20. Fragilità

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Una settimana.

Levi la ignorava da una settimana.

Evitava di rivolgerle la parola se non per impartire gli ordini del giorno o comunicare le direttive dall'alto, rifuggiva ogni occasione in cui avrebbero potuto trovarsi da soli.

Petra non aveva la più pallida idea di cosa fosse successo, ma ebbe la forza di indossare una maschera di apparente indifferenza e di accettare la situazione con maturità. Corrergli dietro sarebbe stato infantile, sbagliato.

Dopo tutto quello che avevano fatto insieme, dopo tutto quello che avevano condiviso, Petra non riusciva a capacitarsi dell'idea che si fosse aperto con lei fino a quel punto solo per illuderla. Così aveva concluso che doveva esserci un motivo razionale dietro – un motivo che forse lui non voleva che sapesse, visto che non era venuto a dirglielo.

Mi fiderò di lui, si ripeteva ogni volta che le capitava di incrociare sguardi curiosi o di sentire sussurri latori di pettegolezzi. Era difficile, però. Paradossalmente, non la infastidiva tanto il fatto stesso che la stesse ignorando, quanto il fatto che avesse preso la decisione da sé, senza dirle niente, senza spiegarsi in alcun modo. Era convinta che fossero arrivati a un punto in cui potevano parlare apertamente, ma evidentemente raccontarle la storia della sua vita, conoscere la sua famiglia e perdere la verginità insieme non bastava a modificare questo semplice fatto: lui era e rimaneva il capitano Levi, e lei la sottoposta Petra Ral.

Eppure aveva previsto anche questo scenario – dopotutto, era sempre stata abituata ad aspettarsi il peggio da ogni situazione. Si era preparata anche per quel caso, sì, ma aveva sperato fino all'ultimo che non si avverasse.

E mentre ci pensava, ricordò come quella notte si era accoccolata al suo petto, nascondendovi il viso, e nella propria testa aveva sussurrato mille volte "Ti prego, fa' che non sia un sogno". Forse lo era stato.

«Petra, mi hai sentita?»

Petra alzò lo sguardo dal proprio piatto, in cui la zuppa giaceva ancora intatta; aveva sbocconcellato distrattamente solo un po' di pane.

«Scusami, Hanji. Non ero attenta, potresti ripetere?»

«Prima di tutto, mangia. E secondo, perché non vai a chiedergli spiegazioni?»

«Mh?»

«Hai aspettato una maledetta settimana, Petra. Non ti interessa sapere cosa diavolo gli è preso?» le chiese, per l'ennesima volta in quegli ultimi giorni. «Moblit, diglielo anche tu».

«Caposquadra, io non... non credo che...» balbettò lui, rivolgendo a Petra un'espressione mortificata.

«No, non mi interessa» rispose Petra, per poi mandare giù una cucchiaiata di zuppa. «Te l'ho già detto».

«Ma perché?!» esclamò lei, attirando l'attenzione curiosa delle persone sedute ai tavoli vicini.

«Caposquadra, non crede di essere un po' invadente?»

«Zitto, Moblit. Sono solo curiosa, come sempre. Hai idea di cosa significhi studiare il comportamento di Levi nelle relazioni? Fino a poco tempo fa eravamo convinti che l'unica storia d'amore che potesse avere fosse quella con lo spolverino».

«Ti ho già detto il perché, Hanji, e la risposta non è cambiata rispetto a ieri» rispose Petra, con tono calmo ma deciso. «Il capitano Levi ha fatto la sua scelta, per un motivo che non mi è dato sapere. Nello stesso modo in cui eseguo gli ordini senza che mi vengano giustificati, mi fiderò del suo giudizio anche in questo caso».

«Che marea di stronzate» sbottò Hanji, sporgendosi in avanti e guardandola dritto negli occhi con una tale intensità da metterla a disagio. «Non devi fingere che non ti dia fastidio. Devi importi. E sai perché lo dico? Una settimana fa, quando siete venuti qui, l'ho visto sorridere. Non l'ho mai visto sorridere in sei anni. Capisci cosa intendo?»

It Happened Quiet || RivetraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora