Capitolo 23:La casata dei Malfoy

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Draco la baciò con l'irrazionalità tipica di un uomo innamorato, senza pensare alle conseguenze, né tanto meno alla volontà di lei. Se la strinse addosso, avvertendo sul petto il tenue calore che emanava; incollò le labbra alle sue, chiuse gli occhi, e sentì, per un momento, solo il canto degli uccellini che svolazzavano sugli alberi della tenuta. Aprì leggermente la bocca per farsi spazio in quella di Hermione: la percepì schiudere le labbra bagnate, piegare di più il collo, cercargli la lingua e...

E finalmente tutto andò a posto, credette Draco. Come un puzzle che viene completato dopo tanta fatica. Respirava pesantemente, infrangendo l'aria dei suoi polmoni sul viso accaldato di Hermione, che aveva chiuso gli occhi. Lui sorrise delicato, fra i baci umidi e prepotenti che gli stava dando. Era irragionevole. Arrogante. Imperioso. E irresistibile.

Lei si mosse un poco fra le sue braccia, e Draco, nel suo impellente bisogno di maschio, serrò di più la presa, guardandola negli occhi, e facendola perdere nel cielo immenso del suo sguardo serio.
 

Ma lei lo spintonò all'improvviso. E nella testa di Draco, quel puzzle che aveva appena finito di completare saltò di nuovo in aria, costringendolo a ricominciare daccapo, più confuso e scoraggiato che mai.

L'espressione scombussolata di Hermione era la prova evidente che troppe cose andavano ancora spiegate per permettersi di pensare che tutto potesse filare liscio come l'olio, anche se... Draco non capiva cosa dovesse ancora fare per persuaderla della sua buona volontà di voler cambiare!
 

"Non ti azzardare mai più, Draco Malfoy!" Hermione si spostò una ciocca di capelli caduta sulla guancia, rossa di rabbia e di vergogna.

Lui la fissò smarrito, con decine di punti interrogativi che galleggiavano nella mente, perso a chiedersi perchè adesso lei non lo voleva più: forse si era offesa per il rifiuto di qualche giorno prima nell'ascensore del Ministero, o forse semplicemente si era accorta che loro due insieme non avrebbero mai funzionato! Tutte spiegazioni plausibili sì, ma nessuna che poteva fargli scivolare di dosso la prepotente delusione di essere stato respinto:

"Che c'è? All'improvviso ti faccio schifo?" Buttò fuori Draco, forse troppo arrogante.

Lei prese a scuotere il capo, stizzita:

"Io so cosa vuoi da me, Draco! Pensi sia stupida?" Gli puntò l'indice al petto, assumendo la sua miglior aria di rimprovero: "Se tu pensi che... che... Se solo tu pensi che io mi faccia abbindolare da te, per poi darti la soddisfazione di vantarti in giro per avermi sedotta e poi scacciata in malo modo, beh... sappi che non ci casco, e tu sei un cretino! Me la ricordo bene la scommessa che abbiamo fatto tempo fa. Ti sarebbe piaciuto festeggiare la vittoria, vero Draco Malfoy?"

Draco spalancò gli occhi, sperando di aver capito male. Non c'era nessun un senso a tutto quello che lei gli stava sputando contro! Perchè mai avrebbe dovuto scacciarla e poi vantarsene? E con chi poi? Lui era una vita che se ne stava per affari propri: sollevare polveroni di gossip sulla sua vita privata sinceramente era l'ultimo dei suoi desideri.

"Ma di che scommessa stai parlando?"

E la faccia sinceramente confusa di Draco fece traballare le convinzioni di Hermione, che balbettò senza riuscire a dire nulla di sensato.
 

Un vago ricordo si fece strada nei pensieri del ragazzo, ricordi di una conversazione particolare, di lui che si arrabbiava, del suo anello con il serpente inciso sopra, Hermione che rideva impertinente e gli diceva che un giorno si sarebbe innamorato di lei; e poi uno strano rimescolio in petto, l'imbarazzo, il disagio e la sua risposta cattiva. Dopo aver aggrottato le sopracciglia pensieroso, rilassò il viso sull'ultima cosa che gli tornò in mente, e tutto si fece chiaro: quello stupido giorno, nascondendo il disagio dietro un finto rancore, lui aveva accettato la scommessa che lei gli aveva proposto, dicendole che, in caso di vittoria, l'avrebbe derisa dinanzi a tutto il mondo magico!

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