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Sfortunatamente, mia mamma scopre l'inganno solo il giorno dopo, quando ormai ho saltato la scuola, e sono le undici del mattino. Dopo che io ho pulito casa.

Come l'ha capito?
I malati non puliscono casa.
Ma dovevo arrivarci da sola.
E nella mia testa, sempre più volte, mi convinco di essere troppo stupida per meritare questa vita con troppe persone che non sanno cosa significa la parola 'folle'.

Finisco in punizione, niente Netflix per una settimana.
E mi sembra niente, in confronto alla punizione che mi sono inflitta da sola, allontanando da me la persona che mi piace.

"Fede." rispondo alla chiamata ed è la prima cosa che sento dall'altra parte del telefono.
"Dimmi." non mi scomodo a salutare. Tanto ormai in casa nostra non si fa più.

"Metti l'acqua per la pasta e inizia ad apparecchiare." ordina e dal suo tono di voce noto che è ancora arrabbiata con me.
Perfetto: ora dovrò aspettare almeno una settimana prima di farmela andare a genio.

"Okay. Altr..."
Non finisco la frase che lei ha già chiuso la chiamata.
Perfetto di nuovo.

"Bene."

Sospiro e decido che per prima cosa devo andare in bagno.
Porto il telefono con me, non si sa mai che qualcuno mi chiami.

Quando mia mamma torna è in compagnia, un'amica di famiglia, Pamela, pranzerà con noi.

Non la conosco molto, l'ho vista pochissime volte.
Ma è bella, simpatica e gentile.
So che è anche mamma di due figli che però io non conosco.

Entrambe entrano in casa col fiatone: hanno la spesa tra le braccia.
Entrambe, la lasciano cadere sul divano all'entrata e io le guardo stranita dal corridoio.
Non appena mi notano, mi salutano ed io faccio lo stesso.

Sto in silenzio mentre loro spettegolano la vita dei figli e di dove sono cresciute.
Sono molto prese nella loro conversazione mente io le ascolto in silenzio, con la faccia triste e bassa sul tavolo.
Gioco con la tovaglia di carta, pensierosa.

Finché una di loro non mi chiama.
"So che quest'anno sarà l'ultimo per te."
Pamela cerca di intromettermi nel dialogo. Ma io non ho molta voglia di parlare.
"Mmh." annuisco e guardo attentamente i disegnini e passo le dita tra di essi, immaginando di disegnarli io stessa: è rilassante ma anche deprimente.
"Non sei contenta?" mi sorride entusiasta. Non dovrei esserlo io? Perché non lo sono.
"Un sacco." Sorrido falsamente e finalmente alzo gli occhi verso le due donne che intanto hanno iniziato a raccontarsi aneddoti dei vecchi tempi.

Dovrei essere a scuola.
Ad ignorare tutti e scarabocchiare nel banco disegni astratti e insensati, e invece sono qui, a casa mia, a parlare con mia mamma e una donna che non conosco, e che non fanno nemmeno caso a me.

"E ti piace quella scuola?" chiede ancora.
La sua voce si fa stridula e non la sopporto. Vorrei tapparmi le orecchie e non ascoltarle, così da non rispondere a delle domande stupide come questa.
"Si, dai. Non è male. Non è lontana perciò vado e torno a piedi." rispondo vaga e con tono leggermente scocciato.
"E perché hai scelto quella scuola?"

Oh santo cielo, quanto ancora dovrò sorbirle?

*****

Sono le due passate quando Alessandro Montanari mi chiama.
Ignoro la sua chiamata.
Non è il momento di parlare con lui e Stella ha detto che dovremmo farlo faccia a faccia.

Prova a richiamarmi diverse volte, interrompendo la mia serie che non dovrei guardare e sbuffo, infastidita.
Per non dover vedere il suo nome nello schermo mi tocca spegnere il telefono.

Mia mamma è a letto, a riposare perché alle 16:00 deve tornare a fare da babysitter ad un bambino di Coriano, ed io sto facendo finta di studiare: tanto queste cose le so già.

Non passa molto prima che io riaccende il telefono, per farmi qualche altro episodio di Outer Banks, una serie che ho iniziato da pochissimo e perdermi in essa per tutto il pomeriggio.

Qualche stuzzichino dopo e due episodi di quasi un'ora entrambi, decido di staccare gli occhi dal piccolo schermo portatile, rimetto i libri nello zaino e mi lavo la faccia, sciacquando bene anche gli occhi.

Sono le cinque passate, mia mamma è uscita non so quando ed io non so cosa fare.

Aspetto un pò prima di chiamarla e dirle che ne ho abbastanza dello studio per oggi.

"Ho ripassato storia e fatto gli esercizi di matematica."
Esita prima di rispondere con voce decisa. "Mettiti a stirare."
"Ok." dico annoiata in risposta.

E menomale che quest'anno volevo andare meglio!

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