, Draco! Credo che quella, sia stata la tua fase peggiore in assoluto! Ma che diavolo di capelli portavi?!"

L'uomo avanzò nella stanza, con le gote leggermente più colorate del normale: "Hai finito di prendermi per il culo?" Hermione gli indicò un'altra foto. Lì aveva circa cinque anni e rideva sgambettando per il giardino, provando a dare calci ad una palla. "Però eri adorabile da piccolo, con quegli occhioni!"

Alla fine, puntò lo sguardo sull'ultima immagine, che era molto più grande delle altre, ma non si muoveva. Lì, sembrava essere stato fotografato a sua insaputa, ed Hermione capì che era abbastanza recente, per via degli stessi lineamenti seri ed adulti che possedeva adesso. Se ne stava seduto su una poltrona a leggere la gazzetta del profeta, concentrato, e... bello. Che poi, bello lo era sempre stato, solo che ai tempi di scuola Hermione lo aveva odiato troppo, per accorgersene!

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