*Le prime 3 volte in cui i superpoteri di Peter si sono manifestati *

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*Fa parte della serie iniziata con la battaglia finale*

1. ARRAMPICARSI SUI MURI

Tony era felice. Si era appena svegliato dalle sue 24 ore di sonno dopo una missione difficile durata due settimane, e aveva la giornata completamente libera da passare con suo figlio. Perciò si alzò velocemente dal letto, fece una doccia, si vestì in fretta e corse verso la camera del suo bambino, aspettandosi di trovarlo ancora addormentato. Trovò il lettino vuoto. Lo colse il panico e gli venne quasi un attacco d'ansia, ma si tranquillizzò almeno in parte quando sentì i versetti senza senso di Peter. Ma dov'era il bambino? Tony setacciò la camera da cima a fondo, e lo fece di nuovo quando Friday gli disse che disse che il piccolo si trovava lì. A un certo punto alzò lo sguardo e vide suo figlio che gattonava allegramente a testa in giù sul soffitto. A Tony prese un colpo e si mise a gridare: "Steve! Bruce! Visione! Thor! Qualcuno! Vi prego, c'è Peter sul soffitto!" In men che non si dica tutti gli Avengers erano nella stanza e guardavano esterrefatti il bambino che gattonava ridacchiando sul soffitto a testa in giù; appena Peter notò gli adulti staccò una manina dal soffitto facendo prendere un bello spavento agli adulti. Tony alzò le braccia, tese verso il bambino. "Peter? Dai, vieni da me... vieni da papà..." Pepper fece un mezzo sorriso, era la prima volta che il multimiliardario ammetteva ad alta voce e davanti ad altre persone di vedere il bambino come suo figlio. "Vieni da me, cucciolo... vieni da m..." Peter lasciò andare improvvisamente la presa, atterrando sano e salvo tra le braccia di Tony, che tirò un sospiro di sollievo una volta che il bambino fu al sicuro tra le sue braccia. "Ci sono io... ci sono io con te..." Disse Tony mentre dondolava spostando il peso da una gamba all'altra, e il piccolo allungò una manina verso il viso dell'uomo sorridendo sdentato e facendo dei versetti tipici dei bimbi piccoli. Pepper sorrise quando vide Tony guardare il bambino come se questo fosse il più grande tesoro del mondo, e Peter che guardava l'uomo come se possedesse il cielo e la terra. Tutti sorrisero alla coppia padre-figlio e lasciarono la stanza.

2. LA SUPERFOZA

Successe un paio di mesi dopo la prima dimostrazione dei poteri di Peter; aveva continuato ad arrampicarsi sui muri e sul soffitto, e tutti si erano abituati a questa cosa; nessuno però tranne Tony riusciva mai a convincerlo a scendere da lì. Quel giorno Tony stava lavorando nel suo laboratorio, mentre Peter giocava tranquillo sul pavimento; il bambino però dopo non molto iniziò ad annoiarsi e a volere il suo papà, e perciò iniziò a lamentarsi. Tony però era troppo concentrato su quello che stava facendo per prestare attenzione al bambino, che non apprezzò il fatto di essere ignorato dall'uomo. Dopo neanche due minuti il tavolo su cui stava lavorando si alzò di 50 centimetri dal pavimento; Tony sobbalzò e guardò verso il basso per vedere cosa stesse succedendo, e spalancò gli occhi quando vide che Peter lo stava guardando a sua volta con i suoi enormi occhi castani mentre sollevava con una sola mano il tavolo che normalmente sarebbe stato ancorato al terreno. "Oh dio... Peter, mi farai venire un colpo prima o poi..." Disse prendendo in braccio il bambino, che nel frattempo aveva lasciato andare il tavolo . Tony sorrise al bambino mentre lasciava la stanza.

3. SENSI AMPLIFICATI

Quasi un anno dopo le prime manifestazioni dei superpoteri del bambino, che da allora continuarono ad usarli regolarmente, si presentarono dei nuovi poteri di Peter. Tony non era particolarmente convinto della decisione di mandare Peter all'asilo; magari era un padre iperprotettivo, ma Peter aveva pur sempre dei superpoteri, avrebbe potuto fare male d qualcuno, o gli sarebbe potuto essere fatto del male, il che a suo avviso era anche peggio. Ma poi, spinto da Pepper che lo aveva fatto ragionare, lo aveva iscritto all'asilo. Peter dal canto suo era felicissimo di incontrare degli altri bambini, ma anche molto nervoso: non era mai stato lontano dal suo papà così a lungo, e ne aveva un po' paura. Probabilmente queste emozioni forti e contrastanti scatenarono i suoi super sensi. Le urla degli altri bambini, i colori accesi e vivaci, gli odori intensi si amplificarono moltissimo, e tutto iniziò a diventare dolorosamente forte. Senza saperlo Peter iniziò a piangere e a respirare forte, cercando di coprirsi le orecchie con le mani. Ma fu quando la maestra gli si avvicino e lo toccò che si sviluppò il vero e proprio attacco di panico. Il braccialetto datogli da suo padre proprio per queste evenienze iniziò a lampeggiare mandando un segnale di aiuto a Tony. Il multimiliardario era ad un incontro di lavoro, ma non stava ascoltando, ancora meno del solito, e perciò quando gli arrivò il segnale di aiuto del bracciale di Peter non ci mise più di 10 secondi a dare qualche velocissima spiegazione agli altri uomini altri uomini d'affari, far chiudere un armatura intorno a sé e volare verso la scuola del figlio. Quando atterrò i bambini lo circondarono, ma lui uscì dall'armatura e lanciò uno sguardo di ghiaccio facendo sì che questi si allontanassero lasciandolo passare. Quando la maestra la iniziò a giustificarsi con un volume di voce molto forte, ma Tony la ignorò concentrandosi sul figlio. Con orrore Tony riconobbe i segnali di un sovraccarico sensoriale,  ricordò di cosa un sovraccarico sensoriale provocava quando era adolescente, e aveva paura che fosse ancora più difficile per il lui bambino. Disse alla maestra che avrebbe preso Peter, e le chiese di dire a tutti di fare silenzio il più possibile. "Hei piccolino." Sussurrò cercando di attirare l'attenzione del bimbo, che guardò verso di lui. "Papà." Chiese piano Peter senza staccare le manine dalle sue orecchie. Tony gli sorrise "Hei cucciolo, ti va se ce ne andiamo di qui? Va bene se ti tocco?" Peter annuì esitante. Sapeva di essere particolarmente vulnerabile, ma si fidava ciecamente del suo papà. "Vieni qui Bambi." Sussurrò Tony prendendolo in braccio e dirigendosi verso l'armatura, che si deformò intorno a lui per consentirgli di volare con il bambino tra le braccia. Lì si addormentò, complice anche il silenzio che regnava lì dentro, spezzato solo dal costante ronzio del reattore ARC che lo cullava, al sicuro tra le braccia del suo papà.

I'll always be with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora