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Il giorno dopo era sabato, niente scuola. Minho si alzò comunque presto, perché odiava sprecare tempo dormendo. Si affacciò alla finestra della sua camera.

Fantastico.

La pioggia stava ancora cadendo incontrollata. Minho starnutì.

Fantastico al quadrato. Tutta colpa di quell'idiota.

Si vestì, prese la mascherina e il cellulare e scese le scale di casa. I suoi dormivano ancora. Erano solo le 6 del mattino. Si diresse verso la porta, prendendo il suo solito ombrello nero e poi uscì.

Era buio e freddo. Molte delle luci dei vari ristoranti e negozi che ieri, quando era con Jisung, erano state accese, erano spente. C'era solo l'insegna di un convenience store, che era stato aperto tutta la notte come al solito. Senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò davanti al palazzo di Jisung. Ci aveva camminato davanti chissà quante volte, andando a scuola, senza sapere che lui abitasse lì. Senza sapere nemmeno chi lui fosse. Senza sapere che esistesse.

Perché mi metto a pensare a cose così profonde?

Ridacchiò dei suoi stessi pensieri, continuando a camminare.

Ormai era aprile. Di solito non pioveva così tanto in quel periodo. In ogni modo, le foglie sugli alberi stavano crescendo e i fiori cominciavano a sbocciare. Riusciva a vederli appena, sotto la luce dell'illuminazione, e solo in quei pochi alberi che c'erano.

Anche Minho aspettava che la primavera arrivasse. Ma non la stagione, quella era già lì. Aspettava che si sentisse in primavera, che cambiasse qualcosa in quella monotonia, in quella sensazione di vuotezza.

Si spostò vicino ad un edificio, coprendosi dalla pioggia e lasciando cadere l'ombrello a terra vicino a lui. Prese il cellulare.

Sei sveglio?

Lo rimise in tasca.

Col cazzo che è sveglio a sta ora. Solo tu sei così pazzo da svegliarti alle 6 di mattina di sabato. E poi ancora più pazzo ad uscire a quell'ora e con la pioggia.

Minho sospirò, tornando indietro sulla strada che aveva appena percorso. Quando tornò davanti al palazzo di Jisung alzò gli occhi, guardando le finestre. Qualcuna aveva la luce accesa, ma erano davvero poche nel complesso.

Andrò a guardarmi un film

Riprese a camminare. La pioggia si infittì, iniziando a scendere più veloce.

Sarei dovuto stare a casa.

Sentì il cellulare vibrare nella tasca. Si fermò.

Jisung

Accese lo schermo, controllando chi fosse.

Hyunjin

bene ragazzi, dopo essere stato tutta la notte a guardare quel bellissimo drama, posso andare a dormire. Buona notte a tutti <3

–Ma sul serio?

Non gli era mai successo di rimanere così deluso da un messaggio. Perché si sentiva così?

Aprì la porta di casa, entrando, chiudendola, e lasciando l'ombrello nel porta ombrelli. Sentiva un profumo provenire dalla cucina. Minho vi si affacciò. Trovò i suoi tre gatti, che lo videro e gli si avvicinarono miagolando.

Sua madre lo vide. –Dov'eri andato a quest'ora?– gli chiese, continuando a preparare la colazione.

–Da nessuna parte in particolare.– rispose lui, prendendo in braccio Doongie. –Gli hai dato da mangiare?

rain | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora