𝓸𝓽𝓽𝓸

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È bello trovare qualcuno che al posto di ferirti,
decide di amarti.


«𝓡osie... puoi dirmi come mai Dilan non è venuto alla cena di questa sera?» mi domandò mio suocero, di punto in bianco.

Per un secondo rimasi immobile, senza sapere cosa dire, nel panico più totale.

Poi silenziosamente mi voltai verso di lui e scrollai appena le spalle, abbozzando un sorriso, cercando qualcosa di concreto da dire senza fare una pessima figura.

In pratica cercai una scusa che potesse giustificarlo.

«Papà, sai meglio di noi com'è fatto Dilan, sarà ancora chiuso in ufficio a compilare scartoffie..» commentò Can, scrollando le spalle, con tranquillità, lo osservai e quasi sorrisi, ringraziandolo mentalmente per aver risposto al mio posto.

Non ero brava a mentire, mio suocero avrebbe capito immediatamente che qualcosa non andava, avrei solo creato confusione.

«Hai provato a chiamarlo?» mi chiese il signor Demir, tornando con lo sguardo su di me, «Si. Prima di cena..» gli risposi annuendo, «Ma lui... non ha mai risposto a nessuna delle mie telefonate...» continuai, abbassando il viso, «Tipico da parte sua, quando lavora si isola dal mondo..» commentò l'uomo, scuotendo la testa con disappunto mentre si alzava da tavola, probabilmente avrebbe provato a chiamarlo anche lui.

«Prendo il dolce!» affermò mia suocera con un sorriso, mentre anche lei si alzava, io le sorrisi ed annuì.

«Grazie..» mormorai, tornando con lo sguardo su Can che sorrise dolcemente, «Ho capito immediatamente che eri in difficoltà..» rispose poi, il suo modo di fare mi sorprendeva continuamente.

Sembrava capirmi anche solo guardandomi, sembrava conoscermi da sempre, il che rendeva il nostro "rapporto" ancora più strano.

Cosa eravamo? Amici? Conoscenti?

Cos'era Can per me?

«Che avrei dovuto dirgli? Che non ho idea di dove sia suo figlio? Che non si fa sentire da ore?» domandai alzando le mani, frustrata ed arrabbiata per la situazione in cui il mio ragazzo mi aveva messa, «Dilan è sempre stato così, quando è di pessimo umore si isola, non vuole sentire nessuno...» commentò lui, «Si beh, peccato che a me questo comportamento non piace!» replicai infastidita, incrociando le braccia al petto, con una smorfia di disappunto.

«E poi.... Perché deve prendersela anche con me?» domandai poi, prima di sospirare, scuotendo la testa, Can si alzò e venne a sedersi al mio fianco, voltandosi completamente verso di me, lo guardai in silenzio, confusa.

Perché si era avvicinato?

«Posso parlargli io...» affermò di nuovo, «Can...» mormorai scuotendo la testa contrariata, avrebbe solo peggiorato le cose, «No Rosie, dico davvero, voglio parlargli! E' colpa mia se è in questo stato ed è colpa mia se riversa la sua frustrazione su di te!» affermò lui, dispiaciuto, poggiai una mano sulla sua spalla e abbozzai un sorriso.

«Te l'ho già detto, non voglio che ti colpevolizzi, Dilan è in questo stato da settimane, certo il tuo arrivo forse ha peggiorato le cose, ma credimi...Non è colpa tua!» lo rassicurai, sostenendo il suo sguardo, «Non penso fosse così prima del mio arrivo...» commentò lui, inclinando la testa, senza mai togliermi gli occhi di dosso.

«Oh beh, ti sbagli invece...» affermai, voltandomi, distogliendo lo sguardo dal suo, mentre lui aggrottava la fronte confuso, «Chi vuole il dolce?» domandò mia suocera tornando nella sala da pranzo, interrompendo così la nostra conversazione.

«Dilan non verrà!» affermò mio suocero tornando al suo posto, a capotavola, mentre infilava il telefono nella tasca della giacca, «Lo immaginavo...» mormorai, con un velo di tristezza nella voce, «Non capisco cosa gli passi per la testa..» commentò l'uomo, prima di sospirare ed alzare il viso verso di me, come se io potessi dargli chissà quale risposta, peccato che per me la situazione era anche peggio.

Unexpected || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora