q u a t t r o

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Il giorno dopo stava camminando di nuovo per la strada verso scuola, accompagnando i passi con il suo ombrello. Il cielo era leggermente coperto da nuvole, ma aveva la sensazione che sarebbe peggiorato nel pomeriggio. Svoltò a sinistra, guardando da lontano l'edificio della scuola. Poco più avanti, davanti a sé, quel paio di scarpe rosse che stonavano tantissimo con la divisa blu scuro. Di chi erano?

Ah, è quell'idiota.

Minho accelerò il passo, una volta arrivato dietro quella persona sporse la testa in avanti, mantenendo la sua posizione. -Buh.

Jisung sussultò, girandosi di scatto verso Minho.

-Ti spaventi per così poco?

-Cosa vuoi dire con "ti spaventi per così poco"?! Stavo tranquillamente camminando quando una persona mi spunta dietro dal nulla e mi urla "buh!" all'orecchio destro! Tu saresti rimasto immobile?

-Probabilmente.

Jisung lo guardò, con una faccia mista tra il basito e lo schifato. Poi riportò lo sguardo davanti, ricordandosi del giorno precedente.

-Grazie comunque. Avrei dovuto ringraziarti già ieri, ma non ci ho pensato.

-Mi aspettavo questi ringraziamenti. Dopo aver buttato nel cesso chissà quante ore a pulire.

-Quella era la tua classe! E poi ti ho anche aiutato, quindi non dovresti anche tu ringraziarmi piuttosto?

-Io? Hai iniziato ad aiutarmi quando ormai avevo quasi finito, e poi con la tua aula ho fatto quasi tutto io.

Jisung sospirò. -La prossima volta mi faccio aiutare da Seungmin o da Felix, che è meglio.

Sì, lo è anche per me, credimi.

-Stai bene comunque?- chiese Minho, quando stavano entrando a scuola.

Jisung non si aspettava quella domanda. -Oh, s-sì, tutto apposto.- disse, poi sorrise a 32 denti a Minho. Quest'ultimo represse un sorriso che anche sul suo viso si stava formando. Quel ragazzo era estremamente carino quando sorrideva in quel modo. -Allora ci vediamo a pranzo.

Jisung annuì, poi si separarono andando ognuno nella propria classe. Salendo le scale, Minho incontrò Changbin, che camminava accompagnato probabilmente da un suo compagno di classe.

-Oh, ciao Minho hyung! Allora alla fine Jisung stava bene? Cosa gli era successo?

Minho pensò velocemente, decidendo cosa rispondere. -Sì, sta bene. Credo fosse un po' a corto di energie, sembrava stesse per svenire. Quindi l'ho accompagnato in infermeria. Ma sì, ora dovrebbe star bene.

-Mi dispiace che tu non sia riuscito a venire con noi. Magari più avanti potremmo fare una grigliata.

-Mhm, tranquillo, alla fin fine sono io che ho deciso di non venire anche quando eravate rimasti in 4. La partita com'è andata?

-Oh, già, la squadra di Chan ha vinto, avresti dovuto vedere com'era preso dalla vittoria.-Changbin rise.

-Almeno a lui piace ancora tanto il calcio.

Changbin lo guardò un attimo confuso, poi la campanella suonò. I due si salutarono e Minho si affrettò ad entrare in classe prima che arrivasse l'insegnante.

I pensieri di Minho si muovevano in vortici nella sua testa. Pensava davvero molto in quel periodo, soprattutto alla sua vita. Pensava a ciò che lo circondava, come ad esempio le persone. Dopo tanto tempo aveva, in un qualche senso, quello che avrebbe potuto definire un gruppo di amici. Delle persone che, anche se ancora non lo conoscevano molto bene, sarebbero state disposte ad aiutarlo. A Minho non era mai piaciuto esternare le sue emozioni, ciò che provava per le altre persone in particolare. Si poteva dire che non era bravo con le persone in generale. Ma tutto questo non significava che non ci tenesse, anzi, era davvero felice di avere qualcuno. Nel bel mezzo di quei suoi pensieri il suo cellulare vibrò. Senza farsi vedere lo prese e diede un'occhiata a chi era. Una chat di gruppo, c'erano Changbin e altri 4 numeri sconosciuti.

rain | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora