Epilogo

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«Levi, i bambini non vogliono dormire!»

La voce di Petra Ackerman risuona per tutta la casa, e il capitano Levi, che sta solo cercando di bere il suo solito tè del dopocena, chiude gli occhi e si lascia andare a un sospiro esasperato.

«E tu minaccia di chiuderli in cantina senza cibo per tre giorni» ribatte con stizza, anche se è perfettamente consapevole del fatto che non basta.

«Levi!»

Appunto, bofonchia tra sé e sé Levi, che non ha altra scelta se non alzarsi da tavola e salire al piano superiore, da dove provengono le voci squillanti dei due piccoli Ackerman, fin troppo vivaci per i gusti del padre.

«Oi, mocciosi, che succede qui?» sbotta quando si pianta sulla soglia della stanza, guardando i figli a turno con un'occhiata truce che li fa zittire.

«Tutti tuoi» dice Petra con un sorriso divertito, affrettandosi a percorrere il piccolo varco che Levi le ha lasciato per uscire.

«Dunque? Perché non volete dormire?» chiede ancora il capitano, sedendosi sul bordo del lettone che i due fratelli condividono.

«Uhm... vogliamo... vogliamo una storia della buonanotte, papà» risponde Thalia con un sorriso così tenero e dolce che Levi deve sforzarsi enormemente per non cedere a quel primo colpo.

Il fratellino Niko, di due anni, imita il sorriso della sorella maggiore, annuendo convinto quando il padre posa il proprio sguardo anche su di lui come per chiedere conferma.

«Una storia della buonanotte, eh?» riflette Levi. «Mettetevi sotto le coperte mentre ci penso».

I due sorridono e obbediscono in un batter d'occhio, per poi guardare il padre con un'espressione di grande aspettativa.

«Beh, c'erano una volta due mocciosi, moccicanti e rumorosi. Non volevano andare a dormire, così furono mangiati da un gigante. Fine» sentenzia Levi, che non ha mai avuto la capacità di creare delle fiabe assurde come la moglie, e men che meno la ha ora, sapendo che domani lo aspetta una partenza di dubbio esito.

«Papà!» esclama Thalia con tono lamentoso. «È una storia brutta!»

«Sì? A me sembrava carina».

«È bruttissima».

«Se ne volevate una sulle fate dovevate tenervi stretta vostra madre invece di farla esasperare al punto di chiamarmi» ribatte lui roteando gli occhi.

«Mamma!» chiama allora la piccola.

«Non urlare, Thalia» la rimprovera il padre con fermezza, prima di sospirare di stizza. «Tch. Bene, c'era una volta un idiota, un testone brontolone che mal sopportava tutti quanti. Un giorno incontrò un'idiota, una testarda impertinente e gentile che sorrideva sempre. Così decisero di essere idioti insieme e fecero nascere due mocciosi che non vogliono dormire. Fine».

«Eh? Neanche questa è una storia della buonanotte» si lamenta Thalia ancora, mettendo su il broncio.

«Questa era una storia bellissima, e se non vi piace forse dovete solo aspettare ancora un po' fin quando non troverete anche voi il vostro idiota» replica Levi con uno sbuffo, prima di alzarsi in piedi. «Forza, adesso andate a dormire, voglio stare un po' con vostra madre se non vi dispiace».

«Va bene» cede la bambina, posando la testa sul cuscino con un sorrisetto vispo come quello della madre.

«Tch. Quindi è questo che devo dire per convincervi? Bene, lo ricorderò» ribatte lui, chinandosi per rimboccare le coperte ai due.

It Happened Quiet || RivetraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora