21. Livido

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«Buongiorno, mondo!»

Petra, ancora sotto le coperte, lanciò un'occhiata divertita a Hanji, che si era appena lanciata dalla brandina superiore e ora si stava stiracchiando con il suo solito sorriso radioso.

«Buongiorno, Hanji».

«Buongiorno, mia cara Petra. Spero che tu sia in forma e di buon umore perché oggi non ho intenzione di farvi battere la fiacca».

«Hanji, lo hai detto anche ieri... e l'altro ieri... e tutta la settimana» le fece notare Petra, alzandosi in piedi con uno sbadiglio.

«Attestarsi ai livelli del giorno prima è battere la fiacca» spiegò lei, arruffandole i capelli come ogni mattina. «Ogni giorno si deve migliorare, anche minimamente, ma si deve migliorare. Se ieri avete fatto bene, oggi farete meglio. Ecco cosa intendo, amica mia».

Petra sorrise e annuì. «D'accordo, caposquadra, non batterò la fiacca».

«Tu non la batti mai, Petra. Tu e il tuo risentimento costruttivo mi state dando un sacco di soddisfazioni».

«"Risentimento costruttivo"?» ripeté la ramata, confusa, mentre rifaceva il letto.

«Oh, sì, è una cosa piuttosto comune» replicò Hanji, pettinandosi velocemente i capelli indomabili per raccoglierli in una coda. «Ti becchi una delusione, ti infuri perché non puoi fare nulla per evitarla e allora incanali tutti i tuoi sentimenti negativi in un obiettivo. Ti ritrovi nella descrizione?»

«Io non provo nessun "risentimento costruttivo"» ribatté Petra scuotendo la testa. «È solo che ho battuto la fiacca per un mese e mezzo e voglio rimettermi in carreggiata quanto prima per evitare di finire ammazzata a Shiganshina».

«Oh, che sbadata, mi ero scordata il processo di negazione» disse Hanji con un sorrisetto, ma l'espressione poco conciliante di Petra sembrò farle capire che non aveva alcuna voglia di sentire ancora una volta i suoi commenti sulla situazione con Levi. «Quale che sia il motivo, continua così. Si vede che sei un'eccellenza».

Petra sorrise nel sentire quelle parole di elogio, seppur con una certa tristezza. Se lo era diventata, era anche e soprattutto grazie a Levi, che aveva lavorato e raffinato il potenziale grezzo suo e dei suoi compagni di squadra fino a trasformarli in alcuni dei più abili soldati del Corpo di Ricerca. Levi, che ora non le rivolgeva la parola per un motivo che a lei non era dato conoscere.

«Hanji, mi spiegheresti una cosa?» le chiese Petra quando furono pronte e si stavano ormai dirigendo verso la mensa per fare colazione.

«Tutto quel che vuoi, Petra» replicò lei, circondandole le spalle con un braccio e attirandola a sé con l'affetto di una sorella. «Soprattutto se c'entrano i giganti».

«No!» rispose subito Petra, temendo che potesse iniziare uno sproloquio sull'argomento. «Non c'entrano i giganti. Mi chiedevo solo... visto che sei una caposquadra, non dovresti avere una tua stanza personale?»

«Oh, ma quella è la mia stanza personale» disse Hanji con un sorriso. «Solo che mi piace la compagnia, quindi la condivido sempre con i membri femminili della mia squadra. È un modo per consolidare la reciproca fiducia. La condividerei anche con quelli maschili, ma a quanto pare non è una cosa vista di buon occhio».

«Chissà mai il perché» mormorò Petra ironicamente.

«Già, me lo chiedo anch'io» replicò lei e la ramata rimase allibita nel constatare che il tono dell'altra era piuttosto serio.

It Happened Quiet || RivetraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora