Capitolo 28:Quella sera, Ron divenne adulto

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"Come va con la traduzione delle fiabe di Beda, Hermione?"

"Oh... Molto bene Ron! Ho quasi finito anche la storia dei tre fratelli. Conto di pubblicare per maggio. Ho già preso contatti con il Ghirigoro per la presentazione, sai?!"

Erano quasi le otto di sera, Ronald Weasley era passato a trovare la sua amica prima di rientrare alla tana, ed in quel momento se ne stava comodamente seduto su una sedia della cucina a chiacchierare, mentre Hermione apriva sportelli, trafficava con le padelle, prendeva uova, formaggio, faceva svolazzare la bacchetta, tagliava verdure...

"Scusa Hermione, ma..." Ron la osservò con espressione confusa: "Mi hai sentito quando ti ho detto che non posso rimanere a cena?"

L'amica si girò sorpresa: "Certo che ti ho sentito Ron! Non sono mica sorda!"

"E allora perchè stai cucinando tutta quella roba?!"

Hermione arrossì lievemente, immobilizzandosi di colpo: "E-ecco... Emh..."
 

Ma un rumore forte in salotto, come di qualcosa che ruzzolava, li distrasse improvvisamente a vantaggio della donna, che non aveva avuto il coraggio di dire altro, oltre ad un incomprensibile borbottio: Ron Weasley non aveva capito ancora nulla di lei e di Malfoy, e nessuno si era preso la briga di informarlo. Perciò, quando alle sette e mezza di sera, si era ritrovata l'amico davanti all'uscio di casa, Hermione aveva pregato con tutto il cuore che lui non accettasse il suo doveroso invito cena, e non perchè non ce lo voleva, ma perchè non si sentiva ancora pronta ad esporsi al suo giudizio. In realtà, non si sentiva pronta a sbandierare niente ad anima viva. Non si sentiva pronta e basta.

Evidentemente però, il fato si era deciso a smascherarla, e la risposta alla domanda che Ron le aveva rivolto prima, si presentò dinanzi a loro in carne ed ossa: Draco Malfoy era apparso sulla soglia della cucina, passandosi ripetutamente le mani sulla camicia grigia, nel tentativo di togliere gli eventuali residui della cenere del camino. Quando sollevò gli occhi gelidi, piantandoli in quelli di Ron Weasley, alzò un sopracciglio, ma non disse nulla.
 

Hermione era rimasta paralizzata, vedendo concretizzarsi tutte le scene che aveva immaginato appena qualche minuto prima, allora si preparò psicologicamente a subirsi la ramanzina dell'amico, che l'avrebbe rimproverata fino allo sfinimento, accusandola di essere una pazza, una scriteriata, una che si era bevuta il cervello; che quello era un uomo da cui stare lontano almeno due chilometri, e bla bla bla, bla bla bla. La cosa brutta era che non poteva nemmeno permettersi di ribattere: Hermione era consapevole che Ron avrebbe avuto solo una sacrosanta, fottutissima ragione!

Sospirò pesantemente chiudendo gli occhi, e decise di voltarsi di nuovo verso la cucina, per finire di preparare la cena. Era un modo per estromettersi dalla realtà perchè, per una volta, Hermione non aveva voglia né di vedere, né di sentire cosa sarebbe successo tra quei due...

"Ma tu entri in casa degli altri in questa maniera?" Esclamò Ron, sbalordito.

Draco non si degnò neanche di rispondere, e con espressione di sufficienza, gli diede le spalle e se ne andò in soggiorno. Hermione invece, gettò all'amico un'occhiata rapidissima, per poi tornare a fingere di rimestare le verdure nella padella.

"Hermione... Ma tu non gli dici niente?"

"E cosa dovrei dirgli, Ron?" Era diventata rossa come un peperone, e non capiva se lui fosse davvero così tonto, o lo stesse facendo apposta per metterla in imbarazzo.

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