ATTENZIONE: descrizione di scene spinte (anche se non lo sono eccessivamente)
Petra si alzò dal divano e gli tese una mano, che lui afferrò con uno sguardo ancora diffidente, per poi condurlo alla propria stanza. Il divano non era il posto più intimo, né il più comodo, per fare quello che avevano deciso di fare.
Stavano per fare l'amore. Petra stava per fare l'amore con il capitano Levi – o meglio, con Levi e basta. Se ne rese conto solo quando chiusero la porta alle proprie spalle e si guardarono in silenzio per qualche secondo, con le ombre dell'incertezza che aleggiavano sui loro volti tesi.
«Sei sicuro?» gli chiese di nuovo; anche lei non era ancora del tutto certa di star facendo la cosa giusta, ma una sua qualunque risposta sarebbe bastata a fugare ogni dubbio.
Lui annuì tacitamente con un movimento minimo, il che le fece capire quanto fosse teso, nonostante l'apparente calma che si sforzava di mostrare. Petra allora adagiò le proprie labbra sulle sue, piano, con dolcezza, cingendo il suo viso con le proprie mani tremanti. Aveva il terrore che le sudassero: avevano quel brutto vizio, quando si trovava in situazioni stressanti o imbarazzanti.
«Fidati di me» disse a fior di labbra, per poi attirarlo in un altro bacio, sempre delicato.
Non voleva che la fretta e l'ansia rovinassero ogni cosa; voleva essere dolce, premurosa. Aveva sempre pensato che il sesso fosse una dimostrazione d'amore e non solo qualcosa di puramente carnale, per questo aveva aspettato la persona giusta – e lui era quella persona, e voleva che si sentisse bene tanto quanto lei.
Attenta a non spezzare il ritmo di quella danza dolce e morbida, Petra prese le sue mani e lo condusse lentamente al suo letto. Lo fece sedere e si posizionò in piedi tra le sue gambe, tenendogli la nuca per approfondire il bacio, mentre lui le afferrò i fianchi per avvicinarla a sé. Sentiva le dita di Levi che lentamente risalivano la sua schiena, invitando Petra a tornare a una condizione di parità. Così si sedette sulle sue gambe e lasciò che lui esplorasse il suo corpo come meglio credeva, nonostante l'imbarazzo crescente. Sentiva le guance andarle a fuoco, mentre Levi si affaccendava con la sua maglia, saggiandone i lembi con esitazione. Petra posò le proprie mani sulle sue e guidò i suoi movimenti nello spogliarla di quel primo indumento.
«Ho un po' di cicatrici» sussurrò lei, chinando il capo e deglutendo il boccone amaro di quella sua constatazione – aveva quasi dimenticato quegli orribili segni che si portava dietro. «Cerca di non farci caso, per favore».
«Io non vedo niente» mormorò lui, mentre studiava il suo corpo con un'espressione indecifrabile. «Niente per cui valga la pena vergognarsi».
Petra sorrise lievemente, addolcita dal suo tenero modo di rassicurarla. Non aveva senso vergognarsi per qualcosa che lui avrebbe certamente compreso: anche lui ne aveva, e non poche. Vedendolo indeciso, gli prese una mano e la condusse su tutte quelle linee bianche che ornavano la sua pelle: sul petto; sotto il seno, all'altezza delle ultime costole; sul ventre; sulla schiena.
Dopodiché la mano di Levi proseguì da sé, percorrendo la sua spina dorsale verso l'alto e arrestandosi sul gancio del reggiseno. Incastrò il suo sguardo in quello di Petra, e non accennò a distoglierlo. Sembrava che stesse aspettando il suo permesso.
Petra si limitò ad annuire, rinunciando alle parole. E lui, lentamente, la liberò anche di quel secondo indumento. Il suo sguardo fu catturato dalle forme morbide dei suoi seni, pallidi nella fievole luce lunare che penetrava dalla finestra. Petra ebbe l'impressione che non sapesse bene cosa farne, ma gli concesse il tempo di scoprirlo.
STAI LEGGENDO
It Happened Quiet || Rivetra
FanfictionUna piccola Rivetra per allietare i cuori di persone che shippano questi due bei personaggi. •Dal testo: "Petra tacque e lo guardò con attenzione, cercando invano di afferrare la sua natura sfuggente. Con un sospiro si alzò dalla sedia e si piegò da...