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"Fallo." mormora con tono sensuale puntando i suoi occhi profondi sui miei.
"Cosa?" mi ritrovo a chiedere tornando a guardarlo negli occhi anche io.
"Baciami."

E non ho il coraggio di muovermi, ma interdetta, provo ad eseguire gli ordini, sebbene i suoi occhi continuino ad esaminarmi.

Reagisco d'impulso e allargo le distanze.
"Scusa."

Sono sconvolta, scioccata e... e sorpresa, decisamente sorpresa.
È stato inaspettato.

Dio, sono così stupida.
Eppure non mi sembrava la cosa giusta da fare.

"No, non..."
"No, scusa davvero." mi giustifico inutilmente.

Perché non l'ho fatto?
Sembra che sia io ora a prenderlo in giro e mi sento in colpa per non averlo assecondato.

"No, è colpa mia. Ho... Mi hai... Niente." sospira e la distanza adesso mi uccide.
Posso dire che è colpa mia?
Perché sento che è colpa mia.

Spero non passeremo la mattinata a scusarci perché non credo sia d'aiuto.
Passo la lingua tra le labbra e cerco di dire qualcosa.

"Credo che sia meglio che vada."

Non voglio che se ne vada.

Dio, mi sento così stupida.

Ma non so cosa succederà se provassi a baciarlo per risolvere la situazione. E semplicemente non lo faccio, lo lascio solo andare via.

"Okay." mormoro ancora sotto shock.

Provo a non pensarci, ci provo davvero. Ma non faccio altro per il resto della giornata.

*****

Passo il resto della mattinata a letto, fingendo che il mio umore sia in realtà a causa del malanno che mi sono presa.
Penso che mi faranno stare a casa un altro pò di giorni e glie ne sono più che grata.

Decido che è anche ora di raccontare alla mia sorella quello che è successo, a partire dal lavoro estivo, alle chat assurde, alle provocazioni, alle sensazioni... E al quasi bacio.

"Non ci posso credere." esclama estasiata e mi guarda meravigliata.
"Già. Nemmeno io." ribatto in un sussurro, sconsolata. "Mi sono sentita una persona orr..."
"Come hai fatto a nascondermi una cosa del genere?" strilla lei, spaccandomi quasi i timpani.
Sotto il sguardo... Infuriato? Divertito?
Sorpreso sicuramente.

La guardo seria e in risposta, la guardo torva. "Sai, ero troppo occupata a vivere la mia vita, che improvvisamente è diventata reale. E che, - cazzo! - non so come gestire." urlo stupita da tale stupidità.
Ora almeno, capisco da chi ha preso: da me.

Stella si siede vicino a me, con sguardo serio e si addolcisce un pò.
"Sai, ti capisco."
"Davvero?" domando stupita.
Ha un sacco di amiche ma non ha mai avuto un ragazzo.
O almeno, è quello che ci dice ogni volta.

"No." ridacchia piano e prende una ciocca dei miei capelli per farmi una mini treccia.
Mi rilasso leggermente sotto il suo tocco delicato.
"Ma mi sembrava giusto dirtelo. Sai, per calmarti."
Annuisco. "Capisco."

"Il tuo problema è che ci pensi troppo, sempre. In tutto e per tutto, e dovresti arrivarci da sola. Penso che anche la mamma e il babbo ti direbbero la stessa cosa." mi prende in giro e tira leggermente i miei capelli, scherzosamente.
"Lo so."
"Devi reagire come le pensi la prima volta, perché più ci pensi e più diventa un trip mentale. E più diventa un trip mentale e più ti incasini."
"Lo so." ripeto ancora e chiudo gli occhi sospirando.
"E mi diventi la guastafeste che sei diventata."

Non c'è persona più saggia di Stella Valentino, è la più piccola in questa casa e sembra sia quella che ne ha passate più di tutti.

"Dovrei chiamarlo?"
"Assolutamente no." chiarisce allarmata. "Ma che ti salta in testa?"
"Hai detto che..."
"Ormai hai fatto la tua mossa e prendi atto delle tue conseguenze. Lo affronterai a scuola. Dal vivo."
"Ah."

Capisco come la pensa e sono completamente d'accordo con lei.

"Domani farai finta di sentirti meglio e dopodomani ti faranno tornare." dice sicura di sé.
"Mi spaventa un pò ma penso che dovrei aspettare, sì. Solo... Non possiamo andare più veloce?"
"Tempo al tempo, figlia mia."
E mi accarezza la testa lentamente.

Alzo gli occhi al cielo, ormai stanca di sentirla parlare così.
"Ora basta pensare a lui. Andiamo a giocare a scala."

E torniamo alle nostre vite reali, dove solitamente io vinco ad ogni partita di carte, e lei vince qualche uscita con persone reali.

E con questi pensieri, riesco a passare una giornata senza pensare a lui.
E a quello che ho appena passato.

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