Sì, lo voglio

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-SPYON-

-sei perfetto, non preoccuparti-
Mi disse Stre, mentre finiva di sistemare il colletto della mia camicia.
-stai tranquillo-
Mi ripeté per l'ennesima volta Cico, che stava sistemando i miei capelli con un pettine dai denti sottili.
Mi guardai allo specchio, ero veramente molto rosso in viso, sintomo che ero agitato.
Mi girai di profilo, guardai il mio riflesso allo specchio da qualsiasi angolazione per accertarmi che tutto fosse perfetto.
I miei amici mi passarono la giacca nera lucida, che era precedentemente appesa ad una gruccia arrugginita.
La infilai e respirai rumorosamente, sistemando i lembi della giacca al centro del petto.
Stre mi passò in modo furtivo una scatolina bordeaux di velluto che misi subito in tasca.

-andrá benissimo, ne sono sicuro-
Mi disse Stre mentre mi dirigevo alla macchina.
Aprii la portiera e mi girai verso i miei amici.
-non distruggermi la casa-
Gli dissi ridendo.
-fidati di noi... Ora vai, se no farai tardi-
Mi avvertì Cico lanciandomi uno sguardo divertito e allo stesso tempo ansioso.
Montai in macchina e accesi la radio per distrarmi e liberare la mia mente dalle paranoie.
Arrivai davanti ad una casa abbastanza grande, di un rosso un po' sbiadito.
Scesi dalla macchina, non prima di essermi girato nei sedili posteriori e aver preso un mazzo di rose bianche.
Suonai al campanello dell'abitazione e una vocina proveniente dal citofono si affrettò a bisbigliare un "arrivo", aprendo subito dopo il cancelletto.
Poco dopo una figura in abito nero, lungo, con tacchi del medesimo colore, si chiuse una porta alle spalle e fece una mezza corsetta verso di me.
Lei spalancò la porta del cancelletto e si avvolse a me, buttando le sue braccia attorno al mio collo.
Sorrisi, appoggiando le labbra sulla soffice guancia della mia fidanzata.
Si staccò e subito si ritrovò un mazzo di rose sotto al naso, sorrise e sibilò un leggero "grazie".
La feci salire in macchina e mi diressi verso il centro città, volevo portarla nel ristorante del nostro primo appuntamento, ogni volta che ci torniamo Anna è felicissima.
-sei bellissimo Ettore-
Mi disse appoggiando una mano sulla mia gamba.

Mentre Anna gustava l'ultimo cucchiaino di torta, cercai la sua mano da sotto al tavolo, quando la trovai la strinsi forte.
Sul suo viso un sorriso enorme non tardò ad arrivare.
Le mandai un bacio volante, facendola ridere mentre arricciava il naso.
-adesso dove adiamo?-
Mi chiese Anna poggiando la sua testa sulla mia spalla, mentre ci dirigevamo alla macchina.
-lo scoprirai-
Risposi prendendole una mano e portandola alle mie labbra, per poi lasciarci una piccola scia di baci, leggeri e delicati.

Spensi la macchina e mi girai verso Anna, aveva un sorriso enorme ed era arrossita di poco, almeno, così mi sembrava dato che la lucina gialla della macchina non era molto efficace.
Camminammo fino ad arrivare su un ponticello di legno, molto vecchio ma pur sempre fascinoso.
-non ci credo hahaha-
Anna scoppiò a ridere, portandosi una mano sulla bocca nel tentativo di trattenersi.
-me lo ricordo come fosse ieri... io ero su quella panchina-
Continuò la mia fidanzata, indicando una panca di legno malmessa.
-tu eri con Mario e Stefano e ti sei avvicinato a me e, e-
Cercò di continuare Anna, mettendosi a ridere.
-e mi hai detto 'i tuoi capelli sono molto belli' hahahaha-
Concluse aggrappandosi al mio braccio per le troppe risate.
-io non riderei tanto dato che grazie alle mie frasi da conquistatore ci siamo fidanzati-
Le ricordai io, prendendole la mano e portandola con me proprio su quella panchina.
-sono passati tanti anni-
Iniziai.
-ci siamo amati tanto, ci amiamo ancora, almeno lo spero-
Dissi tra un risata nervosa e un sospiro.
Anna mi guardava sorridendo, era visibilmente confusa ma non voleva interrompermi, probabilmente si notava che ero molto in difficoltà di mio.
-abbiamo fatto tante cose insieme... Anche semplicemente i pomeriggi passati a casa sul divano sono stati importanti, ricordo tutto quanto... Ogni cosa anche banale che tu hai fatto per me, è sempre stata apprezzata-
Sospirai rumorosamente per riprendere fiato, dato che la mia voce aveva iniziato a tremare notevolmente.
-sai che non sono bravo con le parole, o meglio, avrei tante di quelle cose da dirti, i discorsi nella mia mente suonano chiari e diretti, però quando provo a esporli sono complicati e confusi-
-complicati e confusi come l'amore-
Sussurrai per poi prendere le mani di Anna, intrecciandole nelle mie.
-non potrò mai ringraziati abbastanza per tutto quello che hai fatto e tutt'ora fai per me, quando mi tratti come un bimbo e mi dai affetto-
-grazie a te penso di aver capito il vero significato di amore, con te sono completo... Non è incredibile come una sola persona, una semplice e normalissima persona, possa far provare tutti questi sentimenti? Ti sembrerò uno stupido perché sto tremando e balbettando davanti a te, che mi hai visto in tutti modi e in tutte le vesti. Però quello che ti sto per chiedere è molto importante, per questo tremo-
Lasciai le mani di Anna e, alzandomi dalla panchina, poggiai il ginocchio sinistro a terra, tenendo il destro all'altezza del petto.
Infilai velocemente una mano ancora tremante nella tasca della mia giacca elegante.
Quando le mie dita vennero a contatto con il velluto della piccola scatola bordeaux, la strinsero e ritirai fuori la mano.
Guardai Anna negli occhi, non riuscivo a mettere bene a fuoco la figura della mia amata dato che piccole gocce di gioia erano ferme sulla rima inferiore dei miei occhi, proprio non volevano scendere.
Penso che Anna avesse capito, dato che, dal poco che vedevo (quel poco era anche sfuocato sempre a causa delle lacrime), si era portata le mani alla bocca.
Sfoggia il sorriso migliore che avevo, uno di quei sorrisi veri, non ti devi sforzare per farli uscire, escono anche se non vorresti.
Mi schiarii la voce con un piccolo colpo di tosse e, sperando che la mia voce fosse diventata più sicura, aprii la bocca per farne uscire un suono.
-a-anna... mi vuoi sposare?>>
Riuscii a sibilare, prima di sentire le lacrime cadermi sul viso.
Mi venne anche un po' da ridere udendo i sospiri di Anna che aveva iniziato a piangere.
-sì Ettore, sì-
Disse lei saltandomi addosso e baciandomi.





Spazio me
Sono tornata (dopo mesi) con una nuova one shot. Spero vi sia piaciuta, a me personalmente piace molto. Vi ricordo che se volete una one shot sotto richiesta potete scrivermi in privato e sarò felice di accontentare le vostre richieste :)
Al prossimo capitolo!

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