Capitolo 6: Bosco di larici

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Capitolo 6: Bosco di larici

L'indomani mattina, si svegliarono alle prime luci dell'alba, qualche flebile raggio di sole illuminava il volto di Eleonora, la quale ancora intorpidita dal sonno aprì gli occhi ed ebbe un leggero brivido quando si accorse che la sua mano era ancora perfettamente ancorata a quella di Gabriele, il quale sembrava ancora nel mondo dei sogni.

Così la sfilò delicatamente e fece per alzarsi, ma lui la tirò delicatamente a sé:" Buongiorno!"

La ragazza arrossì:" Buongiorno anche a te!" disse in fretta, poi si alzò in un battibaleno con la scusa di doversi andare a cambiare, mentre lui osservava con una punta di divertimento i suoi goffi tentativi di evitarlo.

Appena tutti furono pronti, scesero per gustare la colazione preparata da Aki, a base di riso al vapore; zuppa di miso, composta da uno speciale brodo chiamato dashi e il miso, un alimento derivato dalla fermentazione dei fagioli di soia gialla;  e infine un piattino di tamagoyaki, delle specie di frittatine a strati che andarono letteralmente a ruba.

Una volta rifocillatisi, giunse il momento di partire per andare a visitare il bosco di larici e i suoi misteri. Aki prima che uscissero porse loro delle scatoline per il pranzo chiamate Bento, con dentro vari tipi di leccornie; dopo averla ringraziata i quattro salirono sulla jeep e si addentrarono nella natura selvaggia, lasciando la civiltà alle loro spalle visto che per tutto il tragitto non si scorse anima viva, né tantomeno un'abitazione.

Una volta raggiunto uno spazio con un terreno abbastanza stabile, Gabriele parcheggiò il mezzo e i quattro scesero a terra.

Secondo l'agente mancavano ancora pochi metri per poter scorgere la struttura e infatti pochi minuti dopo, in mezzo alla boscaglia si iniziò a intravedere qualcosa. I quattro si avvicinarono ancora di più e d'un tratto tra i rami dei larici, sbucò una grande struttura in legno, composta da più piani e soprattutto senza un apparente ingresso.

Eleonora e Fiamma rimasero a dir poco sconvolte di fronte a quella visione, era tutto come nel dipinto. Iniziarono a camminare in direzione della struttura e ad osservarne ogni singolo centimetro, sulla parete frontale l'unico dettaglio che saltava all'occhio era l'incisione di una piuma, si domandarono se quell'incisione costituisse il modo per entrare dentro alla struttura, ma Gabriele assicurò loro che aveva già provato diverse volte, ma senza alcun risultato.

Dopo qualche minuto di impasse, la Saintclair stufa di vederli annaspare si schiarì la voce:" Perché non ragionate un attimo? Pensate che la mia presenza qua sia casuale? Che sia voluta venire per fare una gita in Giappone? Senza di me non potete entrare, ecco tutto!"

"In che senso? Spiegati!" ribatté Fiamma brusca.

"Beh semplicemente, avete le vostre forme d'arte con voi, la pittura, la scultura, la scrittura, ma ve ne manca una essenziale per poter entrare...la musica. Ho composto io stessa delle melodie che sbloccano le varie strutture, per questo senza di me non potete far niente e infatti è stata un'ottima scelta portarmi con voi!" disse Olivia cristallina.

I tre si guardarono confusi, poi la Saintclair esclamò in modo irritato:" Allora volete levarmi queste manette sì o no?!"

Gabriele con l'assenso delle altre due donne, tolse le manette ad Olivia, la quale tirò fuori dal proprio zaino un piccolo flauto di Pan e iniziò ad intonare una melodia allegra, ma misteriosa allo stesso tempo e improvvisamente un rumore meccanico si propagò dalla struttura, le assi di legno della parete frontale iniziarono a girare e cambiar forma, fino a lasciar posto ad una piccola apertura, dalla quale poter accedere all'interno.

L'unica del gruppo impaziente di entrare era proprio Olivia, gli altri tre erano ancora scioccati e bloccati di fronte all'ingresso. Non solo la scoperta del talento di Olivia giunse a loro del tutto inaspettata, ma lo spettacolo di quella parete mutaforma era qualcosa che non avevano mai visto in vita loro, più che un gioiello di meccanica costruito ad hoc, quella costruzione sembrava viva, quasi come se potesse vederli e sentirli.

Hellionor IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora