Yuri

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(La narratrice è Yuri)
Immagina. Una giovane coppia e una bambina. La madre è alta, giovane, forte e bella, con capelli dorati e occhi color del cielo in inverno. Il padre alto, forte, e imponente, con capelli corvini e occhi color castagna. E la bambina, beh... una me formato mignon.
Sai, per i primi 5 anni della mia vita tutto è andato stupendamente. I miei genitori avevano molto tempo da dedicarmi, mia madre lavorava da casa, scriveva articoli sulla moda, e mio padre lavorava come tecnico in uno studio televisivo.
Vivevamo in una casa modesta, ne' grande, né piccola. Era circondata da campi di grano s colline verdi. Io amavo quella casa. Ho omesso che all'epoca vivevo nel nord italia.
Le cose iniziarono ad andare male quando mia madre fu notata da un suo superiore. L'uomo aveva notato che, oltre a scrivere commenti sulla moda, mia madre disegnava anche capi d'abbigliamento molto fantasiosi e ben elaborati, così iniziai a vederla di meno. Dopo un paio di mesi anche mio padre fu notato, ma da un produttore cinematografico americano. Mio padre fece colpo sull'uomo perché aveva quel "fascino italico" che il produttore stava cercando.
Così, all'età di 6 anni, mi trasferii in america con i miei genitori.
Il tempo che passavo con loro era notevolmente diminuito, ma a dire il vero, all'inizio, non ci badavo troppo, ero contenta della mia nuova vita, avevo molti più giochi e molti più vestiti di prima, e spesso facevo quello che volevo, ma presto mi resi conto che qualcosa mi mancava. Erano le morbide madri di mia madre che mi accarezzava il volto prima che mi addormentassi, le notti passate a guardare le stelle con mio padre, le buffe storie che si inventava per farmi ridere, i consigli di mia madre...
Provai a parlarne con loro, ma erano sempre così indaffarati...
Passarono 5 anni. Ero a metà della prima media, e c'era il giorno "porta i tuoi a scuola". Inutile dire che i miei non c'erano: mia madre era a Parigi per una sfilata importante, e mio padre era ad un galà per inaugurare il nuovo film dove appariva protagonista.
Tornata a casa quella sera, trovai un dvd di un film di mio padre, era la prima volta che lo vedevo, così decisi di guardarlo. Era una storia d'avventura dove lui interpretava il padre della protagonista, si comportava come un padre amorevole e premuroso con una ragazza che per lui non era che una collega. Fu in quel momento che in me si scatenò una rabbia mai sentita prima. Mi sentivo tradita. Non mi ricordavo il tempo di stare tra le braccia di mio padre, mentre invece una sconosciuta lo abbracciava come fosse suo. Mi ricordo di aver lanciato il telecomando al televisore, dopodiché andai in camera mia e, con le lacrime agli occhi, iniziai a preparare delle valigie. Scrissi un biglietto ai miei genitori, dove dicevo che per motivi personali avevo deciso di trasferirmi. Devo aver scritto una sciocchezza del tipo che cercavo anche io la strada del successo, pensando che così non mi sarebbero venuti a cercare, e così è stato.
Erano le due di notte quando chiamai l'autista chiedendogli di portarmi in aeroporto. Un po' stranito e un po' incerto, fece come ordinato, e il giorno seguente ero ben lontana dalle terre del mio passato, lontana dall'europa, lontana dall'america e lontana da i miei genitori.
Arrivata in giappone cercai un posto tranquillo e poco conosciuto, in modo che fosse più difficile per i miei trovarmi, se avessero provato a cercarmi. Non sanno nemmeno il mio indirizzo, ma ogni mese aggiungono ingenti somme di denaro al mio conto in banca, così da mantenermi... come se i soldi potessero riallacciare i rapporti.
Inizialmente fu difficile adattarmi alla vita in giappone, anche perché non sapevo la lingua, così la restante parte dell'anno scolastico la passai con insegnanti privati e nel giro di 7 mesi padrobeggiavo bene il giapponese. E poi... beh, ho vissuto la mia vita normalmente...

(Narratore in tera persona)
Sugawara osservava con ammirazione la ragazza. Lui non poteva credere che a 11 anni avesse avuto l'iniziativa di trasferirsi DA SOLA in un continente nuovo, senza neanche sapere la lingua. Era ancora più stupito del fatto che non avesse pianto nel raccontare, anche se a tratti la voce le tremava.

Suga: Yuri... e adesso?
Yuri: In che senso?
Suga: sono 4 anni che non vedi i tuoi genitori?

La ragazza si guardò i lacci delle scarpe, poi annuì desolata.

Yuri: Non credo che potrei farcela.

Iniziò con voce tremante.

Yuri: Non credo che rivedendoli le cose si sistemerebbero.  Preferisco far finta che non esistano, dopo tutto loro hanno scelto la carriera a me, ed io ho scelto me a loro. Preferisco stare lontano e non condividere la stessa casa di quei due. Mi sentirei a disagio, come tre sconosciuti sotto lo stesso tetto.
Suga: Ma adesso sei felice?

Le chiese il ragazzo poggiandole una mano sul viso.
La ragazza annuì, poi però scoppiò in lacrime e scosse il capo.
Il ragazzo la tirò a sé abbracciandola dolcemente.

Yuri: Non lo so più... io penso di aver trovato la mia nuova famiglia qui... ma non riesco a lasciarmi del tutto alle spalle quei due idioti. Poi lei mi ha chiamata qualche settimana fa, dicendo che è in giappone... e.... e mi è tornata la rabbia... io... penso di aver iniziato ad odiarli...

Tra un singhiozzo e un sospiro la ragazza continuava a ringrazie Sugawara di essere lì con lei, e a scusarsi per aver bagnato la maglietta e averla sporcata con il mascara colato.
Dopo qualche minuto la ragazza si era tranquillizzata.

Sugawara: Stai meglio adesso?
Yuri: Si... forse avevo bisogno di buttare fuori tutte quelle emozioni... scusami per la maglia... quelle rigacce nere non le donano molto...
Suga: Non importa della maglia, basta che tu stia bene.

In quel momento il duo Tanaka e Nishinoya uscì dalla mensa.

Tanaka e Nishinoya: YURI!!! PERCHÉ PIANGI?! SUGAWARA, NON L'AVRAI PICCHIATA?!
Suga: Cosa?! Ma come vi salta in mente?!

I due ragazzi iniziarono a fare domande alla ragazza, offrendosi anche di rimediare del cioccolato, pensando che fosse nel suo periodo.

"Sono felice? Alla fine penso di sì. Se non me ne fossi andata dall'America sarei rimasta triste e sola, adesso invece, sono circondata da buoni amici, sempre pronti a tirarmi su il morale, e questi tre ne sono la prova."

Sugawara si alzò dai gradini, dirigendosi in mensa.

Suga: Vedo che sei in buone mani adesso, ah, non pensare che me ne sua scordato.
Yuri: Di che?
Suga: Della maglia. In giornata mi aspetto che tu mi dia spiegazioni.

La ragazza si grattò la nuca imbarazzata.
"Già, degli amici fantastici."

HELLO, MI SCUSO PER IL CAPITO UN PO' CORTO, MA PREFERISCO SEPARARE LA PARTE INEREBTE AL PASSATO DI YURI DALLA STORIA ATTUALE.
⚠️⛔CHIEDO CONSIGLIO⛔⚠️
PREFERITE CHE LA STORIA SI FACCIA UN PO' PIÙ HOT? MANTENGO I PARAMETRI ATTUALI? RALLENTO UN PO'?
POI, SCRIVETEMI QUI SOTTO I VOSTRI HUSBANDI, COSÌ DA CONCETRARE LE RELAZIONI DI YURI SU DI LORO.
GRAZIE PER IL SOSTEGNO, AL PROSSIMO CAPITOLO💕

Me in the Karasuno High School 🏐🧡|| ITA || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora