11 CAPITOLO.

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Vado a casa di mia nonna in cerca dei miei genitori, ma non ci sono.

Mia nonna mi dice ''Sara sei venuta tardi, sono appena tornati a casa!'' mi sentivo scema, andando avanti e indietro.

Ritorno a casa e non ci sono, non ditemi che sono tornati da mia nonna cercandomi? Sarebbe troppo buffo cosi.

Decido di non andare da mia nonna altrimenti loro sarebbero venuti qui e viceversa.

Passano le ore e vedo la tv aspettandoli.

Non arrivano. Per la prima volta ascolto il telegiornale che mostra la macchina dei miei genitori su un precipizio, tutta maridotta, con i vetri rotti.

In seguito dice:
Poche ore fa è accaduto un tragico incidente sulla statale 16, morti una donna e un uomo.

Non potevo crederci, erano i miei genitori.

Incomincio a piangere e prendo il primo autobus per raggiungere il più presto possibile l'ospedale dove erano stati portati.

Li rivedo..li, sdraiati su due lettini bianchi, senza vita..mi sento morire, ora si che ero rimasta sola, senza conforto, senza una guida da seguire, non sapevo che fare..volevo abbracciarli e dire che gli ho voluti sempre bene e chiedere perdono per tutte le mie malefatte.

mi sento le gambe cedere, gli occhi rossi e pesanti, le lacrime scendere come pioggia, mi stava cadendo tutto addosso.

Le infermiere mi aiutano, mi fanno sedere e mi tranquillizzano, ma non ci riuscivo, mi mancava l'aria, volevo morire, non riesco, mi sento troppo male, avevo bisogno di una lametta.

Mi chiudo nel bagno dell'ospedale e inizio a tagliarmi, forte e ancora più forte.

Resistevo, non volevo morire li, mi avrebbero sicuramente salvato ed è quello che non volevo.

Dalla mia bocca involontariamente esce un urlo di dolore e sofferenza, ma non per il taglio per la mia vita, per i miei genitori.

I dottori e le infermiere aprono velocemente la porta e mi vedono per terra sanguinante.

Mi portano in una stanza e non so cosa succede non ricordo niente, ero svenuta in quel momento.

Mi curano le ferite, quando faccio un sogno:

erano i miei genitori, stavano seduti su una nuvola, e mi guardavano susurrandomi ''Sara, sii forte, abbi cura di te, ti proteggeremo dal cielo, non arrenderti mai davanti agli ostacoli che la vita ti pone, sii la ragazza forte che conosciamo noi e vivi felice, non preoccuparti per noi, siamo in un posto felice. Un giorno ci raggiungerai anche tu, ma non ora, vogliamo vederti crescere e avere figli con l'uomo che ami, a presto Sara, ti vogliamo bene.''

Piango forte con gli occhi chiusi, i dottori chiamano subito i miei nonni per aiutarmi, per farmi tranquillizzare.

Arrivano i miei nonni, ma io sto ancora in un sonno pieno di lacrime, solitudine e sofferenza.

So che loro non possono aiutarmi, devo essere io a salvarmi, devo essere io la mia ancora, anche se sono debole, i miei genitori contano su di me e non voglio deluderli.

.. Due occhi blu come il mare..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora