Festa

389 31 5
                                    

Luca cercò in tutti i modi di eliminare la sensazione che qualche settimana prima il corpo di Simone gli aveva provocato, caccio quel pensiero nell'angolo più piccolo e buio della sua mente, cercando i tutti i modi di guardarlo come un fratello, solo l'idea di vederlo diversamente da quello lo atterriva, perché avrebbe significato doversi in qualche modo allontanare da lui, ma piuttosto che farlo avrebbe preferito morire, la sua mente non vedeva nessun presente ne futuro senza che ci fosse Simone accanto a lui.
Così quella sera in cui era stato invitato dal suo migliore amico ad una festa con pochi amici, decise di accettare l'invito provando, anche se veramente a fatica, di avere un minimo di vita sociale all'infuori di Simone e dei messaggi che di tanto in tanto scambiava con Mirko Marco. Fece due enormi sospiri infilò il giubotto e aspetto in strada che Simone passasse a prenderlo, per poi prendere Mirko e diriggersi a casa di Paolo dove si sarebbe tenuta la festa.
Il viaggio in macchina grazie sopratutto alla solita verve di Mirko fu abbastanza piacevole anche se l'idea di incontrare persone nuove lo spaventava finendo per l'ennesima volta di aver voglia di rinchiudersi nel suo guscio.
Arrivati a casa di Mirko e scesi dall'auto il freddo invernale li travolse. La casa era in collina praticamente abbandonata dal resto della civiltà, Luca si girò in torno e vide solo alberi e nero ovunque.  Arrivati in casa il calore e la musica li avvolsero, Paolo da bravo padrone di casa li accolse salutandoli con un enorme sorriso, prendendo i loro cappotti per appenderli nel mobiletto all'entrata. Poi li guidò dove c'erano tutti gli altri.
"Ehy fatina!!! Anche tu qui?" Gridò Marco con una bottigia di birra in mano avvicinandosi a Mirko.
"Si sono venuto in cerca di qualche fiore" lo canzonò Mirko.
"Non ci sono fiori per te qui mio caro"
"Lo vedremo" gli ammicco l'altro.
Simome si avvicinò e salutò a turno tutti, evidentemente li conosceva già penso Luca mentre a volto basso si torturava il laccio della felpa. Poi Simone si voltò e conoscendo fin troppo bene lo portò con se e fece le presentazioni di rito. Seduti un po sul divano e un po a terra c'erano il padrone di casa, Andrea, un ragazzo dai lineamenti un po asiatici che si chiamava Steve, una tipa con un enorme massa di capelli ricci che dato che era avvinghiata ad Andrea dedusse fosse la sua ragazza, e altre due ragazze una biondina di nome Sara e una castana di nome Laura. In quel momento Luca avrebbe tanto voluto essere a casa, nella sua stanza con i suoi libri e le sue serie tv, provò a cercare con lo sguardo l'appoggio di Mirko ma lui aveva già iniziato a bere mentre sicuramente stava facendo qualche battuta a doppio con Marco. Simone iniziò a parlare con Laura e Steve così si guardò in torno e decise che se voleva uscirne vivo sarebbe stato meglio iniziare a bere.
La serata proseguì tra qualche ballo, battute e sopratutto tanto alcol, ogni tanto scambiava qualche parola con Marco, Simone e Mirko e provando a non fare completamente da tapezzeria.
Ad un tratto la riccia spense la musica e sventolò in aria una bottiglia di birra vuota.
"Si gioca al gioco della bottigia" urlò tutta felice
"Abbiamo diciott'anni non dodici" gli rispose truce il suo ragazzo.
"Non mi interessa, mettiamoci tutti in cerchio e si gioca" urlò di nuovo
Tra qualcono un po più entusiasta e tra qualcuno meno si miserp in cerchio sul tappetto.
La riccia iniziò a girare e la bottiglia si fermò su Paolo.
"Obbligo o verità" chiese lei.
"Mmmm....verità".
La riccia ci pensò su un attimo.
" il posto più strano dove lo hai fatto"
Paolo si imbarazzò visibilmente ma poi rispose.
"In una chiesa sconsacrata" un vocio si sparse per la stanza.
" e cosa ci sarebbe di così strano?" Chiese Mirko facendo ridere un po tutti.
Fu la volta di Paolo girare e la bottiglia si fermò su Steve.
"Obbligo o verita?"
"Obbligo" rispose lui un po intimorito.
" bevi della tequila dall'ombellico di Sara" lo intimò con un ghigno.
La ragazza arrossì ma poi incitata da tutti si sdraiò e si alzò leggermente la maglia, Steve gi verso della tequila e bevve.
I giri continuarono tra i vari obblighi e verità. Poi fu il turno di Mirko di scegliere e naturalmente optò per l'obbligo così Paolo che in quel gioco si era rivelato il più perfido, stava già  sogghigniando.
"Devi baciare Marco"
" io non la bacio la fatina"
"Piccolo I miei baci non si dimenticano" disse mirko in tono suadente.
"Cazzo Paolo ma che ti dice il cervello?" Ricevendo per risposta una grossa risata.
"Un bacio a stampo non di più"
"No no no prima a me e a Sara ci svete fatto baciare con la lingua, quindi adesso non si discute" onbiettò la riccia.
Marco la guardo in cagnesco ma non ebbe modo di replicare perché Mirko accorciò le distanze e unì le loro labra.
Marco restò fermò immobbile con gli occhi spalancati ancora stupito, tutti ridevano e incitavano. Mirko sfiorò la bocca del biondo con la lingua cercando l'accesso, che dopo qualche attimo gli fu concesso, le lingue si unirino, si scontrarono assoporando ognuno il sapore dell'altro, e anche se tutti urlavano e incitavano a Mirko gli sembrò che in quella stanza non ci fosse nessun'altro solo lui e il vichingo.

La Luna D'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora