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Butto sul mio letto la valigia, tirando fuori i vestiti da lavare per poi metterli dentro una cesta che metto poi davanti alle scale. Una volta rimasto solo, Ashton sguscia in camera mia dal bagno. "Ciao", mi sorride per poi baciarmi. "Ciao", replico io abbracciando il riccio. "Stiamo un po' insieme?", mi chiede lui. accarezzandomi la schiena. "Mi vedo con Tim adesso, se vuoi puoi venire con me", gli propongo. "Va bene dai, allora andiamo", mi sorride, e così facciamo, dopo aver finito di sistemare le ultime cose da mettere a posto nell'armadio. Dopo aver avvisato i miei, andiamo al torrente dove ho l'abitudine di vedermi con Tim. Prendo la mano di Ashton e la stringo, almeno fino a che non vede il mio amico e ha l'istinto di allontanarla dalla mia. "Non preoccuparti, Tim sa di noi", sorrido ad Ashton, che sentendo le mie parole si rilassa per poi stringermi di nuovo la mano. "Oh, ci sei anche tu, ciao a entrambi allora", saluta entrambi il mio migliore amico quando ci vede, senza curarsi delle nostre mani intrecciate. "Ehi Tim", lo abbraccio, mi era mancato. "Com'è andata a Edimburgo?", ci chiede quando mettiamo i piedi a bagno nel torrente, una delle cose che più amo fare durante le mie estati in Scozia. "Io personalmente non ho fatto molto se non mangiare e dormire, papà e Ashton hanno passato molto tempo a fare ricerche mentre mia madre era dispersa chissà dove", spiego brevemente, sorridendo al riccio accanto a me. "Ah, grazie per avermi aperto gli occhi su tua sorella, non deve essere stato facile per te", parla Ashton rivolto a Tim, che però si schermisce. "Mia sorella è una vipera spesso e volentieri, mi sono sentito in colpa per averle dato retta dopo che Calum mi ha spiegato la situazione", scuote la testa. "A proposito, non penso dobbiate più preoccuparvi di lei, credo che abbia trovato una nuova vittima a cui attaccarsi", ride poi, contagiando anche Ashton. "Mi dispiace per lui, ma sono felice perché adesso non devo preoccuparmi che mi incasini la vita", parlo guardando il riccio, che mi accarezza la mano.

E dato che se parli del diavolo spuntano le corna, vediamo Alice in lontananza che ci viene incontro con un ragazzo che non conosco, il che non è una novità dato che in tanti anni mi sono fatto un solo amico e oltre a lui conosco veramente pochissima altra gente. Io e il riccio sciogliamo le mani quando è abbastanza vicina a noi, ma non ci calcola proprio. "Tim, la mamma mi ha detto che a cena ci sono gli zii e che ha bisogno del tuo aiuto in cucina", riferisce a suo fratello, e lanciando a mala pena uno sguardo quasi schifato a noi due per poi andarsene com'è venuta. "Cal, sai com'è mia madre, è meglio se corro a casa o le verrà un esaurimento nervoso, e poi chi la sopporta quando fa le sue scenate nevrotiche", sospira Tim togliendo i piedi dall'acqua per poi mettersi in fretta e furia le scarpe. "Non preoccuparti, vai pure, anzi salutamela", lo rassicuro io sorridendogli. "Lo farò" annuisce alzandosi in piedi, "ci si vede ragazzi, ciao", ci saluta con una pacca a entrambi sulle spalle. "Ciao", lo salutiamo io e Ashton prima di restare soli. "Beh, abbiamo solo due cose da fare adesso: o ci facciamo il bagno o torniamo a casa", mi dice il riccio.

"Io sto morendo di caldo, direi che un bel bagno ci vuole", replico alzandomi in piedi per togliermi i vestiti prima di tuffarmi in acqua. Ashton mi segue a ruota poco dopo mentre io nuoto verso un angolo nascosto del torrente in modo che nessuno ci disturbi. "Hai ragione, ci voleva un bagno", mormora il riccio avvicinandosi a me e abbracciandomi da dietro. Io mi giro verso di lui e lo bacio allacciando le gambe alla sua vita mentre lui mi attira a sé. Ashton si butta sott'acqua senza staccare le sue labbra dalle mie, anzi approfondendo il bacio. Quando riemergiamo mi toglie i capelli dal viso sorridendomi mentre io faccio lo stesso con lui. "Baci sott'acqua, questa mi mancava", ridacchio allontanandomi da lui per fare qualche bracciata a stile libero. "Sono l'uomo dalle mille sorprese", ride Ashton seguendomi e bloccandomi il passaggio senza farsi accorgere così da sbattergli contro. "Sei l'uomo che si deve scansare perché voglio nuotare un po'", lo prendo in giro e lui, fingendosi offeso, fa per andarsene ma io gli prendo il braccio e lo blocco. "Non vuoi nuotare più?", mi fa il verso. "Se te ne vai non c'è più gusto", mormoro prima di avvicinarmi a lui e baciarlo di nuovo. "Va bene, mi hai convinto, ma sappi che continuerò a infastidirti", mi avverte. "Come ti pare, ma prima devi prendermi", rido per poi nuotare via.

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"Ragazzi finalmente, dove siete stati?", ci accoglie mio padre all'ingresso di casa. "Al torrente, abbiamo visto Tim e poi siamo rimasti lì per un po'", gli rispondo. "Dato che non ci sei stato per tutto il pomeriggio, io e te domani passeremo la giornata a catalogare le varie foto che abbiamo fatto a Edimburgo", si rivolge poi ad Ashton, che annuisce senza aggiungere altro. "Bene, adesso lavatevi che tra un'ora ceniamo", aggiunge infine prima di sparire nel suo studio. "Mi dispiace, non lo sapevo che avevate così tanto da fare, saremmo tornati subito a casa", sospiro sentendomi in colpa una volta in camera mia mentre il riccio si infila sotto la doccia. "Non ti preoccupare, io lo sapevo e avrei dovuto agire di conseguenza ma mi è totalmente passato di mente", mi rassicura lui. "Sì ma adesso passerò tutta la giornata da solo", sospiro mentre Ashton esce dalla doccia con addosso un asciugamano in vita. "Beh non sei contento? Avermi intorno è stressante", ironizza per poi darmi un bacio leggero. "Ma non è vero", gli do uno schiaffetto sul braccio, "adesso esci dalla mia camera che è il mio turno della doccia", lo spingo in camera sua mentre lui ridacchia. Mi spoglio velocemente e mi butto sotto la doccia. Mentre mi insapono i capelli, Ashton entra dentro, facendomi spaventare non poco. "Dio, volevi farmi prendere un infarto?", gli chiedo portandomi la mano sul cuore. "Non volevo farti spaventare, volevo solo farmi la doccia con te, o almeno stare sotto la doccia con te", mi accarezza il viso per poi baciarmi di nuovo e aprire l'acqua.

La mia schiena finisce contro il freddo duro delle piastrelle della doccia ma non me ne curo mentre le nostre labbra continuano a scontrarsi. Quando ci stacchiamo io chiudo gli occhi per riprendere fiato e non faccio caso ad Ashton che si inginocchia fino a che non lo sento prendere il mio membro in mano per poi portarlo alla bocca. "Mhhh", mugolo ancora sorpreso chiudendo gli occhi quando inizia a muovere la bocca e prendendomi i fianchi per poi palparmi il sedere. Mi lascio trasportare mentre mi mordo con forza il labbro inferiore per non ansimare troppo rumorosamente fino a che non vengo in un urlo che  stento riesco trattenere a  per non farmi sentire dai miei genitori. Ashton ingoia compiaciuto per poi alzarsi e pulirsi la bocca con la mano prima di baciarmi a stampo e uscire per farmi finire la doccia. "Non ci credo che tu l'abbia fatto davvero", entro nella camera del riccio una volta vestito e indicando le mie parti basse. Ashton mi guarda e ridacchia avvicinandosi a me. "Te l'ho detto che sono l'uomo dalle mille sorprese", scrolla le spalle. "Touché", rido prima di abbracciarlo e baciarlo per poi essere interrotti da mia madre che ci avvisa che la cena è pronta. 

Scendiamo in giardino e, per tutta la cena, prego affinché non abbiano sentito nulla di quello che io e Ashton abbiamo fatto in doccia, e per una volta esco indenne da una figuraccia epocale perché non ne parliamo assolutamente. "Ragazzi, scusatemi", ci chiama la nostra fidata domestica Christine mentre andiamo di sopra, "prima ho sentito dei rumori dalle vostre stanze, è successo qualcosa?". Per poco non mi strozzo con la mia saliva, sapevo che non dovevo cantar vittoria troppo presto. "Mi sono caduti dei libri dalla libreria, tutto qui", mi salva Ashton, sorridendole. "Ah, d'accordo, buonanotte allora", ci sorride per poi andarsene. "Per poco non ci scopriva", fulmino il ricco con lo sguardo, che per tutta risposta se la ride. "Questa me la paga, oh se me la paga", penso con un sorrisetto malefico mentre salgo le scale per andare in camera mia.

All the things he said • Cashton HoodwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora