Calò nuovamente il silenzio tra i due. Ormai aveva ripreso a piovere. Jisung osservava l'ombrello nero di Minho, sapendo bene di non avere il suo un'altra volta. Il suo cellulare suonò nella sua tasca, lui decise di spegnerlo. Minho tirò un'occhiata all'amico, osservando le sue azioni. Sentiva un fastidio alla gola, ogni volta che deglutiva e mandava giù a forza la saliva gli bruciava. E sapeva che non era per il raffreddore.
–Lo sai, il mondo è davvero cattivo a volte.
Jisung si girò leggermente verso di lui, in modo da poterlo vedere in faccia, ma senza essere troppo invadente.
Gli occhi di Minho diventarono lucidi. Sbattè le palpebre più volte, ma alla fine delle lacrime iniziarono a scendere lungo le sue guance. Jisung distolse lo sguardo, incerto su cosa fare.
Smettila. Smettila. Smettila. Basta. Sto davvero piangendo davanti a 'sto idiota?
Minho si asciugò le lacrime con l'orlo della manica della felpa, lasciando poi ricadere il braccio sulle gambe. L'altro braccio, quello destro, era con la mano aperta, appoggiata sulla panchina. Jisung abbassò lo sguardo verso di essa. Poi, senza neanche pensarci, l'afferrò con la propria, spostando lo sguardo.
La mano di Jisung era calda, in una fredda giornata piovosa. Le loro mani erano grandi più o meno uguali e le loro dita di intrecciarono, mentre Jisung stringeva leggermente quella di Minho. Forse, a volte le parole non bastavano. Forse non serviva a nulla parlare sempre delle stesse cose. O anche parlare di cose diverse, cose che passavano per la testa. Parlare, in quel momento, era davvero troppo e troppo poco allo stesso tempo.
Rimasero così, mentre la pioggia continuava a cadere tutto intorno a loro. Minho guardò le loro mani, poi Jisung, ma lui aveva la testa di nuovo girata da un'altra parte. Ricambiò la stretta, come per ringraziarlo. E Jisung capì il messaggio, sorridendo.
–Va meglio?– chiese dopo un po'.
–Hai la mano sudaticcia.
Jisung la tolse dalle grinfie di Minho, strattonandola via. Poi si girò verso di lui, guardandolo schifato. Ma poi sorrise. Minho era davvero quel tipo di persona, eh? Anche quando ormai potevi vedere chiaramente i suoi pensieri e le sue debolezze, ti faceva credere di non sapere in realtà nulla.
Jisung si alzò in piedi. –Beh, ho una notizia per te
–Che non hai l'ombrello? Sì, lo so.–disse l'altro, alzandosi anche lui in piedi. Prese il suo ombrello, aprendolo sotto la pioggia. –Ce la fai a condividerlo con me senza fare l'idiota e bagnarti come ieri?
–Sei tu l'idiota.– rispose Jisung, affiancandosi all'amico.
–Ah, okay, allora ci vediamo.–disse l'altro, iniziando a correre con l'ombrello via da lui.
–Hey, fermati, sei tu che volevi che venissi con te!
Mentre camminavano la pioggia si fermò di nuovo, però questa volta sembrava che anche le nuvole se ne stessero andando. Dopo un po', un raggio di luce filtrò tra di esse, illuminando la strada. La pancia di Minho brontolò, dal momento che non aveva mangiato nulla quel giorno.
–Mi dispiace ma dovrò scaricarti per andare a mangiare. Ho fame.– disse poco dopo.
Jisung rise. –Vada, vada. [NON CINCISCHI]
Quando arrivarono a casa di Jisung si salutarono, e Minho proseguì verso casa sua. Una volta tornato, fece un salto in cucina, per cercare del cibo, e trovò un pranzo pronto, con vicino una nota: Ti ho preparato il pranzo, mangia qualcosa. Mamma.
Minho sorrise. –Me lo gusterò.
Minho prese il cellulare, dandogli un'occhiata prima di andare a lavarsi le mani e mangiare [washate le vostre mani kids]
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rain | minsung
FanfictionDal testo: Io davvero... Una goccia cadde sul naso di Minho. Alzò lo sguardo verso il cielo, ancora una volta coperto dalle nuvole. È proprio vero che mi piace la pioggia. Jisung imitò Minho, ritrovandosi delle gocce fredde sul viso. Però perché...