Struccante

352 30 7
                                    

Passò dei dischi imbevuti di struccante sul viso togliendosi ogni traccia di trucco, si infilò sotto la doccia per levarsi di dosso tutto gli odori di quella serata.
Indossò un pigiama rosa di paile, andò nella piccola cucina e prese dal frigo una bottiglia d'acqua, bevve come se non lo avesse fatto da giorni.
Si guardò in torno, quella casa era troppo piccola, una stanza che faceva da cucina e sala da pranzo, una piccola camera da letto, e il bagno di fronte.
Piccola e vuota, nessuno che gli dasse il buongiorno, che lo aspettasse, che gli preparasse un pasto,a diciott'anni era solo.
Ma Mirko non era un orfano, aveva avuto un padre,una madre e un fratello, ma adesso erano solo un ricordo sbiadito.
A quindicianni aveva deciso di fare il suo caming out, dopo che a scuola aveva subito centinaia di insulti, prese in giro, adesso si sentiva forte, rafforzato, indossava la sua maschera fatta di trucco e vestiti colorati ed entrava in scena, ma i genitori non la presero bene come aveva immaginato, il padre tra urla e ceffoni lo buttò letteralmente fuori di casa, il tutto sotto il silenzio della madre, il fratello, aveva provato a chiamarlo un paio di volte, ma non rivette mai risposta, evidentemente la pensava come i genitori.
Riuscì a recuperare dei vestiti, libri, e dei soldi che gli aveva lasciato la nonna, ma quelli erano ben poca cosa, trovò la stanza dove abitava, tramite un dubbio annuncio, il palazzo era fatiscente e in periferia, ma non avevano richiesto documenti o busta paga, quindi andava più che bene.
Il problema era riuscire a viverci, pagare l'affitto, le bollette, pagarsi la scuola, perché a quella non ci avrebbe mai rinunciato. All'inizio aveva trovato lavoro il week and, come cameriere in un pub, si divertiva, aveva conosciuto diverse persone, ma era duro, tremendamente duto, sopratutto per un quindicenne che non ha mai fatto nulla nella vita se non studiare.
Grazie a quel lavoro aveva capito di essere una preda appetibile, sopratutto per gli uomini più maturi, studiando sbarcare il lunario era sempre più difficile, così decise di sfruttare il suo aspetto da ragazzino un po androgino.
Non voleva fare la puttana, non era mai stato con nessuno e non voleva che la sua prima volte fosse per soldi con un vecchio bavoso.
Decise di usare le potenzialità di internet, acquistò un portatile con i soldi ladciatogli dalla nonna e si iscrisse a un sito di camboy. Il lavoro era relativamente semplice, una chat dove uomini sconosciuti gli dicevano che fare. Prendeva una quota a registrazione e in più riceveva qualche regalino da alcuni utenti direttamente sulla prepagata.
Ma col tempo la sola masturbazione non bastava più, gli utenti anche quelli regolari, diminuivano, doveva fare qualcosa.
Acquistò su un sexy shop on line, dell'oggettistica, tra cui dei dildo e del lubrificante, l'idea di penetrarsi da solo con quegli affari di gomma lo disgustava,  ma quale altra scelta aveva.
La prima volta che lo fece fu tremenda, era in imbarazzo, non sapeva ne cosa fare, ne come farlo, ma quella sua inesperienza fu apprezzata, con i soldi di quel solo giorno potè pagarsi tre mesi di affitto.
Lasciò ben presto il lavoro da cameriere e si dedicò esclusivamente a quello, era iscritto a diversi siti, e le sessioni di lavoro duravano anche fino a sei ore, avere un orgasmo ormai era diventato qualcosa di poco conto, il piacere non esisteva più.

Quella notte si sentiva ancora più solo e triste del solito, un ragazzo di diciott'anni vergine, che si atteggia a gay d'esperienza, che si masturba su internet, alla fine era questo Mirko, un'insieme di maschere e segreti, o almeno era così che si sentiva.

Ma mirko era semplicemente un bambino ferito che cercava di sopravvivere.

La Luna D'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora