Ormai anche i miei hanno capito che io e Ashton non ci stiamo esattamente simpatici a vicenda. Ci evitiamo il più possibile e, se siamo costretti a stare nella stessa stanza, Ashton mi lancia occhiatacce. Mio padre non osa chiederci spiegazioni, il che mi fa comodo visto che neanche io ho ben capito cosa ci abbia portati a stare così in attrito. Ma una cosa l'ho capita: lui e Alice si stanno avvicinando tantissimo e la cosa mi infastidisce molto perché Ashton la invita a casa nostra quasi ogni giorno senza nemmeno chiedere a me o ai miei se ci sta bene averla sempre da noi. In questi giorni passo molto tempo da solo, mi prendo un libro e vado al torrente e mi faccio passare il tempo in maniera piacevole. Non me la sento di sfogarmi con Tim, per lui non sarebbe il massimo sentirmi sparlare di sua sorella e non posso biasimarlo, ed è per questo che per me è molto meglio starmene per conto mio. Faccio appena in tempo ad uscire dall'acqua che inizio a sentire il mio telefono squillare. Controllo il mittente e rispondo subito. "Ehi Tim, dimmi tutto", parlo sedendomi sul telo che avevo steso a terra. "Dove sei?", mi chiede senza giri di parole. "Sono al torrente", gli dico, oggi è una di quelle giornate in cui non mi dispiacerebbe un po' di compagnia. "Benissimo, dammi dieci minuti e ti raggiungo", replica lui prima di salutarmi e chiudere la chiamata.Dopo aver riposto il telefono nello zaino, mi sdraio e, senza rendermene conto, mi addormento cullato dal suono rilassante delle cicale. Dopo non so quanto tempo, Tim mi sveglia. "Ah, finalmente, mi stavo arrendendo. Hai proprio il sonno pesante", ride, sedendosi accanto a me. "Quanto ho dormito?", gli chiedo, ancora intontito. "Contando che sono arrivato e mi sono fatto un bagno bello lungo, direi almeno un'ora", mi dice il mio amico. "Ah bene, buono a sapersi", ridacchio, "ad ogni modo, come mai mi hai raggiunto?". "Volevo chiederti se domani sera ti andava di venire a cena a casa mia, i miei danno una cena che sarà davvero noiosa e mi piacerebbe la tua compagnia", mi spiega sorridendomi. "Va bene, ci sto", annuisco e lui annuisce di rimando. "Immagino che ci sarà anche Alice", parlo dopo un po' e Tim annuisce sospirando. "Se non ti va più di venire ti capisco, non preoccuparti", mi rassicura con una mano sulla spalla. "Ma no, figurati, cercherò di sopportare la sua presenza senza ucciderla", sdrammatizzo io, ridendo e contagiando anche il mio amico. "Adesso però vieni, facciamoci un altro bagno che a quest'ora fa molto caldo", dico infine per poi alzarmi e correre a tuffarmi nell'acqua fresca.
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Busso a casa di Tim, ed è sua madre ad aprirmi la porta. "Buonasera signora Jones", la saluto porgendole un mazzo di fiori comprato per strada. "Ciao Calum, benvenuto, grazie", mi saluta lei sorridendomi quando vede i girasoli che ho in mano per poi abbraccarmi calorosamente nonostante tra noi non ci sia molta confidenza. "Entra, Tim è in cucina", mi sorride, scortandomi fino alla cucina dove trovo il mio amico alle prese con una teglia fumante con un bel pollo arrosto assieme alle patate. Dopo aver appoggiato la teglia sul tavolo, viene a salutarmi. "Aiutavo mia madre, ero impaziente che il piatto forte fosse pronto", mi spiega mentre andiamo a sederci. "E' bello da parte tua, io anche lo farei se ne aves-", gli sorrido prima di essere interrotto dal campanello. "Tesoro, puoi aprire tu?", urla la signora Jones dalla cucina. "Sì", si limita a risponderle Tim prima di alzarsi e aprire. "Uhm, ciao, non sapevo ci fossi anche tu", sento borbottare e mi giro, trovando Ashton sulla porta. Perfetto, e io che mi illudevo pure che non me lo sarei dovuto sorbire anche stasera.
Sbuffo quando sento il riccio chiedere della stanza di Alice per poi andarsene senza nemmeno salutarmi pur avendomi visto. "Cal, te lo giuro, se avessi saputo che sarebbe venuto anche lui te l'avrei detto", mormora Tim mortificato quando torna sul divano. "Non preoccuparti, davvero", gli sorrido, grato, "e poi tanto, più che ignorarmi non fa". Il ragazzo accanto a me annuisce, gli ho spiegato brevemente la situazione e non serve che aggiunga altro. "Avrei comunque dovuto immaginarmelo che lo avrebbe invitato, d'altronde sembra essere la sua preda di quest'anno", mi dice Tim quando andiamo nella sua camera. "Se è per questo anche io, ma non preoccuparti", scrollo le spalle. "Mi chiedo solo perché abbia così tanto astio nei miei confronti", confesso. "L'avrà infettato Alice", lo prende in giro il mio amico, facendomi ridere. Dopo qualche minuto, la signora Jones viene ad avvisarci che sono arrivati gli altri ospiti. "Sono cari amici di mio padre, non hai idea di quanto siano pesanti quando iniziano a parlare di economia e politica", sussurra Tim quando andiamo in salotto così lui può salutarli.
In quel momento, Alice ed Ashton arrivano in salotto, giusto in tempo per metterci a tavola. Mi siedo accanto a Tim, che fa il possibile per farmi divertire e non farmi sentire a disagio sia con gli altri ospiti sia con Ashton, e gliene sono sinceramente grato. Quando finiamo di mangiare, aiuto Tim e sua madre a sparecchiare e a riempire la lavastoviglie, e poi io e il mio amico andiamo a farci una passeggiata. "Tua madre ha talento in cucina, mi mancheranno i suoi manicaretti fino alla prossima estate", dico al mio amico tenendomi la pancia, ho mangiato decisamente troppo ma non potevo rifiutare tutti i bis che la signora Jones mi proponeva. "Tanto sicuramente ti inviteremo qualche altra volta, non temere", rie verso di noi. Sbuffo quando vedo Alice fare la gattamorta, forse dovrei dire ad Ashton che ci ha provato insistentemente anche con me qualche anno fa, forse aprirebbe gli occhi su come sia lei davvero. Quando il riccio si gira verso di me, mi lancia un'occhiata indecifrabile, un misto di disprezzo nei miei confronti (di cui ignoro la causa) e di superiorità, ma dura solo un secondo dato che Alice si attacca alle sue labbra peggio di una sanguisuga. "Vieni Cal, andiamo via che è meglio", mi esorta Tim alzando la voce in modo che tutti sentano mentre guarda male l'improponibile coppia. Non me lo faccio dire due volte e andiamo via. Arriviamo in paese a prenderci un gelato offerto da me e poi andiamo al torrente, rimaniamo assieme fino a che sua madre non lo chiama al telefono ed è costretto a tornare a casa.
Torno verso casa fumandomi una sigaretta. Cammino piano in modo tale rientrare senza puzzare di fumo e quando arrivo decido di farmi una doccia rinfrescante. Mi infilo a letto ma il sonno non sembra proprio arrivare. Dopo essermi rigirato mille volte, mi alzo sbuffando e mi avvicino alla finestra per prendere un po' d'aria fresca. Come mi siedo, sento dei rumori in bagno. So che non dovrei, ma la curiosità vince su tutto e così, mio malgrado, vado a controllare il bagno. Apro la porta e trovo Ashton in stato pietoso, sicuramente ubriaco, che cerca di spogliarsi senza riuscirci. Quando si accorge di me mi rivolge un sorriso sghembo. "Calum, non è che mi aiuteresti?", mi chiede biascicando. Sospiro, perché vado sempre a cacciarmi in queste situazioni? Lo aiuto a togliersi la camicia e i pantaloni e glieli metto sull'attaccapanni, poi mi giro per tornare in camera ma il riccio mi blocca.
"Mi dispiace", si limita a dirmi, ma non riesco a chiedergli di cosa stia parlando perché corre verso il gabinetto a vomitare. D'istinto prendo un bicchiere e lo riempio d'acqua per poi porgerglielo una volta finito. "Grazie", mormora mentre si lava i denti per poi sorridermi. "Non ho fatto nulla di che", mi schermisco. "Per come ti ho trattato negli ultimi tempi avresti avuto tutto il diritto di lasciarmi qua da solo", scrolla le spalle. Annuisco, non so bene cosa dire. "Per cosa ti dispiace?", gli chiedo piano dopo qualche minuto di silenzio. Ashton si gira verso di me e si avvicina leggermente. "Per averti trattato di merda in questi giorni. Mi sento in colpa nei tuoi confronti, in questi giorni ho un vortice di pensieri incasinati in testa e me la sto prendendo con te", mi dice. Ashton non è l'unico confuso, lo sono anche io. "Puoi spiegarti meglio?", gli chiedo, forse sono anche più confuso io di lui. "Lascia stare, fai finta che questa conversazione non sia mai avvenuta", sospira, per poi andarsene in camera e lasciarmi da solo con un milione di domande e la testa che mi gira quasi.
SPAZIO AUTRICE
Ehiiiii! Questo è il terzo capitolo, la situa inizia a farsi un attimino più interessante, chissà cos'altro accadrà? Lo scopriremo settimana prossima, ciaoooo🍑
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All the things he said • Cashton Hoodwin
FanfictionIn cui un'estate cambierà per sempre la vita di due ragazzi. Disclaimer: la trama di questa storia è PARZIALMENTE ISPIRATA a "call me by your name"