Capitolo 14: Il giglio
Fiamma ed Eleonora scesero le scale che portavano fino alla sala da pranzo, lì trovarono Gabriele seduto sul tatami intento a sorseggiare una tazza di tè verde, mentre la Saintclair se ne stava in terrazza in un apparente stato di meditazione.
"Da chi iniziamo?!" domandò Eleonora alla rossa. "Facciamo così..." disse Fiamma, "io andrò a parlare con Olivia, per quanto non la sopporti, so come prenderla e poi voglio sentire di nuovo dalla sua bocca questa storia delle quattro famiglie, tu nel frattempo vai dal tuo ragazzo che lo vedo un po' nervoso!"
Eleonora annuì, anche se abbastanza stupita dal fatto che Fiamma avesse proposto di sua iniziativa di parlare con Olivia, forse voleva lasciare da soli lei e Gabriele, pensò.
Si avvicinò piano all'uomo, il quale faceva finta di niente, ma in realtà la osservava con la coda dell'occhio e una volta raggiunto si sedette di fianco a lui, non prima di aver lasciato un piccolo bacio sulla sua guancia.
Gabriele si voltò, aprendosi in un sorriso un po' forzato, lei allora gli accarezzò il viso e disse:" Scusami se me ne sono andata via così su due piedi prima, ma volevo parlare con Fiamma, volevo capire come si sentisse e anche io avevo bisogno di riflettere!"
"Sì, lo avevo intuito e non ti ho seguito per lasciarvi il vostro spazio, anche se devo ammettere di esserci rimasto un po' male!" ribatté lui.
"Per cosa?!" domandò la ragazza ingenuamente. "Beh, forse ogni tanto mi piacerebbe che tu ti sfogassi con me, invece di andare subito da lei, insomma la tratti come se fosse una sorella, ma devi ricordarti che non è tua sorella, anzi!" rispose lui a tono.
"Anzi? Gabriele, sei geloso?!" disse la giovane sottovoce. "E mi biasimi per questo? Tu non lo saresti? È palese l'ascendente che hai su di lei, Eleonora, non fare finta di nulla, non sono uno stupido, a proposito, che cosa ha deciso? Partirà?"
"È proprio ciò che sono venuta a dirti, partiremo insieme il prima possibile, tempo di fare qualche foto alla struttura e di organizzare il viaggio!"
"Come volevasi dimostrare, sei riuscita a convincerla anche stavolta e in questo partiremo al plurale, siamo compresi anche io e Olivia? Oppure laddove noi decidessimo di restare voi andreste lo stesso?! Ribatté Gabriele.
La ragazza titubò un attimo, memore anche del fatto di non poter abbandonare totalmente il progetto, se non voleva attirare le ire di Olivia e veder sfumare anche quella labile possibilità di poter conoscere i propri genitori naturali, poi però prese coraggio e disse:" Noi partiremo lo stesso, io penso che ormai il nostro compito qui in Giappone sia terminato. Per il resto della missione però sarò presente, ovunque vogliate andare!"
"Ah tu pensi, va bene, se tu e la tua mentore pensate questo, allora partiremo tutti insieme domani sera, tempo di organizzare il volo! Alle foto penseremo domani mattina presto! Adesso scusami, ma vorrei andare a sistemare le mie cose per la partenza, a dopo!" disse lui e impresse un veloce bacio sulla fronte della ragazza che non ebbe nemmeno il tempo di replicare.
La situazione si fece imbarazzante, Olivia e Fiamma stavano ancora parlando in terrazza, mentre nella stanza da letto c'era Gabriele che evidentemente non aveva molta voglia di compagnia, così la ragazza rimase lì seduta a terra come una statua di sale.
Improvvisamente però, come un raggio di luna in una serata di foschia, apparve Aki, con il suo kimono di seta rosa, con disegnati albatros e fiori di ciliegio e i capelli neri come l'inchiostro raccolti in un bun alto fermato da uno stick in legno a forma di calla.
La donna le si avvicinò e le domandò se volesse una tazza di tè verde, lo aveva appena preparato per Gabriele ed era ancora caldo. Alla ragazza parve una buona idea, così accetto e in pochi attimi Aki tornò con dei dolcetti e una teiera bianca in ceramica, decorata da intarsi blu e oro.
La donna posò il piattino contenente i Daifuku, dei dolcetti di farina di riso ripieni di marmellata di fagioli rossi, poi versò il fluido verde cristallino in una tazza decorata da disegni giapponesi. Una volta fatto ciò, chiese alla donna di potersi congedare per andare a bere anche lei qualcosa di caldo, a quel punto Eleonora sollevò il coperchio della teiera che Aki le aveva adagiato lì di fronte e notò che era ancora colma, così esclamò:" Signora Aki, se vuole possiamo bere insieme questo tè verde, pare che ce ne sia abbastanza per entrambe!"
"Beh, se a lei non dispiace, signora, mi unirei volentieri!" rispose la padrona di casa. "Non mi dispiace affatto, anzi sono qui da sola e penso che quelle due ne avranno ancora per molto!" disse Eleonora indicando Fiamma e Olivia.
Aki si portò la mano alla bocca per nascondere un sorriso divertito, poi si sedette con la ragazza e mentre versava il proprio tè disse:" Allora come mai è qua da sola? Il signor Kevin era stanco?"
"Le va se ci diamo del tu?!" domandò Eleonora, poi continuò, "in realtà è un po' arrabbiato con me, ma niente di grave, sistemeremo le cose!"
"Va bene diamoci del tu! Da quello che ho visto in questo poco tempo, Eleonora, mi è parso di vedere che nel vostro gruppo ci siano diversi dissapori!"
"Eh purtroppo sì, non siamo un gruppo molto unito!" rispose la ragazza rimanendo sul vago.
"Ma tra te e il signor Kevin le cose mi sembrava che fossero diverse!"
"Sì, in realtà andiamo abbastanza d'accordo, ma oggi ha perso un po' la pazienza con me!" rispose Eleonora.
"È normale...è geloso!" disse Aki sorridendo.
"Lo pensi anche tu eh?!" rispose Eleonora, un po' sorpresa da quanto la donna avesse chiaro il quadro della situazione.
"Sai, cara, scusa se mi permetto di dirti questa cosa, ma è come se tu avessi un giglio fra gli occhi!" disse Aki cristallina.
"Un cosa? Un giglio?" domandò Eleonora perplessa. "Sì, è un modo di dire, inventato da mia nonna, quando una persona vede il mondo solamente attraverso il proprio filtro ed è convinta che tutti gli altri vedano le cose allo stesso modo. È come se avessi un bel giglio incastonato tra gli occhi, che ti abbellisce ciò che vedi, ma chi ti sta accanto probabilmente vede le cose per come sono!" rispose Aki.
"Capisco...ha senso ciò che dici, Aki, effettivamente a volte mi sento proprio così, come se la mia visione delle cose spesso non combaciasse con quella degli altri!" rispose Eleonora, poi continuò:" e quindi secondo te che cosa dovrei fare? Togliere il giglio?"
"No assolutamente, sarebbe un vero peccato, chissà per quanti anni hai innaffiato quel fiore, devi semplicemente trovare qualcuno che ti capisca!" disse Aki seria.
"E lui secondo te non ce l'ha? Il giglio dico..." domandò Eleonora.
"Credo di no, per quel poco che ho visto, mi sembra un uomo molto realista. Però, se glielo concedi, potrebbe riuscire a comprenderti e anzi insieme potreste contemperare i vostri animi!" rispose Aki pacifica.
"Non sembra una cosa semplice, però ci proverò!" disse Eleonora, sorridendo alla sua interlocutrice.
"Vedrai che ci riuscirai!" rispose Aki, "adesso mi dispiace ma devo andare, ho delle mansioni da svolgere, è stato un piacere parlare con te, Eleonora!"
"Anche per me, Aki, le tue parole sono state davvero di grande aiuto! Io resto ancora qualche minuto qua, poi appena le altre avranno finito di discutere, salirò con loro in stanza, ci vediamo stasera per la cena!"
"A stasera Eleonora" le sorrise Aki, poi si voltò con il suo ondeggiante abito rosa e sparì dietro una parete scorrevole in legno, come una soffice nuvola al tramonto.
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Hellionor II
FantasySequel di Hellionor : (Nell'introduzione troverete un riassunto oppure potete trovare Hellionor sul mio profilo) Duemilaventitre, sono passati poco più di due anni dal primo incontro tra Fiamma ed Eleonora. In un giorno d'autunno, l'agente sotto cop...