Capitolo 19: Postcard

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Nota: (foto trovata su Pinterest, Tuscany Planet , autore riccardo__bianchi https://www.pinterest.it/pin/746119863242943924/ )

Capitolo 19: Postcard

"E quindi com'è Milano? Racconta dai, non farti levare le parole di bocca!" disse la madre sorridente.

La Signora Cantelli era una signora di mezz'età, molto curata e col sorriso sempre stampato sulle labbra; la cascata di capelli di un colore caldo, simile a quello delle foglie d'acero, fluttuava sulla fronte gentile, come il resto dei lineamenti di quella donna mediterranea.

Il padre, dai tratti un po' più severi, ma smorzati dalle fossette sulle guance che si formavano quando sorrideva, ascoltava con interesse la conversazione, ponendo ogni tanto qualche domanda originale, come al suo solito.

Il fratello prendeva un po' in giro Eleonora, seduta a capo tavola, posto solitamente riservato agli ospiti, sottolineandole quanto sembrasse impostata quel giorno.

"Che c'è, Ele? Ti sei imborghesita per caso?!" disse lui ridendo. "Dopo facciamo una partita alla Play e ti faccio vedere io quanto mi sono imborghesita, testa di canguro!" rispose la sorella.

"Dai ancora con questi battibecchi e questi nomignoli infantili? Finitela, voi due!" li riprese la madre, come ai vecchi tempi, quando ancora erano alti come un soldo di cacio.

Tra Daniele ed Eleonora infatti correvano quattro anni, lui era il più piccolo, il figlio naturale di Rosa e Alberto Cantelli; i due fratellini erano cresciuti insieme e anche se da bambini erano come cane e gatto, adesso si volevano molto bene e spesso a tavola inscenavano strani duetti comici, per far divertire e anche un po' brontolare i genitori.

Il padre nel frattempo rideva di gusto ed Eleonora fu estremamente grata al fratello per quell'incursione nella conversazione, che riuscì a distogliere l'attenzione dal presunto viaggio a Milano.

Dopo pranzo, mangiarono le castagne cotte sul fuoco; erano ancora buone, mancava infatti ancora qualche settimana all'inverno.

D'un tratto il telefono di Eleonora vibrò, segno che era appena arrivato un sms; la ragazza estrasse fugacemente il cellulare dalla tasca e guardò di sbieco il mittente, era Gabriele.

Poche parole, ma molto chiare:" È tutto pronto, domani mattina partiamo, ci vediamo alle 9:00 in atelier! Come sta andando a casa?"

La ragazza, cercando di non dare nell'occhio, ripose il telefono in tasca; avrebbe risposto al messaggio una volta tornata a Firenze, ma la madre la beccò subito: "Ahhh, qui abbiamo un fidanzato, ha fatto QUEL sorrisetto, mentre leggeva il messaggio!"

"Ma quale fidanzato, mamma dai!" rispose Eleonora imbarazzata. "Sì, sì è proprio vero, guarda com'è diventata rossa!" rincarò la dose il fratello.

"Va bene, per oggi mi avete presa in giro abbastanza! Comincia ad essere l'ora che faccia ritorno a Firenze, domani ho un'altra breve trasferta di lavoro, in Trentino questa volta!" disse la ragazza.

"Ancora? Ma questa pittrice ogni tanto dipinge anche o sta sempre in giro?!" domandò Rosa.

"Eh, è proprio questo il punto, il suo compito è dipingere! Io e Walter, il nipote, invece ci dobbiamo occupare di tutta la parte promozionale, organizzazione di eventi, esposizioni etc e poi adesso c'è anche il Convitto degli artisti da gestire e io devo curare anche tutta la parte legale di entrambe le attività, quindi capirete che è un lavoro a tempo pieno!" ribatté la ragazza.

"Va bene, va bene! Allora fai buon viaggio, Ele, ci sentiamo per telefono, d'accordo?!" disse la madre. La ragazza fece un cenno affermativo, baciò i genitori e il fratello e poi si diresse verso l'uscita.

Quel giorno l'aria era particolarmente pungente, ma volle comunque fare un giro nel centro di Lucca prima di recarsi in stazione, per prendere il proprio treno per Firenze.

La sua città sembrava fatta proprio per quella stagione, il profumo di caldarroste e gli alberi variopinti sulle mura donavano al centro un aspetto da cartolina.

Piazza Grande e Via Fillungo erano gremite di persone, come ogni week-end. Le vetrine colorate e illuminate dei negozi e delle botteghe trasmettevano un senso di allegria anche senza dover per forza comprare qualcosa, era proprio l'atmosfera che si respirava ad essere magica.

Eleonora amava diverse città della Toscana, ognuna per una propria caratteristica; Firenze era una galleria d'arte a cielo aperto e sotto Natale era stupenda, Pisa era perfetta come città universitaria, un posto pieno di gente proveniente da ogni dove, ma allo stesso tempo una città a misura d'uomo, dove un ragazzo poteva trovare i propri posti del cuore e incontrare persone nuove, senza sentirsi solo. Livorno con quella splendida terrazza sul mare a pochi passi dal centro cittadino e Viareggio che le faceva venire sempre in mente le vacanze.

Senza parlare poi di città meravigliose come Siena, Arezzo e così via, ma che aveva vissuto poco, rispetto alle altre città elencate. Ma di una cosa la ragazza era certa, che quel profumo e quel sentore magico che provava in autunno nella sua città sarebbe stato sempre al centro del suo cuore. E in qualunque altro posto nel mondo, durante quella stagione, le sarebbe sempre tornato in mente.

Nota autrice: Ciao ragazzi, probabilmente fino alla prossima settimana non avrò occasione di aggiornare questa storia. Quindi approfitto di questo capitolo per augurarvi di passare delle buone feste, nonostante la situazione spero che ognuno di voi riesca a trovare il suo piccolo angolo di felicità!💕 Io comunque sarò presente con qualche annuncio in bacheca!😊 A presto!🎄🎁🤶🌟

Hellionor IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora