Capitolo 17: La potenza del sangue

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Negli incantesimi, specialmente in quelli di magia oscura, il sangue rappresenta un elemento fondamentale per sigillare e rendere la magia operata, durevole nel tempo. Il sangue umano serve per rigenerare, guarire, mettere in contatto anime, maledire, uccidere. Tramite il liquido organico utilizzato per una fattura, si possono ricavare informazioni estremamente utili per risalire a chi l'ha operata, ai destinatari dell'incantesimo, ai mutamenti, alla sua evoluzione, oltre a conoscere nei dettagli il patrimonio genetico dell'essere umano a cui è stato prelevato il sangue... ma qui si sconfina nella babbanologia, più precisamente nelle loro scienze mediche che, però, noi non tratteremo in questo libro.

Terribilis possesionem. Cura et scientia
 

Un temporale violento rompeva la quiete di quel tardo pomeriggio, e mentre un tuono forte disturbava i suoi timpani, Draco chiuse di scatto il libro che gli aveva dato il vecchio negoziante di Burgin&Burkes, arricciando disgustato il naso, per la polvere che se ne era sollevata.
 

Il sangue era la chiave di tutto.
 

Poteva essere un buon inizio quindi, analizzare il sangue contenuto nelle pietre del bracciale di Hermione per scoprire qualcosa in più, oltre a ciò che Marcus Belby aveva già raccontato. L'incanto Amethystus che Damocles Belby aveva fatto fare sui due bracciali per continuare a mantenersi spiritualmente in contatto con la moglie morta, era innocuo e non rilevabile da nessuno esclusi i diretti interessati, e quando il vecchio pozionista si era ammalato e la sua famiglia gli aveva tolto il gioiello dal polso, quest'ultimo aveva semplicemente smesso di funzionare.

Però... il sangue era pur sempre un elemento potente ed imprevedibile.

Il gioiello non aveva creato alcun problema a Marcus quando aveva deciso di indossarlo, fino al giorno però, in cui aveva iniziato a partecipare a quelle stupide sedute spiritiche con Harper e Warrington: le entità che avevano richiamato per infinocchiare i babbani, probabilmente erano state attirate dal potente sangue del bracciale, un sangue intriso di magia, e soprattutto capace di fungere già di per sé da canale di comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Era evidente a quel punto che un'entità malvagia era riuscita ad attaccarvisi... ed ora si nutriva di Hermione, come prima si era nutrita di Marcus.
 

Draco aveva già esposto qualche giorno prima la sua ipotesi a Potter che, stranamente, aveva annuito toccandosi il mento.

Guardò fuori dalla finestra del suo studio, perso a seguire la traiettoria rapidissima delle gocce di pioggia ed i lampi luminosissimi che squarciavano il cielo nero, mentre rifletteva che l'unica cosa da fare, era però anche la cosa più difficile: prelevare il sangue dalle pietre del bracciale, per analizzarlo e provare a scoprire se in esso ci fosse qualche traccia che li potesse aiutare ad identificare lo spirito. Draco si alzò infilandosi le mani in tasca, e si avvicinò alla finestra grondante d'acqua; aveva l'espressione più cupa e temporalesca del cielo del Wiltshire: avevano già provato decine e decine di incantesimi su quel maledetto bracciale, ma non erano mai riusciti a romperlo né a toglierglielo. Peggio di un Horcrux. Peggio... perchè almeno ora, dopo la vicenda del signore oscuro, Potter gli Horcrux li conosceva, e sapeva come distruggerli! Ma in un caso come questo però, non potevano usare né l'ardemonio né il veleno di basilisco, perchè rischiavano di ferire Hermione in modo permanente, o addirittura...

Sospirò profondamente.

Doveva trovare un'altra soluzione, a costo di non dormire per tre notti di seguito.

A dire il vero, Draco doveva trovare una soluzione a tante cose... anche al fatto che lui era disperatamente a pezzi perchè amava Hermione Granger, e questo già di per sé era un problema più grosso di tutti quelli avuti nella sua vita.
 

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