"Fede, cazzo svegliati." urla mia madre dall'altra stanza.
Sono le sette passate ed io sono ancora a letto, a guardare il soffitto con le braccia dietro la testa, a pensare alla notte scorsa.
È bello alzarsi e iniziare una giornata con un sorriso a trentadue denti in volto. Pensando a lui.
Ormai non faccio altro.Ho l'autobus alle 7:20 ed io non ho ancora mangiato ma non importa.
Farò colazione a scuola con del caffè, così non mi addormento tra una lezione e l'altra.Intanto penso a cosa mettere, opto per un paio di jeans a vita alta ed una maglia corta ma non scollata, bianca con i minions, e per ultimo ma non meno importante, le mie solite scarpe di ginnastica nere della Adidas.
Mi guardo allo specchio soddisfatta e penso che dovrei truccarmi, ma è tardi quindi mi sbrigo a lavarmi i denti, e con passo spedito, esco di casa dando un saluto generale a tutti.
Riesco a dare anche un bacio veloce a mio padre, che è fuori, sempre a fumare, e supero il cancello.
Non voglio andare a piedi, voglio arrivare lì prima, come ogni giorno, insieme a lui.Quando mi fermo alla fermata dell'autobus sono le 7:25, sono arrivata tardi. Sbuffo.
E che cazzo!Nonostante io abbia perso il tram, non sono davvero in ritardo. Le lezioni iniziano alle otto e il tragitto verso la scuola dura dieci minuti, se non quindici: non di più.
*****
Sono le 7:45, sono in classe da quattro minuti esatti mentre leggo per l'ennesima volta l'ennesima pagina per capirci qualcosa all'interrogazione della settimana prossima, mentre con un occhio ogni tanto do uno sguardo alla porta.
Non è ancora arrivato.Prendo il telefono e accendo internet, stamattina non ho ancora aperto Whatsapp.
6 messaggi da Ale Monta:
Scusa,
mi aveva chiamato mia madre.Vale.
Ma te la sei presa?
Sei arrabbiata?
Okay, buonanotte.
Ne parliamo domani.
Corrugo la fronte, e ho dei dubbi.
Ma non devo prendere tutto come una stupida scusa, giusto?
Sempre più curiosa di sapere cosa voglia dirmi, aspetto impaziente il suo arrivo.Sento dei passi e uno zaino si posa nel banco vuoto vicino al mio. Alzo gli occhi e sorrido.
"Ciao." lo saluto e lui fa lo stesso.
"Cosa fai?" chiedo corrucciando la fronte e guardandolo mentre prende posto.Perché si siede vicino a me? Sono cambiati i posti?
Mi guarda stranito. "Cioè?"
"Perché ti siedi qui? Sono cambiati i posti?" do voce ai miei pensieri.
"No, voglio sedermi qui."
Il mio cuore perde un battito.
"E perché?" domando ancora.
"Mi va, volevo sedermi vicino alla finestra ma ci sei tu."
Certo, sembrava strano.
"Se... Se vuoi cambio posto."
"Perché dovresti?"
"E tu perché dovresti sederti qui? È il mio posto e credevo che ormai tu stessi accanto a Omar in mezzo." spiego con un tono nervoso.
"Smettila di fare così, voglio sedermi qui. Punto."
Apro la bocca per ribattere ma proprio in questo momento entrano Veronica e Giorgia che ci fissano insistemente. Il ragazzo vicino a me si sistema gli occhi e guarda da un'altra parte."Perché stai lì?" chiede quella bionda con aria interrogativa.
Non risponde e allora decido di farlo io.
"Dici a me?" so che parla con lui ma non sono riuscita a trattenermi. "È il mio posto." mi fingo confusa.
"No, a lui."
"Vuoi sederti qui? Se vuoi mi sposto."
"Eh? No, era per chiedere." si allarma lei.Ma perché nessuno mi vuole far spostare? Se vogliono stare qui basta dirlo, Santo Cielo.
"Okay."
E la conversione si chiude qui.
Intanto, sono entrati gli altri.
Soddisfatta e uno strano sorriso sulle labbra, torno alle mie cose anche se vorrei tanto parlare con il quattrocchi che si è seduto accanto a me.Mi mordo il labbro per trattenere un sorriso più ampio e per un attimo, quando lui mi guarda, vorrei girarmi e fare lo stesso per guardarlo negli occhi.
Ma lo osservo solo quando sposta gli occhi sull'insegnante e anche lui sorride e le fossette che ha sulle guance fanno sorridere anche me.E non riesco a non pensare che quel sorriso, forse, l'ho provocato io. E le farfalle ingarbugliano il mio stomaco per tutta l'ora.
Finché non decido di andare in bagno per riprendermi, lavandomi la faccia e comprando qualcosa da mangiare per cercare di ignorare la sensazione allo stomaco.
Quando torno in classe è arrivato Jacopo ed ha preso il mio posto alla finestra spostando le mie cose.
Il mio sorriso scompare.
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Short StoryFederica è quel tipo di ragazza introversa e distaccata dalla realtà. È forte, eppure non sembra. La parola relazione per lei conta molto e ha troppe aspettative, è per questo che passa le serate estive tra una serie e l'altra senza mai uscire, nas...