𝓭𝓲𝓬𝓲𝓪𝓼𝓼𝓮𝓽𝓽𝓮

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Se qualcuno ti delude non prendertela,
era il massimo che poteva offrirti.


𝑷resi un respiro profondo e con il cuore che batteva a mille, per l'ansia, entrai in casa, chiudendomi la porta alle spalle.

Dopo aver perlustrato il soggiorno, raggiunsi la cucina, ma Dilan non era nemmeno lì. Dopo aver posato la borsa e la giacca, mi avviai verso la camera da letto, torturandomi le mani nervosamente.

Aprì lentamente la porta della stanza e lo vidi.

Dilan era lì, seduto a bordo letto che riempiva una valigia, mi fu subito chiaro, stava prendendo le sue cose.

«Ciao..» lo salutai mentre mi poggiavo con la spalla allo stipite della porta, lui si voltò immediatamente, sorpreso nel vedermi lì, «Rosie...» mi richiamò, con un semplice cenno del capo, «Porto via le mie cose... non starò qui a lungo» mi disse mentre si alzava, io annuì semplicemente.

Vederlo nella "nostra" camera da letto, mentre prendeva le sue cose per andarsene definitivamente, mi aprì un buco allo stomaco.

Il dolore che stavo cercando di curare, era improvvisamente tornato ed era impossibile da controllare.

Sapevo che era una cosa del tutto normale, ci eravamo lasciati da poco, la ferita era ancora aperta, solo avrei voluto essere più forte, esattamente come lui, il quale non si lasciava sopraffare dalle sue emozioni, riusciva a gestire tutto, al contrario di me.

«Avevo già immaginato il motivo per cui sei tornato...» gli dissi, con lo sguardo basso, fissando il pavimento, non volevo nemmeno guardarlo in faccia, «Ad ogni modo... Penso che avresti dovuto scrivermi, non sarei venuta sapendo che eri qui...» continuai poi, incrociando le braccia al petto, «Non ho avuto tempo! E' stata una cosa dell'ultimo minuto. Ero libero ed ho pensato di venire a prendere le mie cose...» replicò lui, voltandosi, fissandomi.

«Lo capisco ma non ci voleva chissà cosa a scrivere un messaggio...» affermai contrariata, lui sospirò e si voltò, «Mi dispiace ma ormai sono qui! Va pure in un'altra stanza se non vuoi vedermi, vedrò di fare presto e andarmene il prima possibile!» commentò poi, spalancando le braccia, «Hai ragione! È meglio se me ne vado infatti!» affermai annuendo, prima di allontanarmi da lì, scuotendo la testa.

Che idiota, non aveva nemmeno un po' di tatto.

Proprio non riusciva a capire quanto male mi avesse fatto, per lui era come se tra di noi non fosse successo nulla, incredibile.

Raggiunsi la cucina e con un sospiro mi sedetti, tenendomi la testa tra le mani, che dovevo fare?

Dovevo vendere la casa o dovevo rimanere a vivere qui?

La mia mente era così sovraffollata di pensieri che non sapevo davvero cosa fare.

Una parte di me voleva andare via, ma l'altra volta restare.

Qual'era la decisione giusta per me?

Che avrei dovuto fare?

«Penso di aver preso tutto...» affermò Dilan, affacciandosi dalla porta, interrompendo il mio flusso di pensieri, sentendo la sua voce alzai il viso ed annuì semplicemente, guardandolo appena, fortunatamente aveva fatto in fretta.

«Cosa farai con la casa?» mi domandò poi, quasi incuriosito, «Non lo so ancora...» gli risposi, scrollando leggermente le spalle, «Te l'ho detto, a me non importa, è tua, puoi venderla o rimanerci... è uguale per me!» affermò, alzando le mani, avevo già capito che non gli importava, non c'era bisogno che lo ripetesse.

«Ok...» mormorai semplicemente, sperando che andasse via presto, eravamo stati insieme per troppo tempo, mi bastava, volevo che andasse via e sparisse dalla mia vista.

Unexpected || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora