Lacrime

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Passò una settimana dalla sera della festa da Paolo, e la mente di Luca era ancora sotto shock, cos'era successo quella sera? cos'era successo con Marco, perché Simone si era comportato in quel modo, perché si era arrivati a quel punto? Ma nonostante le tante domande non riusciva a darsi delle risposte, l'unica cosa che riusciva a fare era colpevolizzarsi per quel suo primo atto di libertà senza inibizioni. Ormai il giorno era calato, e dalla finestra della sua camera filtrava una lieve luce arancione dei lampioni, Luca guardava il soffitto continuando a porsi sempre le stesse domanda, non aveva più incontrato Marco e aveva evitato di incontrare anche Simone, si limitava a scambiare qualche messaggio giusto per evitare di insospettirlo su qualcosa e farsi fare qualche domanda a cui non sapeva e non voleva rispondere.

Sentì suonare il campanello di casa e poi sua madre che chiacchierava con qualcuno, pensando fosse la vicina decise di mettere sule cuffie con un po di musica, ma poi qualcuno bosso alla sua porta , non fece in tempo a rispondere che già Simone era entrato in camera chiudendosi la porta alle sue spalle.

"allora sei vivo!"se ne uscì Simone ancora davanti alla porta. Luca si limitò a fare un mugolio in assenso.

"allora me lo dici che cazzo ti succede?"

A questa domanda Luca decise di sedersi sul letto e pensare a qualche scusa plausibile da dare.

"non mi succede niente, sono stato solo impegnato con lo studio" 

Simone si sedette sul letto accanto a lui, "ok, ma non abbiamo mai passato tutto questo tempo senza vederci, quindi mi è sembrato solo un po strano".

"lo so ma quest'anno siamo di maturità, quindi sto cercando di impegnarmi un po di più" disse Luca senza voltarsi a guardare l'amico.

"ora non stai studiando, che ne dici di uscire con me a fare un giro?"

"no Simo non mi va proprio di uscire"

"ok, allora ti faccio compagnia, magari, facciamo una partita alla play" ma dall'altra parte nessuno rispose.

"Luca, che cazzo succede? Puoi sembrare un tipo silenzioso agli altri ma con me non hai mai fatto la bella statuina, quindi ora apri la bocca e dimmi che cazzo ti prende!!" quasi urlò Simone alzandosi dal letto e mettendosi davanti al suo amico, che imperterrito continuava a guardarsi le scarpe, come se in quei lacci riuscisse a trovare delle risposte. Nella stanza cadde completamente il silenzio, si sentivano solo i rumori ovattati del traffico all'esterno.

"cazzo parla!!!" questa volta urlò Simone.

Luca non rispose, si sentiva gli occhi dell'amico su di lui, che lo scrutavano, insieme alla colpa adesso iniziò a mescolarsi la rabbia, erano stati loro a fare il casino, perché cazzo doveva essere lui a tenere il segreto con uno e giustificare l'altro, a lui, ai suoi sentimenti chi ci avrebbe pensato, chi gli avrebbe dato delle risposte, e così la rabbia cresceva nel suo petto sempre di più, fino a sentirsi sul punto di esplodere, poi Simone dopo minuti interminabili di silenzio, gli diede una spinta sulla spalla, un modo per cercare di spronarlo a parlare, ma quella fu solo la goccia che fece esplodere la sua ira.

"che cazzo vuoi da me?" urlò Luca alzandosi dal letto e fronteggiando l'amico, che di risposta lo guardo stupito.

"i-io non voglio niente, cercavo solo di capire che ti passa per la testa"

"non ho un cazzo di niente, e tu e i tuoi stramaledetti amici mi avete rotto le palle, e fammi un favore smettila di ubriacarti che quando lo fai non fai latro che fare cazzate, e adesso togliti dalle palle!!!!" sputò fuori Luca con tutta la rabbia che non sapeva neanche di provare. L'amico lo guardò con un'espressione che luca non glia aveva mai visto, era incazzato ma non solo probabilmente era anche ferito. Simone non disse nulla aprì la porta e la sbatté dietro di se.

Luca si risedette sul letto, sapeva di aver esagerato che Simone non lo meritava, perché in fondo neanche si ricordava di aver fatto qualcosa di "sbagliato", la ma era stato caricato come una pentola a pressione con troppe emozioni. Sentì gli occhi pizzicare e delle grosse lacrime fuoriuscirono senza controllo, bagnandogli le guance, il collo e la felpa. Quella notte pianse per se, per Simone e per la loro amicizia che non sapeva più se si sarebbe potuta recuperare.


La Luna D'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora