Capitolo 24: Dopo secoli di perfezione...

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Hermione rimase attaccata alla sedia senza respiro, mentre Lucius Malfoy, impalato sulla porta della biblioteca, provava ad aprire bocca nel tentativo di far uscire una frase di senso compiuto. Era evidente la totale e comprensibile confusione dell'uomo nel trovarsi davanti la donna che aveva sempre disprezzato, e che aveva anche provato ad ammazzare, esaltato dall'influenza del Signore Oscuro e dagli eventi di dieci anni prima.
 

"T-Tu!" La indicò balbettando. "C-che cosa ci fai in casa mia?"

Il signor Malfoy in realtà, era anche piuttosto spaventato, oltre che scioccato.

I processi contro i Mangiamorte, che si erano svolti nell'arco di un anno dopo la battaglia di Hogwarts, erano stati severi, ed i colpevoli puniti rigidamente. Azkaban ospitava ancora adesso centinaia di fedelissimi di Voldemort, ma Lucius Malfoy per fortuna, era riuscito ad evitare il carcere, per merito della sua scaltrezza, del suo pentimento di comodo, ed in parte anche grazie a sua moglie e suo figlio, che durante la guerra, nel loro piccolo avevano aiutato Harry Potter a salvarsi la pelle.

Purtroppo però, il perdono che il Wizengamot aveva concesso a Lucius Malfoy, era stato così violentemente messo in discussione dalla comunità magica, che lui per rabbonire gli animi aveva deciso di tenersi lontano il più possibile dalla sfera sociale, almeno fin quando le acque si fossero placate del tutto. Eppure, nonostante gli abbondanti anni trascorsi, ancora oggi l'intima paura di essere rimesso sotto i riflettori per essere punito come meritava davvero, non l'aveva abbandonato. E vedere Hermione Granger, il capo dell'ufficio applicazione della legge sulla magia in casa sua, a scartabellare fra i libri della loro biblioteca, aveva riacceso in lui il terrore mai sopito di vedersi chiudere le sbarre di Azkaban in faccia...
 

"I-Io... ecco..." Hermione tremava impercettibilmente, maledicendo Draco in tutte le lingue del mondo per averla privata della bacchetta: senza di essa si sentiva inerme, nuda, esposta. Lucius Malfoy avrebbe potuto cruciarla, ammazzarla, pietrificarla, schiantarla, fare di lei tutto ciò che avrebbe voluto. Ed in effetti, le stava appunto puntando contro il suo sottile bastoncino di legno, con l'aria totalmente stravolta, le narici dilatate e gli occhi grigio-azzurri spalancati.

Gli stessi, identici, magnetici, chiarissimi occhi di Draco.
 

"Le ripeto la domanda: che cosa ci fa in casa mia? Che cosa vuole? Che cosa cerca?"

Hermione stringeva i braccioli della sedia, pregando alternativamente Dio e Merlino, di uscirne illesa. "Io... io non voglio niente, Signor Malfoy! S-stia tranquillo!"

"Che cosa ci fa con la Genealogia familiare dei Malfoy sulle ginocchia, allora? Cosa deve scoprire?" Non accennava ad abbassare la bacchetta che aveva preso a tremare nella sua mano agitata. "Ha almeno il mandato di perquisizione del Ministero? In caso contrario, la butto fuori immediatamente!"
 

La donna aprì bocca interdetta, consapevole che tentare di spiegare a quell'uomo i reali motivi per cui si trovava nella sua casa, equivaleva a fargli prendere un infarto fulminante. Il suo cervello impazzito aveva elaborato in due secondi scarsi la scena apocalittica di lei che diceva qualcosa tipo: -Signor Malfoy, mi perdoni se l'ho spaventato ma non si preoccupi, mi trovo qui perchè Draco mi ha invitata a restare qualche giorno insieme a lui!- L'immagine di Lucius Malfoy che diventava rosso d'ira e stramazzava al suolo maledicendo il suo degenere figlio si materializzò nella sua mente ma, nonostante ciò, il suo brillante ingegno non la aiutò a cavarsi d'impiccio come invece faceva sempre. La realtà, era che si stava vergognando come mai le era successo in tutta la sua vita. Si affrettò a dire, impacciata: "Oh... ecco, i-io... stavo solo leggendo! E'... è un libro interessante. Mi è capitato fra le mani per caso, e l'ho aperto!"

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