Poco dopo, mi ritrovo nell'aula computer vicino alla segreteria per stare comodamente mentre Alessandro cerca di curare la piccola ferita che mi sono creata grazie alla mia stupidità.
Mi sento a disagio dopo quello che è successo, quindi rimango in silenzio sotto il suo sguardo indagatore che studia la ferita e qualche volta fa saettare gli occhi su di me.
"Ti fa ancora tanto male?" chiede lui dopo un pò alzando gli occhi sui miei.
Un brivido mi percorre la schiena e mi viene la pelle d'oca.Nego piano con la testa senza proferire parola. Questo però non mi fa allontanare gli occhi dai suoi.
Lui invece annuisce.
Finisce di mettermi la garza perché la ferita è troppo grande per il cerotto che la scuola ha.
E sì, ho scoperto che ce l'hanno."Posso pensare sia stata una fortuna?"
"Che mi sia fatta male?"
"Di essere stato nei paraggi." ammette regalandomi uno dei sorrisi più belli.
Io lo guardo ancora confusa, non capendo il suo ragionamento.
"Volevo parlarti."
"Oh." è tutto ciò che riesco a dire.Ci ho davvero sperato in effetti.
Anche se non ero del tutto convinta."Di quello che è successo a casa tua, intendo." spiega ancora lui.
Rimango in silenzio ad aspettare che continui a parlare perché sento che il suo discorso non sia finito qui.
Eppure anche lui mi guarda in attesa di qualcosa."Non voglio parlarne." aggiungo in un sussurro.
"Lo so."Certo che lo sapeva, come faceva a saperlo?
Per un attimo penso che stia iniziando a conoscermi ma il mio pensiero si dissolve immediatamente dalla testa e mi sento ridicola anche solo ad immaginare una cosa del genere.
Lui non mi conosce, mi dico mentalmente e mi morsico il labbro nervosa."So che pensi sia stato uno sbaglio."
"No, io..."
Interrompe immediatamente il mio tentativo di dire la mia.
"E ci ho pensato, in effetti. Non so cosa mi sia preso, ero... È stata la prima volta che ti sei comportata in quel modo e mi hai, come dire, colto di sorpresa."No, un attimo, ho sentito bene? Ora rigira la cosa?
"In quale modo?" corruccio la fronte.
"Provocante."
"Hai ragione, scusa." rispondo sarcastica e con un tono leggermente irritato.
"Vale, mi hai provocato. Ora non provare a negarlo." mi accusa senza giri di parole.E lo so che ha ragione ma non posso fare a meno di rispondergli a tono, come a volergli fare cambiare idea.
"Ho solo... I-io, stavo solo cercando di..." non trovo le parole per controbattere e abbasso gli occhi, intimorita dal suo tono serio.
"Di?"
"Cosa c'è di sbagliato se per una volta provo a fare anche io quello che fanno tutti?" mi difendo alzando la voce, che inizia a tremare.
No, non metterti a piangere adesso inutilmente."Eh?" è decisamente sorpreso della mia domanda e io sono troppo stanca di fingere davanti all'unica persona a cui vorrei piacere per quella che sono davvero.
"Se... Se non faccio niente, non vado bene perché sembro una santarellina. Se invece qualche volta provo a..." mi blocco, forse in tempo per evitare una scenata e mi alzo di scatto, sentendo una fitta di dolore al fianco.
Non posso scoppiare adesso.Dietro di me, lui è ancora lì, e l'unica reazione che ha avuto è stato un sospiro pesante, quasi scocciato.
"Non è successo niente. Fa finta che non sia successo niente." sospiro anche io, rassegnata dall'idea che io possa mai piacergli.
"Vale."
Non rispondo, cerco solamente una via d'uscita, facendo come sempre: scappando.
Non è successo niente, mi ripeto mentalmente diverse volte, ignorando i suoi tentativi di richiamarmi indietro.
Abbasso la maniglia della porta ma lo sento dietro di me, vedo la sua ombra attraverso la porta ormai socchiusa e prendo un forte respiro prima di girarmi verso di lui.
"Non serve che mi rinfacci i momenti in cui faccio la vittima." gli chiedo disperata.
Mi sento abbastanza ridicola così.
"Non voglio rinfacciartelo." lo sento dire piano, con voce rauca e rabbrividisco al suo contatto leggero che cerca la mia pelle.Sospiro pesantemente, come se stessi soffocando.
"E allora cosa vuoi? Vuoi dirmi che è stato uno sbaglio? Lo hai già fatto. Ora, con permesso." dico acidamente.
"Perché ora fai così? Lo pensi anche tu."Ed io non posso fare a meno di interrompere il nostro contatto visivo.
"No, non è vero.""Come?" alza un sopracciglio, guardandomi in faccia mentre io cerco di uscire da questa stanza che mi sta impedendo di respirare.
"Non... Non lo penso davvero.""Non ti seguo." ammette lui e sorride, facendomi capire che in realtà ha capito benissimo.
Accenno a un sorriso anche io, non riuscendo a resistere alle sue fossette ma sentendomi comunque colta in flagrante.
"Devo tornare in classe. E anche tu, quindi sbrigati a uscire." e mi catapulto fuori.
Lui mi blocca nuovamente, questa volta senza richiamarmi, sta volta tirandomi per il braccio.
"Cos... Mon..."
E non faccio in tempo a finire la frase che mi ritrovo con le labbra incollate alle sue.
Il cuore mi martella nel petto e il respiro accellera, e non sapendo come reagire, non mi muovo.
Non è il mio primo bacio ma è la prima volta che, sento una sensazione attorcigliarmi lo stomaco, impedendomi di fare qualunque cosa.
Non metabolizzando ancora la cosa, non reagisco affatto.Ma dopo qualche secondo, in cui le sue labbra sono ancora ancorate alle mie, schiudo leggermente le mie.
Nel frattempo, lui allentaa presa del braccio, e porta l'altra mano sui miei capelli legati in una coda.
Passa la mano attorno alla coda, come se la cosa lo aiutasse ad approfondire il bacio.Aprofitto di questo nostro momento magico per lasciarmi completamente andare ed ansimo tra le sue labbra, respirando il suo sapore.
Tratteniamo entrambi il respiro e quando riprendo a respirare, ci metto poco a riappropriarmi di lui.
È da troppo tempo che volevo farlo ed ora... Ora è semplicemente il paradiso.Quando lui si stacca, mi mordicchio il lato inferiore del labbro e abbasso gli occhi sulle mie scarpe, improvvisamente interessandomi al loro colore.
"Posso pensare anche io che sia stata una fortuna?" mormoro non riuscendo a guardarlo negli occhi.
Lui ride ed io sto andando a fuoco, ancora desiderosa delle sue labbra rosee e ormai umide.
"Sì." dice poi continuando a parlare a bassa voce.
Cerco una traccia di lui tra le mie labbra, leccandomi le labbra e sorrido leggermente.
Questo è... semplicemente perfetto!
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Historia CortaFederica è quel tipo di ragazza introversa e distaccata dalla realtà. È forte, eppure non sembra. La parola relazione per lei conta molto e ha troppe aspettative, è per questo che passa le serate estive tra una serie e l'altra senza mai uscire, nas...