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Inutile dire che non sto vivendo affatto bene la situazione. Sono diverse notti che non dormo, oltre al fatto che sto continuando ad ignorare Ashton nonostante il suo sguardo da cucciolo bastonato che se non fossimo in questa situazione me lo farebbe riempire di baci. Anche se ho capito che i baci che vuole davvero non sono i miei, che io probabilmente sono stato solo un passatempo del cazzo per lui. Sono riuscito a chiarire con Tim che, confuso dalla mia reazione, mi ha chiesto spiegazione e così gli ho raccontato di me e Ashton e lui si è sentito in colpa, se avesse saputo la verità non avrebbe mai dato corda ad Alice, ma gli ho detto di non farsene una colpa, che non sapeva nulla e che lo sapevo benissimo che non mi avrebbe fatto soffrire in quel modo. "Cal, vieni, o faremo tardi", viene a chiamarmi mia madre. "Sì, sto arrivando", le rispondo prendendo in fretta la piccola valigia e il mio fedele zaino. Esco e scendo le scale, ignorando lo sguardo di Ashton che nel frattempo sta uscendo di casa. Dopo aver sistemato le mie cose nel portabagagli entro in macchina e tiro fuori le cuffiette dalla tasca della felpa e me le infilo subito nelle orecchie per evitare il riccio che, ovviamente, mi starà accanto per tutto il viaggio. Dopo pochi minuti partiamo e io faccio partire la musica nelle orecchie per evitare interazioni umane, non che odi la mia famiglia, anzi, ma avere Ashton accanto mi mette di malumore e non voglio dover dare spiegazioni ai miei.

Dopo un'ora di viaggio, mio padre decide di fermarsi in una stazione di servizio per un caffè e per andare in bagno, mia madre lo segue e lascia me e Ashton da soli. "Adesso puoi anche smetterla di guardarmi, la cosa mi mette molto a disagio", parlo guardando fuori dal finestrino. "E' l'ultima cosa che voglio", mormora, "ma almeno mi hai rivolto la parola". "Evita di fare la vittima, non sei proprio nella condizione di poterlo fare", roteo gli occhi. "Non sto facendo la vittima, mi dispiace da morire la nostra situazione, vorrei poter tornare indietro ed impedire a me stesso di fare quello che ho fatto", lo vedo gesticolare. "Beh, non puoi, quel che è fatto è fatto, non si torna indietro, l'ho capito che è lei che vuoi", lo aggredisco. "Ma io non voglio lei, come te lo dev-", replica ma io con un gesto lo blocco. "Non ricominciare con queste cazzate, ammetti che volevi tornare da lei e facciamola finire con questo teatrino", gli sorrido falsamente prima di uscire dalla macchina per sgranchirmi le gambe e fumare una sigaretta. Ashton mi segue fuori ma resta a distanza, lo vedo mordersi il labbro ma lo ignoro. Mentre fumo mi arriva un messaggio di Tim. "Come sta andando il viaggio?", leggo. "Una merda, Ashton prova a parlare con me ma io non vorrei averci a che fare ma è inevitabile", gli rispondo. "Mi dispiace, in parte è anche colpa mia", mi scrive ma io scuoto la testa sospirando gettando il mozzicone di sigaretta in un posacenere. "Non potevi saperlo, e poi se lui avesse voluto avrebbe respinto tua sorella e non l'ha fatto, quindi la colpa è tutta sua, non tua", lo rassicuro.

Poco dopo i miei tornano in macchina e io mi affretto a rientrare. Ripartiamo e lancio uno sguardo sprezzante al ragazzo accanto a me che abbassa la testa mortificato. La situazione in macchina è davvero insostenibile, nemmeno la musica mi distrae totalmente. Mi concentro sul paesaggio che si vede dall'autostrada, questa zona della Scozia è particolarmente bella, peccato non riuscire a vederla tanto spesso. Faccio una foto e la mando a Tim, proponendogli di visitare assieme questi luoghi, e lui mi risponde che ha uno zio vicino a Edimburgo e che si potrebbe fare, basta organizzarsi. Mi giro verso Ashton e lo vedo addormentato, al che mi rilasso. Passo il resto del viaggio sicuramente più sereno, senza sentire il suo sguardo che mi manda fuori di testa, tanto che quasi non mi rendo conto di quando arriviamo a destinazione. Scendo dalla macchina ma mio padre mi ferma. "Sveglia Ashton, io e tua madre andiamo a fare il check-in", mi istruisce mio padre per poi andarsene senza lasciarmi tempo di replicare. "Siamo arrivati", smuovo il ragazzo accanto a me che si sveglia quasi subito. "Siamo arrivati?", mi chiede con la voce impastata e l'espressione addormentata. "Sì", gli dico asciutto per poi scendere dalla macchina. Prendo le mie cose ed entro in hotel, seguito da Ashton. "Eccovi, prendete la chiave", mi istruisce mamma consegnandomi la chiave della camera che dovrò dividere con il riccio. Prendiamo l'ascensore e saliamo al terzo piano e, una volta trovata la nostra camera entriamo. "Oh bene, i letti sono separati", commento. "Dove vuoi dormire?", mi chiede Ashton, io indico il letto sotto la finestra. "Perfetto, io infatti non volevo stare lì", mi dice prima di appropriarsi dell'altro letto. Sistemo le mie cose per poi aggiornare il mio amico. "Farete pace, ne sono sicuro, altrimenti appena tornate vi chiudo in una stanza e vi obbligo a riconciliarvi", mi scrive e io ridacchio scuotendo la testa. "Le ho detto che non volevo più vederla", sento Ashton parlare. Appoggio il telefono sul comodino e gli concedo tutta la mia attenzione. "Le ho detto che ho qualcun altro nella testa e che lei doveva starmi lontana, avevo fatto soffrire quella persona e non volevo che accadesse di nuovo", si gira a guardarmi. "Cal, io lo so che stai male, una notte ti ho anche sentito piangere, e farò qualunque cosa per farti tornare il sorriso", si alza dal letto per venire a sedersi sul mio.

Mi alzo a sedere e mi avvicino a lui. "L'hai baciata però, questo non cambia le cose", gli dico sospirando. "Mi ha chiesto lei di farlo per allontanare un ragazzo che la stava importunando", si difende lui. "Nessuno la stava importunando, ti ha detto una cazzata, come hai fatto a non capirlo? Ho parlato con Tim che mi ha raccontato tutto. Alice aveva una specie di piano per riaverti per sé", alzo la voce. "Cosa?! Io...sono un coglione, non posso definirmi diversamente", si alza dal letto e inizia a torturarsi le mani. "Io volevo solo aiutarla...Lei mi ha mentito...", mormora. "Adesso la blocco, non voglio più avere nulla a che fare con lei", dice prendendo il telefono. "Cal, ti prego, dimmi come posso fare per farmi perdonare da te", mi implora dopo qualche minuto. Lo guardo senza però avvicinarmi, lui si morde il labbro nervoso. "Tengo tantissimo a te, mi manca quello che avevamo", mormora sedendosi di nuovo sul mio letto e prendendomi la mano per stringerla delicatamente. "Allora tanto per cominciare abbracciami", gli sorrido timidamente per poi fiondarmi tra le sue braccia. Restiamo così per qualche minuto, nessuno dei due parla per non rompere questo silenzio confortevole. Ashton si stacca leggermente e mi accarezza il viso. "Posso baciarti?", mi chiede piano sorridendomi. "Sì, fallo, per favore", sussurro io prima che il riccio appoggi le sue labbra sulle mie. Lo sento sorridere quando schiudo le labbra e mi siedo sulle sue ginocchia mentre avvolge le braccia sulla mia vita per non farmi cadere. "Mi sei mancato", sussurro attaccando la mia fronte alla sua. Lui sorride e mormora "anche tu, non hai idea di quanto fossi incazzato con me stesso per averti fatto soffrire" mentre mi accarezza la schiena con la delicatezza che solo lui ha.

*****

Dopo essermi lavato i denti esco dal bagno e mi butto sul letto. "Cal, devo dirti una cosa. Non ho dormito molto in questi ultimi giorni, soprattutto da quella notte in cui ti ho sentito piangere", sospira Ashton dal suo letto. "Io nemmeno", replico semplicemente. "La tua presenza  mi aiutava molto, ma non avendo più potuto dormire con te non sono più riuscito a chiudere occhio", aggiungo. "Allora vieni qui, dai", mi sorride prima di alzare le coperte, io non me lo faccio ripetere due volte mi ci fiondo. "Grazie", mormora il riccio cingendomi con un braccio. "Per cosa?", gli chiedo io, spegnendo la luce. "Per avermi dato una seconda occasione", mi dice lui, accarezzandomi la pancia. "Una persona come te non capita tutti i giorni, devo tenerti stretto", ridacchio, ma ovviamente lo penso davvero. Ashton non mi dice nulla, sospira semplicemente prima di darmi un bacio dietro al collo che mi fa ridacchiare. "Ora a nanna, ci aspettando tre giorni intensi", mi dice. "Buonanotte allora", mormoro. E, per la prima volta dopo giorni, finalmente mi addormento subito abbracciato a quel ragazzo che sta rendendo questa estate indimenticabile, di nuovo sorridente.

SPAZIO AUTRICE

Ehilà, rieccoci con l'angolo autrice! Spero che il capitolo  vi piaccia, l'ho editato perché come al solito delle cosine non mi garbavano. Ad ogni modo, volevo dirvi che, se mi seguite su instagram, non mi cago più molto quel profilo, quindi se volete tenervi in contatto con me seguitemi su giorgiaiorio_, notmeclowning o su twitter, brivididifreddo. A mercoledì prossimo, byyyyeeeee 🍑.

All the things he said • Cashton HoodwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora