La campanella suona, segno della fine della prima ora e mi sento in dover di andare in bagno perché mi sento male. E ho mal di pancia.
Tonti e Montanari non ci sono, fortunatamente ed io sono sollevata di non doverla tenere fino alla fine di tutte le lezioni.
Con il permesso dell'insegnante di diritto, esco dall'aula e faccio i miei bisogni. Poi mi lavo la faccia e mi guardo allo specchio: sembro uno zombie.
Ho le occhiaie per via di stanotte, non sono riuscita a dormire e l'ho passata a guardare un film dopo l'altro.
E ora me ne pento.Vado alle macchinette e prendo un tè. Mi farebbe proprio bene qualcosa di l caldo.
"Ale, come al solito in ritardo." sento dire dalla bidella.
E mi giro.Perché deve essere ovunque io vada? Perché mi deve tormentare in questo modo assillante?
"Non ho sentito la sveglia, domani porto la giustifica. Lo so." si giustifica lui in risposta.
La bidella Anna lo guarda torva, poi guarda me e notando che la sto guardando mi sorride dolcemente.
Quella donna è un tesoro, sopporta tutti qui dentro.Il ragazzo si gira per capire chi lei stia guardando ma io mi copro inutilmente. Pare riconoscermi perché dopo aver finito con Anna, mi segue.
Io cerco in fretta l'aula, cercando di scampargli."Val... Federica. Fede... Federica, aspetta."
"Sei in ritardo. E io pure. E non voglio parlare con te."
Mi raggiunge in fretta e mi sorprassa col fiato corto per la corsa.
"Lo so." dice ansimando.
"E allora cosa vuoi?"
Provo ad allontanarlo da me, con ovvi scarsi risultati."Parlare."
"Lultima volta che abbiamo parlato è finita così. Io che ti ignoro."
"Sì, e io che cerco di farti capire quanto sei stupida."
Scoppio a ridere per la sua sfacciataggine.
"Se io sono stupida, tu cosa saresti?"Aprofittando del momento in cui non sa cosa rispondere, mi libero finalmente il passaggio.
Mi afferra per il polso."Mi fai male." mi lamento quando istantaneamente mi fa girare verso di sé e rimango bloccata tra i suoi occhi che cercano disperatamente i miei.
"Non mi interessa." sussurra senza spostarsi dalla mia faccia.Sospiro pesantemente e, ormai alla sua mercé, finisco per contraddire le mie stesse parole a quando mi ero ripromessa di ignorarlo.
"Non dovevi ignorarmi?" inarca un sopracciglio divertito e io distolgo lo sguardo, imbarazzata.
Credevo davvero che ci saremmo baciati? Ha proprio ragione a dire che sono una stupida."Ci sto provando." mi giustifico in risposta.
"Non ci riesci." mi provoca sorridendo maliziosamente. "Vero?"
Mi sta sfidando?
Dio, in cosa mi sto cacciando?
"Devi smetterla di provocarmi." mi ritrovo a dire, balbettando.
"Ho visto che anche tu hai iniziato a fare la tua parte."
Arrossisco di botto e alzo gli occhi su di lui, con il cuore che batte a mille.Ora, la sensazione allo stomaco è leggermente diversa, ma ho comunque bisogno di qualcosa per riprendermi.
"L'altra volta..." bisbiglia avvicinandosi al mio orecchio.
Lo guardo con innocenza, sapendo benissimo a cosa si riferisce.
"Mi hai leggermente sorpreso."
"Buono a sapersi. Anche se non capisco bene il perché."
"Tu hai..."
Si blocca e si guarda attorno, poi dietro di me.E si sposta nascondendosi dietro la porta del bagno delle femmine. Ma che cazzo...
"Vale, la prof. Ti vuole la Lauri, entra."
È una mia compagna di classe a parlare, agitata e corrucciando la fronte.
"Chi c'è lì con te?" chiede d'un tratto.
E mi chiedo se lo abbia visto allontanarsi.
"Digli che sto chiamando casa."
"Ah." sembra capire e mi guarda preoccupata. "Tutto bene?" aggiunge lei.
Nego con la testa. "Mi fa male forte la pancia da stamattina."
"Sei andata in bagno?" chiere ancora Jennifer.
"Si, niente." scrollo le spalle e rimango ferma a guardare lei che si allontana per informare la prof di italiano.
"Vuoi che ti porti lo zaino?"
"Non importa."
Mi guarda con sufficienza, come per dire "Ma per favore." poi drizza lo schiena e si volta nuovamente.
"Arrivo subito." dice lei infine e se ne va.La ringrazio mentalmente e mi giro verso il ragazzo, che è tornato di fronte a me non appena lei si è girata.
"Tutto bene?"
Con fare drammatico, mi porto una mano alla pancia e assumo un'espressione da malata.
"No, per niente. Ho un forte dolore qui e mi sembra di morire."
Lui scoppia a ridere, notando le mie favolose capacità di recitazione.
"Non ci credo." dice tra una risata e l'altra e non riesco a trattenerla nemmeno io, tanto è contagiosa la sua, di risata.
"Già, temo di dover andare all'ospedale."Sono sorpresa di riuscire a parlare con lui come con nessun altro.
Ma sono contenta di essere riuscita a farmelo amico, mi basta.
E questa cosa mi piace.
Lui mi piace.E vorrei chiedergli se gli va di fare una follia. Tipo, uscire e non fare lezione e venire da me a parlare di cazzate, litigare e magari... Potrei dirgli che mi piace.
"Io vado... Sì, insomma... A chiamare mia mamma."
Accenna a un saluto e sorride leggermente. Ma nient'altro.
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Cerita PendekFederica è quel tipo di ragazza introversa e distaccata dalla realtà. È forte, eppure non sembra. La parola relazione per lei conta molto e ha troppe aspettative, è per questo che passa le serate estive tra una serie e l'altra senza mai uscire, nas...