Minho scattò all'indietro, guardandolo male.
–Non stavi dormendo??– disse, indegnato.
–Oh, andiamo, dovevi proprio rovinare il momento così??– chiese Jisung, esasperato.
–MA QUALE MOMENTO, SCHIFOSO BUGIARDO. OH, mi sentivo in colpa, quindi sono venuto ad aiutarti hyung, –lo imitò con una vocina –STO CAZZO, POTEVI PIUTTOSTO DIRMI CHE VOLEVI AIUTARMI E BASTA!
–Ti giuro che la parte di Gimpo non me la ricordavo.– disse Jisung, arretrando dall'altro. Nel mezzo della confusione di Seoul, le grida di Minho quasi non si sentivano nemmeno.
–Tch.
–TE LO GIURO! NON È COLPA MIA GNEEE!– disse Jisung, fingendo il pianto di un bambino. Minho lo guardò con lo sguardo fisso.
–MI ERO FIDATO DI TE, JISUNG!
–COSA VUOI DIRE, PUOI ANCORA FIDARTI DI ME! MINHO!– disse Jisung, prendendogli il braccio prima che l'amico se ne andasse. Minho si girò verso di lui. Jisung aveva davvero un'espressione preoccupata in faccia. Minho cambiò la sua, da arrabbiata a leggermente sorridente, e allo stesso tempo leggermente preoccupata.
–Stavo scherzando, Jisung.
–Oh, BEH MI HAI SPAVENTATO, COME PUOI DIRMI QUELLE COSE?
–Mi fiderò sempre di te.– disse poi Minho. Jisung gli lasciò il braccio, che cadde lungo il suo fianco. Poi gli sorrise. Minho si girò, come se se ne stesse andando.
–Però certo che non c'era motivo che tu mi mentissi su sta cazzata.
–TI GIURO CHE MI SONO DAVVERO ADDORMENTATO!
Minho iniziò a camminare via, sorridendo. –Vai a fare i compiti, primino!
Una volta uscito dalla via in cui abitava Jisung, si fermò. Stava iniziando a realizzare qualcosa, ma non riusciva a crederci del tutto.
A me..piace Jisung?
Alzò lo sguardo verso il cielo. Perché i momenti che passava con lui erano quelli più belli, nella loro semplicità? Perché si sentiva felice quando lo vedeva, e perché non voleva che andasse quando era ora di rientrare a casa? Perché sentiva quelle sensazioni?
Tornò a casa, e iniziò a fare ciò che gli riusciva meglio, in qualsiasi situazione: ballare. Quello spazio vuoto nel bel mezzo della stanza, era come se l'avesse lasciato per tutto quel tempo apposta per poter ricominciare a fare ciò che aveva sempre amato fare. In quel momento della sua vita, però, non era l'unica cosa che davvero gli piaceva fare. Non più.
Ad ogni passo, ad ogni canzone, ad ogni ora che passava. Era sempre nella sua testa, facendolo sorridere come uno scemo ogni tanto.
–Minho, è pronta la cena!– lo avvertì sua madre più tardi. Minho si affacciò alla porta della sua stanza, gridando per il corridoio, abbastanza forte in modo che si sentisse anche al piano di sotto.
–Mangio più tardi, scusa!
E rimase lì, perso tra coreografie e pensieri per ancora molte ore. Il tempo passava così veloce, ma non gli dava fastidio. La sua vita stava davvero cambiando, le giornate si susseguivano molto più velocemente di prima.
Qualche giornata dopo, Minho stava scendendo le scale della scuola. Arrivò fino all'uscita e attese lìJisung, come faceva spesso ormai. Per qualche strano motivo, il ragazzo sembrava essere in ritardo. Passarono minuti e minuti, e rimanevano sempre meno studenti. Alla fine Minho, stanco, dopo anche aver mandato vari messaggi a Jisung e non aver ricevuto risposte iniziò a camminare per il corridoio dove sapeva che fosse la classe di Jisung. Arrivato lì, si affacciò alla porta e vide qualcosa non esattamente di suo gradimento.
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rain | minsung
FanfictionDal testo: Io davvero... Una goccia cadde sul naso di Minho. Alzò lo sguardo verso il cielo, ancora una volta coperto dalle nuvole. È proprio vero che mi piace la pioggia. Jisung imitò Minho, ritrovandosi delle gocce fredde sul viso. Però perché...