Capitolo 20: Quella maledetta voce

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Erano ormai passati cinque mesi da quel lontano giorno in cui Draco Malfoy, al teatro l'Unicorno bianco, si era ritrovato al fianco di Hermione Granger ed aveva scoperto la maledizione del suo bracciale. Allora, si era trattato di un episodio apparentemente di poco conto, come tante altre cose che gli capitavano durante il corso della propria vita: l'incontro casuale con un anziano amico di suo padre, una piccola discussione con qualche affittuario che tardava a pagare, i profitti delle sue tenute che a volte non quadravano ma poi rifacendo i conti si accorgeva che aveva sbagliato un'operazione, o sua madre che lo tartassava convinta che lui dovesse uscire da quello stato di apatia e deprimente solitudine per trovarsi una donna...

Invece, quella sera era stata diversa, profondamente diversa rispetto ogni altro banale avvenimento che aveva scandito il ritmo delle sue giornate: la serata all'Unicorno bianco aveva sancito il lento ed irrecuperabile cambiamento del suo io più profondo, portandolo a scoprire lati di sé che non avrebbe mai immaginato di possedere. Aveva assaporato il desiderio di aiutare qualcuno e di sentirsi quasi felice nel farlo, aveva scovato nei recessi della sua anima quel briciolo di altruismo che era sicuro gli mancasse totalmente, aveva abbattuto il muro spesso del disprezzo per esporsi ai sentimenti più sinceri senza imbarazzo, aveva saggiato l'emozione del proprio cuore che batteva di un sentimento finalmente diverso dalla paura...
 

Draco Malfoy aveva scoperto che l'amore era l'emozione più violenta che un essere umano potesse provare. Più forte perfino dell'odio... e lui lo sapeva bene.

E finalmente, alla soglia dei trent'anni, Draco era riuscito a capire che Lord Voldemort era stato tanto spietato, semplicemente perchè non aveva mai conosciuto la potenza incontrollabile dell'amore più profondo. E finalmente, Draco ebbe pure la comprensione più completa di ciò che Albus Silente, in vita, aveva tentato incessantemente di spiegare: che solo l'amore poteva sconfiggere il male, che solo l'amore dava la forza per andare avanti, che solo l'amore rendeva migliori...

Stava cambiando? Forse si. Ma perchè?
 

Il viso pulito e regolare di Hermione Granger apparve a tradimento nella sua mente, dandogli quella risposta che non avrebbe mai voluto pronunciare a voce alta.
 

Stava calpestando i marciapiedi della città, in una rara quanto incomprensibile escursione nel centro di Londra. Nel suo completo totalmente nero, si faceva accarezzare il viso ed i capelli biondi dal venticello frizzante di metà marzo, osservando serenamente i lampioni di Regent Street che si erano appena accesi per l'approssimarsi dell'imbrunire. Superò una vetrina piena di peluches dagli occhioni dolci, e si fermò di botto, tornando indietro. Rimase a guardarli assorto, senza pensare a nulla di particolare, o piuttosto, facendo FINTA di non pensare a nessuno in particolare! Entrò nel negozio, con la sua aristocratica eleganza, facendo voltare i clienti: lo osservarono un paio di donne, incantate dalla sua bellezza fredda, e lo osservarono anche tutti gli altri, semplicemente perchè la sua figura stonava nella vivacità dell'ambiente.

Ne aveva fatte tante di stronzate nella sua vita Draco, e considerò che questa non sarebbe stata né peggiore né più compromettente delle altre, e comunque aveva ammesso già da un pezzo che il suo cervello bruciato se n'era andato in vacanza! Afferrò per le orecchie un orsacchiotto marrone, e pensò a come (chissà perchè) tutte le donne adorassero quei cosi pelosi che si riempivano puntualmente di polvere. Lo gettò poi sul bancone, e guardò la cassiera con aria di sfida, come a dirle: Cosa c'è? Non posso comprare un pupazzo, forse? Ma Draco non era un babbano, e non sapeva che alla commessa non importava proprio nulla di cosa lui stesse comprando.
 

"E' un regalo, vero?" La voce disinteressata della commessa lo meravigliò non poco, lui che era già pronto a rispondere con quanta più acidità gli fosse possibile.

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