Un brutto vizio

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⚠️TW: autolesionismo⚠️

<Non posso continuare così> Ripeteva ad alta voce il ragazzo dai capelli celesti.
<Non ho più uno scopo nella vita, non servo>
Questi erano i pensieri che ogni giorno gli rimbombavano nella testa.
<Me lo sono meritato, Giorgio ha fatto bene... Come si puó amare uno con me, come?> Urlava guardandosi allo specchio con le lacrime agli occhi.
Giorgio...
Il ragazzo che fino a pochi mesi fa era il suo fidanzato, lo aveva tradito.
Lo aveva fatto con tanta disinvoltura che, quando Alex andò a chiedergli spiegazioni, lui beh, gli rise in faccia.
<Pensavi davvero che ti amassi?! HAHAHA>
<Non ti facevo così ingenuo gattino>
<Ma fai sul serio? Qual è il tuo scopo nel mondo?>
<Ora che hai scoperto tutto puoi anche andartene, non ho più bisogno di te... Sfigato!>
Queste erano le parole che Giorgio gli aveva detto.
Lo aveva fatto con una calma e un'aria di superiorità molto irritante.
Alex pensava avesse ragione.
Per colpa di Giorgio, Alex, ogni giorno, pensava fosse quello buono per fare la finita.
L'unica cosa bella nella vita di Alex era Anna, la sua migliore amica.
La ragazza era l'unica persona a conoscenza dei pensieri suicidi di Alex.
Cercava di aiutarlo, ma lui neanche l'ascoltava.
Anna ci teneva davvero tanto ad Alex, cercava in tutti i modi di farlo sorridere, organizzava molte uscite con lui che, però, non servivano a niente.
I pensieri di Alex erano sempre quelli: "È meglio farla finita"
Eppure non ne aveva il coraggio.
Cosa lo fermava?
Non di certo Anna che, nonostante fosse gentile e carina con lui, non gli aveva assolutamente fatto cambiare idea.
I giorni passavano e Alex era sempre più depresso.
Come ogni mattina, il ragazzo dal ciuffo azzurro, andò a scuola.
Stava per tornare a casa quando, nel corridoio, vide Giorgio e il suo nuovo ragazzo baciarsi.
La sua vista diventò appannata, cominciò a correre verso l'uscita in fretta e furia.
Recuperò la sua bici e pedalò come mai prima verso casa sua.
Aprì la porta, entrò, lanciò lo zaino a terra e si buttò sul letto, a piangere come un bimbo.
Dopo un paio di minuti, ebbe la forza di rialzarsi.
Si diresse verso la cucina, con passo titubante.
Aprì un cassetto e prese un coltello, affilato, pulito, tagliente.
Alzò la manica della sua felpa nera, si guardò il polso e... Lo fece.
Appoggiò la punta del coltello sul suo polso, chiuse gli occhi e strinse i denti, dopo di che, iniziò a scendere con il coltello, verso l'avambraccio.
Stava volontariamente tracciando linee orribili sul suo braccio.
Ansimava, gli faceva male, ma l'idea del suo sangue che percorreva la sua pallida pelle, cadendo a terra, gli piaceva.
Non aveva mai pensato di poter riversare la sua rabbia, delusione e depressione sul proprio corpo... Insomma, non pensava di poter diventare autolesionista.
Quando staccò il coltello dal suo braccio, iniziò a fissare un punto nel vuoto.
Stava pensando alla cosa orribile che aveva appena fatto.
Sapeva che era una cosa da non fare, però pensava che se lo faceva stare bene, non c'era nulla di male...
Giusto?
Sbagliato.
Alex non aveva la minima idea del male che si stava procurando.
Non aveva la minima idea di aver appena iniziato una dipendenza.
Smise di fissare il vuoto e si focalizzó sul suo braccio, che aveva iniziato a bruciargli.
Andò in bagno, prese del disinfettante e delle bende e si medicó le ferite.
Dopo il gesto raccapricciante che aveva compiuto non era cambiato nulla.
Stava comunque male, forse anche più di prima, a causa del dolore lancinante procuratogli dalle incisioni che lui stesso aveva tracciato su di sé.
Il giorno dopo suono la sveglia, Alex si alzò dal letto e sostituì le bende impregnate di sangue con bende nuove.
Iniziò a vestirsi.
Mise dei jeans grigi e una felpa molto grande, azzurra.
Scelse quella felpa non solo per il freddo che c'era in quel periodo, ma anche per coprire al meglio le bende.
Non voleva che qualcuno venisse a conoscenza di quello che aveva fatto.
Non voleva far preoccupare nessuno, ma soprattutto, non voleva che qualcuno gli impedisse di continuare a tracciare tagli sul suo corpo.
Perché si, a lui piaceva farlo.
La sua vita non era diventata felice e bella dopo quel gesto, ma mentre si procurava ferite sul suo corpo stava meglio.
Sì, per qualche strana ragione, quell'azione lo faceva stare bene.
Quando tornava a casa da scuola la "routine" era sempre quella.
Prendeva un coltello pulito e sceglieva a quale parte del corpo sarebbe toccata la tortura di quel giorno.
Perché si, era una tortura.
Una tortura che piano piano lo stava portando a distruggersi da solo.
Anna non era a conoscenza delle azioni che faceva Alex, né tanto meno Giorgio.
Giorgio non si sarebbe neanche preoccupato, non avrebbe fatto nulla a riguardo.
Anna invece avrebbe fatto di tutto per far smettere Alex.
Ogni giorno Alex si procurava tagli sempre più profondi, rovinando la sua meravigliosa pelle.
Tutto questo a causa di uno stupido ragazzo, a causa di uno stupido tradimento.
Alex era sempre più debole, ma cercava di non farlo notare.
E ci riusciva, nascondeva bene il suo stato d'animo.
Un giorno, l'azzurro, si spinse oltre.
Tornò a casa dalle lezioni e si "preparò" per compiere il fatidico gesto.
Fece una cosa che non aveva mai fatto.
Posizionò la lama del coltello sul suo petto e scese.
Arrivò poco sopra l'ombelico, poi di colpo si fermò.
Cosa aveva fatto?
Ma soprattutto, era giusto quello che aveva fatto?
Beh, per lui era giusto dato che provava piacere nelle sue azioni.
Riappoggió il coltello sul petto, affianco al solco che già era presente sulla sua pelle.
Impugnò il manico dell'arnese e tracciò un'altra linea.
Poi un'altra.
Un'altra ancora.
E un'ultima.
Un'ultima per quella giornata.
Lasciò cadere il coltello sporco nel lavandino.
Esso fece un rumore stridulo che ruppe il silenzio che si era formato in quel bagno.
Alex guardò il suo riflesso.
Sanguinava.
E non poco.
Non perse tempo e curò tutti i segni che si era procurato quel giorno.
Un nuovo giorno era arrivato.
O meglio, un giorno in meno che separava Alex dalla morte, era arrivato.
La "routine" andò avanti per altre settimane finché...
Un pomeriggio, Alex, si tolse la felpa che indossava.
Prese l'oggetto affilato, lo mise sul suo stomaco e iniziò.
Mentre era impegnato a disegnarsi cicatrici, spinse troppo violentemente il coltello dentro di sé.
Emise un verso di dolore, non riusciva a togliere le mani dal manico del coltello.
Cadde a terra.
Sanguinava.
Sporcò il pavimento.
Guardava fisso il soffitto, con la bocca semi aperta.
Quello di Alex era un brutto vizio, più pericoloso di altri, ma pur sempre un brutto vizio.
Quel vizio porta ad un punto dove non si puó più tornare indietro e lui, lo aveva raggiunto.
Quel suo brutto vizio, lo portò alla fine.

...

Spazio autrice
Hey!
Come primo capitolo è molto triste, lo so.
Giorgio assume dei comportamenti che nel nostro immaginario non gli si addicono, ma va bene così.
Spero vi sia piaciuta questa prima one shot.
Accetto critiche (costruttive ovvio) e idee.
Arriveranno nuovi capitoli e... Nulla

One Shot WgfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora