𝓿𝓮𝓷𝓽𝓲𝓼𝓮𝓲

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Chiunque ami crede nell'impossibile.
(Elizabeth Barrett Browning)

𝓒ontinuavo a fissare il soffitto bianco sopra la mia testa da un'ora abbondante ormai, la sveglia era suonata da un pezzo ma non avevo ancora trovavo le forze ed il coraggio di alzarmi dal letto.

Pensavo e ripensavo continuamente a quello che era successo la sera prima; Can mi aveva baciata.

Era inevitabile per me, sorridevo ogni qualvolta che ci pensavo e sentivo il mio cuore battere all'impazzata, come mai prima d'ora.

La felicità che provavo però, mio malgrado era al tempo stesso, contrastata dal senso di paura che provavo verso il mondo esterno, la nostra era una situazione complicata, non vi erano dubbi su questo, che avrebbero pensato gli altri se avessero saputo di me e Can?

Che avrebbero pensato i miei suoceri?

Prima Dilan e poi Can? Che idea si sarebbero fatti?

Sarebbe stato strano, troppo strano.

Come avrei fatto a spiegargli ciò che c'era tra di noi?

Mi avrebbero capita? Temevo di no, pensavo che sarebbe stato troppo per loro come lo sarebbe stato anche per Dilan, naturalmente.

Dio, sapevo che sarebbe impazzito, odiava Can, figuriamoci sapere che provava qualcosa per me ed io per lui.

Scossi la testa, scacciando via tutti quei pensieri ma quel bacio tornò con forza e prepotenza tra i miei pensieri.

Non riuscivo a non pensarci, proprio non ce la facevo, ripensavo alle sue mani sulle mie guance e alle sue labbra sulle mie ed inevitabilmente sentivo il cuore battere all'impazzata ed il mio corpo andare a fuoco.

Questo era l'effetto che aveva Can su di me.

Mi sentivo in imbarazzo perché non mi era mai successa una cosa del genere, non mi ero mai sentita così prima d'ora.

Come avrei fatto a nascondere tutto ciò?

Sapevo che nascondere i miei sentimenti era sbagliato, non sarebbe stato giusto, né per me né per Can, io mi stavo innamorando di lui, ormai lo sapevo, mi era chiaro, perché dovevo fingere che non fosse così?

Perché dovevo reprimere la mia felicità?

Dovevo sconfiggere la paura ed essere felice, per una volta dovevo pensare a me, dovevo pensare a Can e darci una possibilità.

Non potevo perderlo, non me lo sarei mai perdonata.

Dovevo parlargli, dovevo dirgli tutto.

Poteva anche essere uno sbaglio ma non mi importava, averlo al mio fianco mi avrebbe resa felice. Ne ero certa.

Dovevamo darci una possibilità.

Guardai l'ora sul mio orologio al polso, costatando che fossero già le 09.15 ed io, ero in ritardo.

Maledetta la mia pigrizia.

Sarei dovuta essere in ufficio già da un pezzo, mi sarei dovuta alzare nell'esatto momento in cui la sveglia aveva iniziato a suonare invece di rimanere a letto a rimuginare sempre sulle stesse cose.

Tutta questa situazione mi stava facendo impazzire.

Le porte dell'ascensore si aprirono una volta raggiunto il piano.

Presi un respiro profondo e a passo svelto raggiunsi la mia scrivania, posai le mie cose ed accesi il computer.

Avevo tante di quelle cose da fare che non sapevo nemmeno da dove iniziare, dopo la scomparsa di quei documenti dovevo ricominciare da capo e mandare delle nuove email ai clienti del signor Demir e dovevo farlo il prima possibile, sapevo che stava aspettando impaziente.

Unexpected || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora