29. Storia

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«Avanti».

Petra aprì la porta dell'ufficio del comandante, richiudendola alle proprie spalle, e guardò Hanji, seduta alla scrivania, con un sorriso incerto.

«Non voglio disturbarti. Resterò quanto basta per assicurarmi che tu la legga, come ho promesso al comandante Erwin».

«E se invece ti chiedessi di restare più del dovuto?» domandò lei con tono cupo.

Petra sorrise rassicurante. «Se ne avessi bisogno, resterei tutta la sera. Tanto non ho nulla da fare».

«Levi è d'accordo?»

«Poco importa, non decide lui» rispose Petra, sedendosi di fronte a lei.

«Oh, quindi non è lui a portare i pantaloni nella vita familiare?»

«Direi di no».

«Sorprendente. Bene, bando alle ciance» esclamò poi, alzandosi di scatto e dirigendosi verso una dispensa in legno di mogano per prenderne una bottiglia scura e un bicchiere di vetro. «Questo è liquore di visciole. È la cosa più deliziosa che io abbia mai assaggiato da questa dispensa, era il suo preferito. Te lo farei gustare, ma credo che dovrai aspettare un annetto buono, finché non avrai finito di allattare».

«Suppongo di sì, anche se comunque non sono un'amante dell'alcol» ribatté Petra, pregando intimamente che non alzasse troppo il gomito: non era certa di poterne gestire le conseguenze, né era abbastanza spudorata da dirle di non esagerare.

«Ah, questo ti farà cambiare idea» replicò lei con un sorrisetto, versandone un bicchiere: aveva un colore rosso scuro e una fragranza fruttata, deliziosa anche per l'olfatto astemio di Petra. Hanji lo guardò con aria malinconica per qualche secondo prima di berlo tutto d'un sorso. «Bene. Scusami, ma con Erwin Smith è meglio essere previdenti» mormorò, per poi allungare una mano verso Petra. «È ora».

La ramata annuì e con un sospiro le passò la busta di carta, ancora perfettamente intatta. Primo bicchiere di liquore, pensò. Con ogni probabilità ne prenderà un altro dopo aver finito di leggere la lettera, se ho capito che aria tira.

«Considerando che hai il brutto vizio di origliare le conversazioni, credevo quasi che l'avessi aperta» commentò Hanji, aprendola con un gesto secco del tagliacarte.

«È successo solo una volta e non ero nemmeno in me» borbottò Petra, leggermente offesa.

«Mh mh. Petra, tu sai qualcosa di questa faccenda?»

«No, Hanji. Credo che il comandante mi abbia chiesto questo favore solo perché in quel momento avevo una probabilità di sopravvivenza più alta di chiunque altro».

«Capisco» mormorò lei, mentre spiegava il foglio con gesti incerti.

Petra si chiedeva cosa diavolo fosse successo tra quei due. Non aveva mai visto Hanji così insicura e triste. La guardò mentre i suoi occhi scorrevano lenti su quelle parole che lei non poteva leggere. La guardò e studiò tutte le espressioni che le colorarono il viso, rendendolo un groviglio inestricabile delle emozioni più disparate. Lo sguardo cupo fu sostituito da un sorriso triste e divertito nel contempo, cui seguì di nuovo un'espressione depressa, finché Hanji non lasciò cadere la lettera sulla scrivania e vi posò sopra la fronte, non prima che Petra potesse vedere che era sull'orlo di un pianto.

«Hanji...» mormorò Petra, allungando una mano e accarezzandole la testa con affetto. «Posso aiutarti in qualche modo?»

«Versami un altro bicchiere, per favore» rispose lei con voce tremante.

It Happened Quiet || RivetraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora