Capitolo 29: Arrows

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Capitolo 29: Arrows

Fiamma fece roteare il pennello tra le dita, lo osservò con cura, non notò niente di strano.

I quattro si guardarono l'un l'altro, con aria interrogativa, ma quell'oggetto in quel momento pareva tanto misterioso quanto inutile.

Come spesso accade, però, le apparenze ingannano. Infatti, d'un tratto, Fiamma si passò istintivamente il pennello sul palmo di una mano, tratteggiando i contorni di una foglia, per vedere se il pennello fosse in grado di scrivere pur senza nessun tipo di pittura in cui intingerlo, ma non apparve niente; la mano della donna era esattamente uguale a prima.

Così la rossa strinse i pugni e iniziò a camminare su e giù, tentando di riflettere. Quando, improvvisamente, il tocco di qualcosa di leggero e dai bordi irregolari sfiorò l'interno del palmo della donna.

Fiamma aprì il pugno e al suo interno trovò una piccola foglia verde, proprio come l'aveva immaginata, pochi attimi prima, quando aveva passato il pennello distrattamente sulla mano.

La rossa si affrettò a far vedere e a spiegare agli altri ciò che era appena successo. A quel punto fu chiaro a tutti il fatto che quel pennello costituisse l'unico modo per riuscire ad entrare dentro a quella fortezza.

"Avanti, prova a disegnare una porta!" la spronò Olivia, indicando la facciata del castello. Fiamma titubò un attimo, poi sotto la spinta degli sguardi d'incoraggiamento di Eleonora si avvicinò alle mura del castello e iniziò a tratteggiare col pennello la figura di un ingresso.

Appena ebbe finito, la donna si discostò dalla parete e lanciò un'occhiata ai compagni di viaggio, i quali stavano trattenendo il respiro come lei.

D'un tratto una porta in legno e ferro, approssimativamente della stessa altezza della Parini, con due battenti a forma di drago, apparve di fronte a loro.

Tutti guardarono quell'opera con fare meravigliato, solamente la Saintclair era leggermente accigliata:" Occorreva che tu disegnassi anche i battenti Fiamma? Sei sempre così perfezionista!"

"Deformazione professionale!" ribatté lei sorridendo, "e poi così dona più atmosfera non trovi?!"

Ma la corvina non aveva nemmeno aspettato che terminasse la frase che già si era fiondata verso la porta cercando di aprirla, ma inutilmente.

"Ahhh, ma tu non eri quella intelligente del gruppo?!" la scimmiottò Eleonora, "Lascia fare a Fiamma, vedrai che lei ci riuscirà!"

Olivia capì l'antifona ed evitò di ribattere, effettivamente l'appunto della ragazza sembrava corretto; come nella prima struttura era stato necessario l'apporto di Eleonora per sbloccare praticamente qualsiasi cosa, probabilmente lì sarebbe stato necessario il contributo della Parini.

Così la rossa dette un leggero strattone e la porta si aprì di fronte a loro, offrendo uno scorcio dell'ingresso del castello.

I quattro si addentrarono in un salone con diversi archi in pietra e fiammeggianti torce appese alle pareti. Dinanzi a loro, in fondo al salone, si stagliava una porta, proprio come era accaduto nella prima struttura, e tutto intorno sembrava non ci fosse alcun che.

Il gruppo iniziò ad avanzare, quando improvvisamente dalle mura laterali si aprirono delle fenditure, da cui iniziarono a provenire delle frecce. Gabriele riuscì a trascinare tempestivamente le donne dietro ad una colonna, al riparo dalla pioggia di metallo.

"Ma cosa diamine sta succedendo?!" gridò Fiamma, "è così che i nostri antenati intendevano preservare il futuro dell'arte? Facendoci fuori?!"

Olivia non seppe cosa controbattere, aveva sentito dire spesso da sua nonna che le missioni per raggiungere il Libro della Conoscenza fossero molto dure, ma non che fossero pericolose o almeno non a quel livello.

Eleonora e Gabriele nel frattempo riflettevano sul da farsi, anche se in uno stato di evidente agitazione.

"Forse potremmo aspettare che il getto finisca!" disse l'agente, in modo lievemente ingenuo.

"Certo, come se queste strutture avessero un budget limitato da rispettare!" lo riprese Fiamma, in modo eccessivamente acido.

Eleonora d'un tratto esclamò:" Perché non provi a disegnare degli scudi?! Potremmo provare a procedere con la formazione del muro di scudi!"

"Troppe serie sui Vichinghi eh!" la canzonò la Saintclair.

"E invece potrebbe funzionare!" intervenne Gabriele, "Fiamma, cerca di raffigurare degli scudi con il pennello e anche delle armature!"

La Parini parve trovare l'idea non troppo orribile, così iniziò a tratteggiare delle figure a mezz'aria e, dopo pochi attimi, quattro scudi rivestiti da una lamina in ferro caddero sul pavimento, creando un gran baccano. Seguiti da delle cotte di maglia: delle armature a veste formate da anelli di ferro; e quattro elmi.

A quel punto, i quattro si armarono e, una volta sistemati in posizione, sotto la guida di Gabriele, che aveva studiato qualcosa di simile per una missione, furono pronti ad attraversare la pioggia di dardi.

Il gruppo iniziò a procedere con passo fermo, ma spedito, verso la porta, mentre le frecce continuavano a piombare loro addosso.

Una volta giunti al di là del corridoio, proprio sulla soglia del portone, le frecce smisero di scoccare.

"Olivia, spero per te che io esca da qui senza nemmeno un graffio, altrimenti non sai cosa ti aspetta!" ringhiò la Parini.

"Forza, apri questa porta, prima che riprendano a uscire quegli arnesi impazziti!" la spronò la Saintclair.

Così Fiamma provò a spingere il piccolo portoncino di fronte a sé, il quale però pareva non volersi aprire.

Stavolta, ci volsero pochi attimi perché l'illuminazione cogliesse la pittrice. Fiamma infatti osservò attentamente la serratura della porta, dopo di che disegnò con il proprio pennello la sagoma di una chiave dorata, la quale aprì in men che non si dica il portoncino di fronte a loro.

Hellionor IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora